martedì 30 dicembre 2008

Catfish for Breakfast, un'interessante "nota durante l'ascolto"

In questi ultimi mesi ho avuto modo di "captare" numerosi feedbacks riguardanti il CD "Catfish for Breakfast". Molti di questi sono positivi, diciamo pure la maggior parte. In molti casi si è trattato di un'analisi abbastanza sintetica. Quello che vado a proporvi è un interessantissimo "hands on", una serie di osservazioni fatte durante uno dei primissimi ascolti. Non una recensione quindi, ed è questa la cosa interessante, pensieri raccolti da Fabrizio Catalano. Perchè Fabrizio Catalano?
Semplice, è una delle persone che ho conosciuto recentemente e che mi ha colpito per la sua passione e la sua sensibilità nei confronti della musica. Forse ha influito anche il fatto di essere coetanei, forse ci lega l'amore per il "rock sinfonico" o il "progressive" degli anni '70 (Genesis fra tutti). O forse perchè su molte cose ci ritroviamo d'accordo. O forse perchè Fabrizio non si occupa del genere che suono in questo disco, per capire cosa intendo basta visitare il sito che cura, www.proghifi.it o gli altri suoi progetti come il Progawards (anche su myspace). Fra tutte le impressioni avute questa è forse quella che più maggiormente si avvicina alla mia . Buona lettura.


Si parte con "So Long", melodica ballata in stile blues con ottima presenza dell'armonica. E' il classico pezzo che predispone l'ascoltatore a ciò che seguirà nel resto dell'album. Efficaci le variazioni di Fabio al piano dove si nota la più che discreta capacità di dare sonorità blues ad un modo di suonare che forse è più debitore ad altri stili. Gli ottoni e la base ritmica forniscono quel pizzico di effervescenza che permette al brano di non essere dinamicamente noioso e ripetitivo. Insomma, non siamo proprio nel campo del blues elettrico alla B.B. King o alla Clapton ma sicuramente Mazzaron riesce a fornire interessanti emozioni anche in questo contesto.

La successiva "Homeway Blues" si avvicina maggiormente allo spirito più tradizionale del blues nero. Nonostante la struttura musicale sia abbastanza rigida (il blues quello è...) bisogna dire che gli interventi degli ottoni e lo stesso cantato di Mazzaron risultano interessanti e piacevoli da ascoltare.

Stranamente, nella successiva "Blues For Mr. G.", al contrario di quanto possa far pensare il titolo, le inclinazioni jazzistiche della band escono alla luce del sole. Andamento "swingato" per una composizione che sembra esulare dal contesto generale del disco. Gli squarci flautistici del bravissimo Zuccato mi fanno venire in mente ben altri stili (Ian, grande Ian...) ma poi ci pensa il buon Fabio a far rientrare nei "ranghi" l'intera composizione. E' interessante far notare come Fabio tenda, nei suoi assoli, a spaziare tra scale e fraseggi dinamici senza mai cadere nel fraseggio noioso e ripetitivo. Bravo davvero.

"Rollin' Stone", storico pezzo di Muddy Waters (di cui mio padre è un grande fan), è stato una piacevole sorpresa per entrambi. L'interpretazione è interessante soprattuto per l'uso che fa Pandolfi dell'armonica. Fabio qui si è limitato a fare il suo compito senza strafare.

Facciamo una breve pausa per prenderci un caffé ed ecco che parte "Making Love". Ci ritroviamo in ambito rhythm 'n' blues senza che ce ne accorgiamo nemmeno. Piacevole è l'arrangiamento e la prova di Mazzaron ma è il duetto Ranghiero/Zulian ad emozionarmi (peccato che dura poco). Brano piacevolissimo che induce l'ascoltatore a ripetere più volte la riproduzione.

"Honey and Bread" inizia e qui, sia io e che mio padre, ci viene in mente lo stesso artista: Eric Clapton anzi, per l'esattezza, alcuni brani in particolare del mitico allievo di John Mayall. Qui bisogna dire che Mazzaron mi ha sorpreso: su una struttura creata apposta per sfoderare assoli su assoli, lui preferisce la strada meno virtuosa e più musicale e, per giunta, lascia spazio anche a Fabio e agli altri componenti della band di esprimersi in maniera adeguata. Soprattutto Fabio ha impressionato mio padre per l'ottima musicalità espressiva. Davvero una prova di classe da parte del duo Mazzaron/Ranghiero.

"H5N1" ci fa ritornare in ambito rhythm 'n' blues dove stavolta gli ottoni recitano un ruolo da protagonisti. Pezzo strumentale con risvolti fusion che risulta essere dinamicamente effervescente e mai ripetitivo.

Quando sembra che il disco ci abbia detto tutto quello che poteva dire ecco che "Three Cool Cats" ci sorprende piacevolmente. Dalla ritmica tipicamente latina all'intepretazione sensuale di Tiziana Guerra, il brano scorre via secondo linee debitrici al jazz che bene s'incastrano con gli interventi degli ottoni.

Il penultimo brano "Monkey Blues" si rifà, a mio parere, a determinate sonorità del grande John Lee Hooker. Non so perché ma questo brano mi ha fatto venire in mente il film "The Blues Brothers", davvero non sfigurerebbe affatto se fosse inserito nella colonna sonora. Vecchi e tradizionali brividi musicali che riaffiorano nella memoria di un appassionato di blues (mio padre) che ha costretto il figlio, per decenni, ad ascoltare la storia di questo genere...

L'ultimo brano "Maybe a Man" è una bellissima ballata dominata dall'armonica, con sottofondo di Hammond, che ci riporta alle sterminate pianure americane dove le strade si perdono all'orizzonte e dove il silenzio dell'anima fa più rumore di un temporale. Il finale è sicuramente emozionante con Pandolfi che mi ha fatto venire davvero i brividi...

Fabrizio Catalano




Ps: tempo fa ho chiesto a Fabrizio di scrivere per questo blog (una sorta di collaborazione) con l'obbiettivo di allargarne la "portata". Purtroppo i troppi impegni gli impediscono di dare una risposta positiva. Però sono riuscito a "strappargli" un post in cui ci parlerà proprio del suo settore. Stay tuned!

venerdì 26 dicembre 2008

La canzone della settimana - 16

Una bella assenza...due settimane! Due settimane di fuoco per il sottoscritto che qualcosa ha dovuto mettere in disparte.
Chiedo perdono approfittando del fatto che siamo sotto le feste di Natale e tutti siete sicuramente più buoni. Oggi vi propongo qualcosa di tranquillo da ascoltare. Non si sa moltissimo di questo simpatico chitarrista sempre sorridente, se non che è affiancato da musicisti che non si trovano in giro. Il tutto pare infatti suonato via midi (ma con degli ottimi instruments). Buon ascolto!




Ascolta tutto "Red Pearls"

mercoledì 24 dicembre 2008

Le interviste del blog: MASSIMO SALVAU

Giornalista fotografo e speaker radiofonico, Massimo Salvau conduce da molti anni “NOTE BLUES” per RADIO GOLFO DEGLI ANGELI, direttamente dalla bellissima SARDEGNA.

Fabio Ranghiero: Ciao Massimo, complimenti e grazie per dare il tuo importantissimo contributo al blues. Cominciamo con le presentazioni... da quanto ascolti il blues e soprattutto da quanto curi questa trasmissione "note blues" ? Hai intervistato veramente tantissimi artisti, fra i tanti ti va di parlare di qualcuno che ti ha colpito per qualche particolare virtù?

Massimo Salvau: Ascolto il blues dal 1994. Dopo un lungo periodo dedito al metal (4 anni di ascolto intensi che non rinnegherò mai) e qualche anno di musica grunge, ho poi conosciuto il blues. Già dal primo ascolto ho capito che non era uno stile musicale come tutti gli altri. Forse è per questo che mi ha preso dritto al cuore. Alla fine mi ha catturato completamente. Tanto da darmi la possibilità di organizzarmi un programma radiofonico. Un programma che curo e conduco dal 2000 e che mi entusiasma parecchio. Non è facile fare un programma di questo genere, su questo stile musicale, e per questo, secondo me, è anche una bella responsabilità. Anche perché intervisto tantissimi personaggi del blues italiano e, qualche volta, anche di livello internazionale (Solomon Burke, Ronnie Jones, Jono Manson…ed altri). Ecco la responsabilità di cui ti parlavo: far conoscere il blues nel modo giusto e anche i personaggi italiani che fanno blues. Dare ad ognuno di loro la possibilità di far conoscere il loro pensiero musicale, la loro musica ed anche cosa vuol dire, per loro, suonare il blues. Ed io miglioro imparando da loro. Fra tutti i personaggi che ho intervistato (fra un pò saranno 100 in quasi dieci anni di attività) non c’è uno che mi ha colpito per virtù o per la musica che fa. Tutti avevano una storia da raccontare e della musica di ottimo livello da far ascoltare. Tutti erano molto preparati ed io ho imparato molto dalle loro storie, dai loro racconti e dalla loro musica. Spero di poter continuare così ed intervistare ancora tanti altri artisti. Nel frattempo ringrazio moltissimo tutti quelli che ho già intervistato perché mi hanno permesso di portare avanti un progetto in cui credo molto.

F.R.: Allora visto che sei partito dal “metal” vorrei parlare dei miei amici “metallari”. Devo dire che ...l'abito non fa il monaco, infatti proprio questi amici mi hanno sempre sorpreso, dimostrando un'apertura mentale nei confronti di tutta la musica che è difficile da trovare. Non solo, questi “metallari” che spesso sono ingiustamente presi di mira dai media hanno (nella maggior parte dei casi) un rispetto ed un … amore incredibile per il blues! E' per questo che quando mi dici “dopo un lungo periodo dedito al metal son passato al blues” non mi sorprendi. Ci sono tantissimi elementi in comune fra i due generi, secondo me. Tu che ne pensi?

M.S.: Io, invece, penso che siano due stili musicali diversi e con storie diverse. Il metal è una sorta di rock tirato allo spasimo e in certi casi va molto molto oltre (vedi il Death Metal)…forse anche troppo! Il metal che ho conosciuto io (dal 1988 al 1992) era tutta voglia di ribellarsi, di mandare a quel paese persone (mi ricordo band come i Nuclear Assoult o Voivod…ad esempio), tutte chitarre distorte (vedi Slayer), ritmi velocissimi e violenti (vedi Wermacht….che suonavano hardcore) e c’era chi lanciava la bibbia durante i live (vedi gli Stryper) o chi beveva sangue e masticava pezzettoni di carne durante i live (vedi W.A.S.P). Il Metal era un insieme di tanti altri stili affini: glam, thrash, hardcore…etc Parlo sempre del periodo 1988 – 1992. Il blues è qualcosa di diverso. Sonny Terry & Brownie McGhee con il loro blues assolutamente semplice comunicavano alla grande e senza suonare un blues dai ritmi veloci…anzi! Muddy Waters, da solo, con il brano “You gonna need my help”, la versione acustica, riusciva ad attirare l’attenzione dell’ascoltatore, che inesorabilmente non riusciva proprio a staccarsi dal suo modo di cantare e suonare. Valutando i due stili musicali noto questo: alla fine fra i due stili c’è un modo di proporsi del tutto differente. Il blues lo fa in un modo assolutamente normale, il metal lo fa con molta appariscenza. In entrambi i casi si parla di politica, di storie d’amore, di lotta per sfuggire alla povertà, di avventure sessuali..etc…

F.R.: Mi verrebbe da chiederti qual'è la tua visione del blues in Italia, ma visto che abiti in Sardegna, paese tanto bello quanto sconosciuto per molte persone....vorrei capire come viene vissuto il blues nell'isola, se ci sono produzioni importanti o se bisogna guardare verso il "continente" con la susseguente maggiorazione nei costi ed energie da parte dei musicisti.

M.S. : Ti dico cosa penso del blues. Il blues in Italia è vivo e vegeto ed è anche di ottima qualità. Non mancano le idee, non manca il coraggio di sperimentare qualcosa di nuovo e c’è sempre voglia di migliorarsi. C’è una cosa, però, che ci impedisce di fare ancora meglio: con il blues non ci si arricchisce (economicamente intendo). Il blues è tanta fatica, tanti bocconi amari da buttar giù, poca considerazione e pochi soldi da mettere in tasca. Molti (forse quasi tutti) sono costretti a fare un altro lavoro per poter vivere ed allora si è costretti a sacrificare il blues per poter portare avanti un discorso familiare, di reddito e di vita quotidiana da affrontare. Questo significa che molte idee positive vengono “frenate” da questo ostacolo e quindi tutto va più lento, c’è meno voglia di affrontare le situazioni musicali, ci sono più rinunce e si è consapevoli delle proprie potenzialità ma bisogna guardare anche l’aspetto economico della cosa. Come si dice…alla fine il gioco non vale la candela!. E questo è davvero un peccato perché altrimenti la qualità del blues in Italia sarebbe molto più alta, le nostre band parteciperebbero più spesso a blues festival internazionali, si organizzerebbero più festival nazionali (anche se ce ne sono già tanti) e forse i media parlerebbero di più del blues italiano. Ti ho fatto questo discorso perché da noi in Sardegna “il peso economico della cosa” si sente ancora di più. Una band sarda per suonare a Milano o a Roma o comunque fuori dalla Sardegna deve prevedere costi più alti rispetto ad altre band italiane. C’è un aereo da prendere o una nave (andata e ritorno), c’è un soggiorno da sobbarcarsi ed anche un eventuale trasporto (macchina, treno o bus). A tutto questo aggiungici che quando arrivi a destinazione suoni quasi gratis o comunque ciò che ti danno spesso non bilancia le spese. Molti festival e locali della penisola queste spese non vogliono sostenerle e dunque le cose sono due: o paghi di tasca tua oppure semplicemente rinunci. Il blues, da noi in Sardegna, viene vissuto proprio in questo modo. C’è un movimento che più o meno esiste, fatto di band che si contano sulle dita di una mano, che sono di ottimo livello ma suonano poco perché hanno tutti un altro lavoro. L’entusiasmo non manca ma vige anche un certo scetticismo, la voglia di confrontarsi non manca di certo e da tempo hanno ormai quasi rinunciato ad andare nella penisola perché non c’è la convenienza a farlo. Però bisogna anche dire che quelle poche volte che le band sarde si sono mosse dalla Sardegna hanno poi fatto parlare di se. E’ il caso dei Roots and Blues di Cagliari (il caso più recente) che al Festival di Rovigo per un pelino hanno sfiorato la vittoria e non sono poi andati a Memphis. Al momento attuale il nostro rappresentante più quotato è Francesco Piu, che ormai suona più nella penisola che non in Sardegna. Il suo, però, è un caso particolare. Suona da solo e con artisti del luogo, non si porta dietro una band. Quindi non ci sono tutte quelle grosse spese che di solito ci sono per una band. Tra i festival di musica neroamericana c’è sicuramente il Narcao Blues che in oltre vent’anni di attività ha portato nella nostra regione personaggi assolutamente insperati (John Mayall, James Cotton, B.B. King, Charlie Musselwhite e tantissimi altri), ha dato la possibilità a molti artisti italiani che fanno blues di esibirsi e che, nonostante le difficoltà economiche con finanziamenti regionali e altro, va avanti come un treno. Avevamo anche il Rocce Rosse & Blues ma…sta diventando sempre meno blues. Comunque qualcosa sta cambiando, in positivo. Stanno nascendo nuovi festival. Speriamo che durino. E per quanto riguarda i locali dediti solo ed esclusivamente al blues…semplicemente non c’e ne sono.

F.R.: Purtroppo la situazione che descrivi è reale. Ma non pensiamo ai soldi per un attimo. Secondo te c'è anche un problema culturale? Se ci fosse più ascolto di Blues (e generi ad esso collegati naturalmente) forse ci sarebbero più investimenti nel settore. Più soldi insomma. E quindi più appagamento, meno frustrazione. Più musica. Esiste, secondo me, un potenziale pubblico pronto a capire il genere, pronto a muoversi per ascoltarlo, pronto a valorizzarne gli artisti. Solo che non arrivano input in quanto il business è altrove. Che ne pensi?

M.S. : Intendiamoci: chi suona il blues non è per nulla frustrato o per nulla appagato…anzi!! Se c’è uno stile musicale che ti da delle enormi gratificazioni questo è proprio il blues!!! Solo che alle volte ti rendi conto che magari vorresti fare di più….e non puoi farlo, perché non ci sono le disponibilità economiche! Tornando alla tua domanda…non credo che sia un problema culturale perché ormai l’aperura mentale dell’ascoltatore medio è tale che ascolta quasi tutto indistintamente e con una certa attenzione. E quindi è in grado di capire e distinguere certe differenze musicali, e di apprezzarle. Come dire….ha affinato l’orecchio! E comunque far ascoltare di più il blues non vuol dire diffonderlo maggiormente, idem scrivere di più di blues o parlare di più del blues. Alla fine tu dici bene….gli input sono altrove! Non c’è nulla da fare. Dietro questi input c’è anche un discorso di marketing e di contatti con radio e televisione. Alla fine tutto è un business. Il vil denaro occorre sempre! Alla fine il blues rimarrà uno stile musicale per molti ma non per tutti. Lo è sempre stato. Lo dice la storia del blues, lo dice la storia della musica. In ogni caso è importantissimo parlare, suonare o scrivere sempre di blues. Anche se la platea, gli ascoltatori e i lettori sono pochi intimi.

F.R.: Restiamo sempre a contatto con il blues. Può ancora dire molto ai giovani e in questo che ruolo può giocare la radio?

M.S. : Il blues, secondo me, è quasi una filosofia di vita. O lo senti dentro o non lo senti. E’ uno stile musicale che ti da delle grandissime soddisfazioni. Sia che tu lo suoni, che lo fai ascoltare o che lo scrivi per una rivista alla fine senti dentro di te delle sensazioni di appagamento assolutamente uniche. Non che gli altri stili musicali non siano la stessa cosa ma…il blues è il blues. Chi se ne occupa da anni (vedi Fabio Treves o Edoardo Fassio..e non solo loro) penso che capisca quello che voglio dire. Il blues può insegnare molto ai giovani e la radio ha un ruolo importante, però io dico che ad avere un ruolo importante sono soprattutto coloro che fanno ascoltare il blues in radio. Lo devono fare con la responsabilità di chi sta insegnando ai giovani (e non solo ai giovani) a distinguere i vari stili del blues, a conoscere il significato del blues, la sua storia, i suoi artisti e quant’altro. Il blues bisogna farlo conoscere in tutte le sue parti ed è per questo che chi ne parla deve conoscerlo bene e quando lo presenta, o lo fa ascoltare, lo deve sentire prima di tutto dentro di se. E comunque non dimentichiamo che alla fine la radio è solo uno strumento, se mancano gli uomini giusti a far conoscere questo stile musicale (speaker, giornalisti, musicisti, direttori artistici e quant’altro) alla fine il tutto è solo musica che va in onda e voci.

Le opinioni rappresentano gli autori, e pur nella libertà concessa a chiunque di leggere e riprendere i contenuti, nessuna modifica può essere giustificata se non quando autorizzata dal firmatario.

martedì 23 dicembre 2008

10.000 visite !


In questi istanti il blog "tocca" 10.000 visite, dopo 2 anni. Non male per un blog che spettegola sul sottoscritto, non male visto che a dicembre eravamo a 2000. La "media" si alza ogni giorno che passa così come i minuti che vi soffermate sul mio blog.
Tante cose sono ancora da fare, tante cose si possono ancora fare.

Nel frattempo, GRAZIE a tutti !!!


Foto di Dennis Ziliotto, 1995

lunedì 22 dicembre 2008

Aria di Natale: Wiimusic

I post di questa settimana sono molto ambiziosi, a partire dal titolo! Oggi vi parlo di Wii music. Spiegare a fondo cos'è non è facile e, al solito, mi farò aiutare da un video:



Il gioco in questione è forse il più ambizioso fra quelli sviluppati da NINTENDO per console WII. Portare sullo stesso livello musicisti è il sogno di molti, e forse questo è un primo importantissimo passo. Qui non si tratta di abbattere mostri vari o raggiungere un determinato score. E nemmeno di assaporare un amaro GAME OVER.
In WII MUSIC siamo tutti invitati a fare musica.

Tanti sono i giochi in cui siamo chiamati a suonare questo o quello strumento. Recentemente abbiamo visto "guitar hero" che ci vedeva tutti chitarristi. Andando indietro nel tempo ricordo "donkey konga" (bonghi) o "samba de amigo" (maracas).
Ma in Wii Music abbiamo a disposizione oltre 60 strumenti. E lo scopo non è eseguire delle semplici cover facendo attenzione a non sbagliare la nota. Il vero e proprio motore di questo gioco è improvvisare e riorganizzare il brano come meglio ci aggrada. Avete voglia di rifare "Every breath you take" dei Police in versione jazz? "Woman" di John Lennon in versione reggae? "The Legend of Zelda" per piano solo? Tutto è possibile, con tanto di video del brano e scelta della migliore copertina, con possibilità di condividere tutto con altri utenti di Wii music tramite la connessione internet.

Ogni brano può essere risuonato utilizzando le sei tracce presenti. Non vi piace il piano e volete inserire una parte di chitarra? Al posto del basso elettrico volete un contrabbasso? Divertiamoci a cambiare le carte in tavola. Non è necessario essere musicisti, come dicevo. La cosa più importante è aprire la mente e abbandonarsi alla voglia di suonare che c'è in tutti noi. Un maestro virtuale prende per mano il giocatore e spiega l'utilizzo originale degli strumenti attraverso il wiiremote (l'originalissimo pad che percepisce i nostri movimenti), lo guida attraverso i vari arrangiamenti ed infine illustra in profondità e con chiarezza i vari stili presenti.

Seguo lo sviluppo di questo gioco fin dalla sua prima presentazione, circa due anni fa. Ora finalmente è uscito (fine novembre) e fin dalle prime battute mi sono accorto del suo potenziale. Creare una serie di alternative a brani più o meno famosi e metterle in condivisione con possibilità di infinite variazioni nello stile e nel tempo. Partecipare attivamente ad un brano musicale e non passivamente.
Già nei miei servizi su "Noodle" auspicavo questa realtà. Scegliendo "Creative Commons" speravo proprio in cose come questa. Rielaborare pensieri musicali e perchè no migliorarli, anche stravolgendone l'idea di base.

Wii music ci presenta tutto sotto forma di gioco ma....non dimentichiamo che l'approccio alla musica è un gioco.

In questi giorni sono alle prese proprio con il top game della Nintendo. Se siete già possessori della console e del gioco contattatemi per lo scambio del codice (tramite questo scambio è possibile condividere le canzoni create con wiimusic).

Se invece ancora non avete tutto questo ma vi ho fatto venire l'acquolina in bocca....ecco qualche altro video e una panoramica di quello che serve per cominciare questa splendida avventura!

GIOCARE A WII MUSIC: COSA SERVE

- un televisore
- una console wii, un wiiremote e un nunchuk (tutto presente nella confezione Wii - circa 250 euro)
- il gioco wii music (circa 49 euro).
- possibilmente una connessione internet wi-fi (per avere la possibilità di condividere i brani)

Sono a vostra disposizione per qualsiasi domanda o dubbio!





venerdì 19 dicembre 2008

Brevissime news

In questi giorni non ho moltissimo tempo per seguire il blog. Devo veramente scrivere tantissime cose.... i nuovi articoli sul DS10, un nuovo "gioco" musicale da presentare, la canzone della settimana (!!!! ritardissimo), interviste e tante altre cosucce. Purtroppo una serie di contrattempi hanno causato molti ritardi un po' in tutti i miei progetti.
Nessun problema, spero di riposare quel che basta durante le feste (non le vacanze) natalizie.

Vi segnalo e rigrazio il blog di Enza che oggi mi dedica un post.

Inoltre eccovi una foto (da cellulare) del mio ultimo acquisto.... Non dico nulla sono ai primi ascolti, è il remaster (sacd, cd e dvd -dts e dolby digital) dei primi cinque album dei Genesis. Un lavoro che fa gridare al miracolo, non il solito "abbellimento". Ma ne riparleremo.

mercoledì 17 dicembre 2008

Four Fried Fish su Facebook

In quest'ultimo periodo si parla moltissimo di facebook...gli effetti si son visti perchè gli iscritti (soprattutto in Italia, sede di questa campagna pubblicitaria) aumentano ogni giorno. Ogni giorno scopri di avere un nuovo amico....

Io non capisco molti dei discorsi che si fanno su Facebook e dico apertamente che mi piace! E' chiaro, semplice e soprattutto molto meglio di myspace. Funziona e quando non funziona è per colpa degli utenti (privacy).

Comunque mi pareva giusto inaugurare una pagina dedicata ai Four Fried Fish. In questa pagina trovate un riassunto di tutto quello che hanno fatto e di quel che faranno, si possono condividere impressioni e ascoltare, a rotazione, gran parte dei brani del cd (che chiaramente entro Natale dovete acquistare).

Ecco il link.

Iscrivetevi (si può essere iscritti e mantenere una privacy altissima credetemi), sarà un ottimo modo per tenervi e tenerci in contatto. E speriamo che l'anno prossimo porti più concerti. Noi teniamo duro, non è il miglior momento per avere un CD da pubblicizzare ma teniamo duro...abbiamo tenuto duro per 20 anni !!


Ultime notizie:

- è prevista un'altra intervista che per motivi di tempo non posso pubblicare domani. Sicuramente entro i prossimi giorni potrete leggerla, nel frattempo rileggetevi le precedenti a Fabio Treves, Michele Lotta e Cesare Pegoraro

- c'è un progetto di cui vi parlerò, un progetto che mi tiene lontano dal postare i soliti "branetti" ..... mi rifarò l'anno prossimo promesso!!!

martedì 16 dicembre 2008

Nintendo Korg DS 10 - il vento



Pubblico questo video in seguito ad una richiesta avuta proprio qui nel blog. Come si ottiene il vento? Come potete notare è semplicissimo, basta seguire le mie istruzioni:

1- accendete
2- entrate in un file "init"
3- entrate nel sequencer 1 e riempite tutti i sedicesimi della pattern
4- entrate nel menù del gain e selezionate il "legato" per tutte le note
5- entrate nel sequencer-drum ed annullate i colpi di grancassa
6- andate nella gestione del sinth e selezionate la forma d'onda "noise" (è il primo oscillatore, ruotate tutto a destra), l'oscillatore 2 è spento di default
7- chiudete il cutoff ed il gate, a piacere
8- entrate nel kaoss pad (terzo pannello) e ... buon divertimento!!!

Per qualsiasi dubbio, contattatemi o commentate il post!

Avevo intenzione di scrivere qualcosa di più approfondito su sequencer e programmazione di questo DS-10.... Non preoccupatevi, a suo tempo pubblico tutto!

venerdì 12 dicembre 2008

The national bank

In Italia arrivano le briciole della produzione estera. Per esempio, questi "the national bank" chi li conosce? Gustatevi il concerto, spero vi piaccia ! Affascinante lo spettacolo di luci.



E...visitate www.fabchannel.com. Tutti i concerti del "Paradiso" di Amsterdam in streaming !!!!

giovedì 11 dicembre 2008

Catfish for Breakfast su SILENT RADIO


Un'occasione ghiotta per ascoltare il CD "Catfish for Breakfast" per intero domani su SILENT RADIO. Dalle 11 alle 12 di domani 12 dicembre potrete gustarvi l'ottima "maybe a man" o ballare sulle note di "makin' love". Un'occasione per ascoltarvelo e...perchè no....farvi un bel regalo di Natale (se ancora non ve lo siete fatti) acquistando il cd su LUDOMENTIS. Un grazie ed un benvenuto alla nuovissima radio!

mercoledì 10 dicembre 2008

Le interviste del blog: CESARE PEGORARO

Da quasi 20 anni Cesare Pegoraro cura la trasmissione “around the blues” su RADIO SHERWOOD, storica radio di Padova. La sua passione e il suo amore per la musica ne han fatto una trasmissione culto per tutti gli ascoltatori nonché un ritrovo obbligato per tutti i musicisti.

The musical blog: ciao Cesare! L'appuntamento settimanale con la tua trasmissione blues su Radio Sherwood è un piacevole ritrovo per tutti gli amanti del genere e non. Non è un programma nato ieri anzi da parecchi anni ci tiene compagnia. Quando è cominciata la programmazione ?

Cesare Pegoraro: il programma è nato nella prima metà degli anni 90 da un’esigenza di cambiamento, trasmettevo da Radio Sherwood quasi da 10 anni occupandomi di musica rock in generale; questo genere stava vivendo un remake che lo riportava a sonorità (di sicuro gradite) degli anni 70, per me un dejà vu. Per cui ho deciso di dedicarmi alla musica che ha sempre avuto un posto privilegiato nel mio cuore: il Blues. Di sicuro la trasmissione è per gli addetti ai lavori ma certamente non sono i privilegiati, io spero di avere ascoltatori giovani e che attraverso il Blues possano capire sicuramente meglio anche il Rock o il Jazz. Dico sempre che la formazione musicale ce la facciamo ascoltando tutta la musica non bisogna mai ragionare a compartimenti stagni. Negli anni il programma è molto cambiato, sono passato da far ascoltare brani al proporre direttamente l’artista in studio che esegue i suoi brani in diretta, sono nate collaborazioni come quella con Paolo Ganz che partecipa mensilmente al programma o a quella con Giorgio Fairsoni che ha scritto e interpretato la nuova sigla.


TMB: Ottimi collaboratori direi! Il momento live nelle tue trasmissioni è sempre emozionante. Mi piacerebbe sapere come si comportano i musicisti in queste occasioni. Sono sempre preparati alla situazione o ci sono sorprese dell'ultima ora , tipo mancano i cavi, gli strumenti ecc ecc. Inoltre, quanto soddisfatto sei personalmente di questo momento? E' un angolino che proponi malvolentieri o un appuntamento che regala emozioni anche a te?

C.P: I musicisti nel live hanno sempre onorato con la loro presenza la trasmissione, qualcuno di sbadato, è vero, c'è anche stato ma in generale tutto si è sempre svolto nel migliore dei modi. Amo molto avere ospiti, vivacizza la trasmissione, c'è la possibilità di far ascoltare musica dal vivo, serve a farti crescere, se vogliamo dire, dal punto di vista professionale, inoltre per gli artisti è un modo per farsi conoscere, si raccontano, cosa che non sempre hanno il tempo di fare durante i concerti.


TMB: La tua attività è strettamente legata alla radio. Si diceva (anche in una canzone) che il video avrebbe ucciso le star della radio. Oggi non è proprio così anzi le radio resistono e non solo, dicono la loro con una programmazione invidiata. Dove si può si approfondisce molto più che in televisione. Certo si vorrebbe (e vorrei) ancora di più ma non possiamo lamentarci soprattutto con la possibilità di farla ascoltare in tutto il mondo, attraverso la rete. Cosa ne pensi? E' un media ancora così importante? E restando nell'ambito del Blues...troverà sempre un piccolo spazio tutto suo?

C.P.: Penso che la radio non morirà mai, magari cambierà la forma (vedi internet) ma la sostanza rimarrà sicuramente inalterata. Come dice la canzone di Finardi con la radio si può scrivere, leggere e cucinare….Soprattutto da la possibilità alla fantasia di volare, tu ascolti e ti fai le immagini a tuo piacimento questo la rende di sicuro differente e vincente rispetto alla tv. Certo ci sono radio e radio ma c’è ancora la possibilità di scegliere. Il ruolo forte il Blues c’è l’ha e ce l’avrà sempre, il fatto stesso che noi stiamo qui a parlarne, ne è una dimostrazione; io sono arrivato al Blues ascoltando il Rock e ho fatto il percorso a ritroso, ho scoperto di non essere stato l’unico. Di sicuro non bisogna chiudersi, bisogna dialogare con le varie influenze musicali, il Blues moderno è quello che non ha paura di farsi contaminare.


TMB: mi piace quest'ultima frase “il blues moderno è quello che non ha paura di farsi contaminare”. Nel nostro ultimo Cd non abbiamo avuto paura di “uscire” dal canone infatti. Ma volevo fare un'osservazione: il blues è stato il “motore” della maggior parte della musica moderna (rock'n roll, jazz, rock, pop). Insomma, la musica moderna si è fatta contaminare spesso e volentieri. Ora, generalizzando, dovrebbe essere il contrario? E questa apertura (più che giusta) potrebbe, nel tempo, portare ad un nuovo genere ? Il blues, nella sua essenza, potrà essere ancora motore o deve aprirsi per sopravvivere?

C.P.: Quello che penso in primis è che i vari generi consolidati non moriranno mai,detto e assodato questo ritengo che il Blues sarà comunque sempre motore e come buon motore per andare avanti e rendere al meglio ha bisogno di carburante. Per cui ben vengano l'abilità e la fantasia di tutti quei musicisti ed artisti che hanno voglia di contaminarlo.

TMB: sei stato vicino al blues non solo con la tua trasmissione ma anche andando ai concerti, parlando con tutti i musicisti (anche prima e dopo la trasmissione quando è il momento di cenare o bere qualcosa). Devo dire che la tua presenza è stata importante per tutti noi perchè ci hai sempre garantito una certa visibilità. Ma è anche vero che è un'isola felice... com'è la realtà?

C.P: In Italia la lotta, se così possiamo definirla, non è per la sopravvivenza, è difficile sicuramente, ma devo dire che la qualità delle nostre proposte è molto buona. La Band di cui fai parte ne è un esempio. Una cosa è triste nel nostro paese, manca nella scuola un’educazione all’ascolto musicale. Di sicuro se questo fosse curato e considerato ci sarebbero molti più appassionati anche per il Blues.

TMB: Scuola.... caschiamo a fagiolo perchè in queste settimane se ne parla molto. Soprattutto per la musica, non è una novità, i fondi sono sempre meno. E una società senza musica, senza cultura, è destinata in un certo senso a morire. Senza parlare della gestione attuale, cosa si è sbagliato negli ultimi 20 anni? Solo soldi o anche programmi, ore di musica, stimoli....

C.P.: Forse per darti una risposta precisa sugli ultimi 20 anni non sono molto adatto, quello che so per certo è che alla musica non sono mai state dedicate tante risorse (quando andavo a scuola io poi erano praticamente inesistenti ). Di sicuro adesso, con i nuovi provvedimenti, andremo ancora peggio. Invece di tagliare le spese militari si tagliano i fondi all'istruzione pubblica, alla ricerca che sono la linfa per uno stato democratico. A mio avviso bisognerebbe inserire un corso di musica in
qualsiasi grado e tipo di scuola anche professionale e tecnica, non tanto per imparare a suonare, ma ad ascoltare far conoscere i vari generi. E poi maggiore attenzione da parte dei genitori verso i figli e fare ascoltare loro musica fin da piccolissimi.

Le opinioni rappresentano gli autori, e pur nella libertà concessa a chiunque di leggere e riprendere i contenuti, nessuna modifica può essere giustificata se non quando autorizzata dal firmatario.

venerdì 5 dicembre 2008

Stasera a Noventa Vicentina escursione musicale con BANDANERA

Questa sera al GARAGE CAFE' di Noventa Vicentina (via C. Porta ) apparirò come "guest" al concerto dei Bandanera. A dire la verità suonerò tutto il concerto, anzi ora sto provvedendo a ripassare i ben 25 brani del set... speriamo bene! Il genere è soul con tanto di sezione fiati, voce e cori. Se volete sfidare il brutto tempo, venite a trovarci!


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mercoledì 3 dicembre 2008

Le interviste del blog: FABIO TREVES

Se c'è una persona che rappresenta non solo il blues in Italia ma tutti i bluesman italiani, quella è Fabio Treves. Armonicista e cantante, fra i primi a far conoscere il Blues nel nostro paese con la sua “Treves blues band”, da decenni vive fra il palco, lo studio di registrazione e i microfoni di RADIO LIFEGATE. E' anche redattore dell'ottima rivista “Jam”


The musical blog: Ciao Fabio, una bella scoperta che ho fatto ultimente è che oltre ad essere il “puma di Lambrate”, l'armonicista che da sempre diffonde il buon blues in Italia con la sua voce e la sua armonica, sei un giornalista (scrivi per Jam) e un conduttore radiofonico. La tua trasmissione, “Life in Blues” è ascoltatissima e molto apprezzata. Da quanto sei attivo in questo progetto e come sei approdato in LIFEGATE?

Fabio Treves: La trasmissione nasce per iniziativa del Puma di Lambrate 5 anni fa, la radio è una grande passione avendo anche iniziato la PRIMA trasmissione di Blues su una radio "libera" come Radio Popolare nel lontano 1977 ed un anno prima sull'emittente milanese Canale 96! Ho chiesto a Lifegate se interessava un'ora di BLUES, loro hanno accettato e il cammino insieme va avanti senza intoppi o impedimenti alcuni.

T.M.B.: Suppongo che lavorare in radio sia una cosa piacevole e stimolante. E' una cosa che ti ha arricchito ? Grazie alla radio hai conosciuto persone interessanti che magari non avresti mai incontrato?

In radio certo ho incontrato sempre,nelle mie precedenti ed attuali collaborazioni, persone simpatiche..Soprattutto a Rock FM,(perchè non lo nego in me alberga sempre e comunque anche un cuore che pulsa ROCK..) in 16 anni ho potuto incontrare ottimi colleghi intenditori di buona musica, ma soprattutto ho ospitato un sacco di amici bravi, ma bravi davvero: James Cotton ,Willy De Ville, Huey Lewis, Billy Branch, Chuck Leavell, Little Steven, Robert Palmer, Sugar Blue, Joe Bonamassa, Robben Ford, ZZ Top, Jonny Lang,Jerry Portnoy,John Popper,Jono Manson e chissà quanti altri dei quali in questo momento non ricordo il nome....la radio sta ritornando in auge, grazie anche alla bassezza culturale delle TV, siano quelle di stato o private, se la musica è identificata in programmi come “amici”, “buona domenica” o “scalo 76”..siamo davvero messi male...ARBORE! ARBORE! Dove sei? Ma che programmi erano i suoi (un minuto di raccoglimento per DOC – n.d.r.)? Era avanti un'era...Forse per questo che non lavora più in RAI.....

T.M.B.: Un ritorno di Arbore sarebbe gradito. Ma ancora più gradito sarebbe scoprire chi sono dei nuovi “Arbore”. Ci sono sicuramente ma magari non riescono ad emergere a livello nazionale proprio a causa della bassezza culturale di cui hai parlato. Il blues, a livello di media, ne ha risentito tantissimo. Se prima poteva arrivare a far parlare di se oggi è dura . Ti provoco: ma il blues è morto? C'è ancora, o rivive in altri generi ? In modo particolare in Italia che situazione troviamo?

F.T.: Mi dici per favore da dove hai preso la notizia? E questo "qualcuno" chi sarebbe? A me pare proprio il contrario, chiude il Festivalbar, le discoteche perdono pubblico, la discografia "ufficiale" è in crisi profonda ed invece in Italia, ci sono più rassegne di Blues che in altri paesi, e sono rassegne di grande spessore e livello, basterebbe chiedere alle agenzie degli artisti americani se l'Italia è un paese appetito o no? Milano,capo D'Orlando,Pistoia,Brindisi, Torrita di Siena ,Vascon di Carbonera,Ameno, San Vittore Olona, Castel San Pietro, Narcao, Nureci,Oristano, Varazze,Savona...solo per citare qualche città e paese che ogni anno presenta cartelloni davvero interessanti..E i CD autoprodotti di bands che suonano blues vendono come quelli che hanno firmato contratti"capestro" con le multinazionali discografiche.."

T.M.B.: E' vero, ci sono molti festival in Italia, e questo significa possibilità di ascoltare il blues dove questo da il massimo, nel concerto live. In molti casi hanno un bel successo anche e...durano nel tempo. Bene, ma ora senza polemica guardiamo qualche dato. La maggior parte dei festival ha in cartellone artisti stranieri. Io considero (da sempre) il musicista italiano uno in gamba, con molte cose da dire, addirittura nei casi migliori all'altezza delle proposte straniere. Qualcosa non quadra? Se abbiamo musicisti eccelsi (e io ne sono più convinto) perchè non si ritrovano facilmente a suonare nei festival italiani (se non accompagnando questo o quell'artista)? Problemi di qualità o problemi "commerciali" ? O magari va bene così?

F.T.: "ESTEROFILIA, ecco il problema,organizzatori, critici (e in cascata il pubblico) si è convinto che un nome straniero sia COMUNQUE più degno di nota o di essere pagato le cifre di un ITALIANO... Certo se paragoniamo B.B. KING all'ultima band nata ieri in un qualsiasi paese di casa nostra non serve a niente l'accostamento, ma a parità di cachet e/o di richiamo di pubblico, ci sono gruppi italiani che superano eccome il nome straniero.. e per non fare torto a nessuno non faccio alcun nome..ma vallo a far capire all'organizzatore del Blues Festival! E poi ci sono certe agenzie che "spacciano" per nuovo talento del Blues chiunque arrivi dagli States! Per fortuna che poi è il pubblico a determinare il successo di un Festival su di un altro.. Il problema vero che a me interessa sottolineare è che certe agenzie specializzate dovrebbero RINGRAZIARE pubblicamente chi, giorno dopo giorno, porta in giro in Italia il Blues, siano i gruppi affermati o gli emergenti che fanno sempre più fatica a farsi conoscere (per i motivi sopracitati..)e chi ne parla, e chi ne scrive, e chi va nelle scuole od organizza seminari. Ed invece alcune agenzie credono di essere loro i responsabili del successo del BLUES nel nostro paese. A costo di sembrare antipatico a qualcuno , io dico a voce alta che il Signor Giancarlo Trenti della Slang Music, cittadino onorario di NEW ORLEANS, dovrebbe essere insignito del titolo di CAVALIERE DEL LAVORO, per la sua trentennale missione a favore del BLUES...e che dire di Gianni Ruggero della GROOVE COMPANY? Milano, Borgosesia, Lodi, Alessandria città che hanno organizzato insieme alla Groove rassegne internazionali di Blues che non hanno niente, ma proprio niente da invidiare a molte rassegne eurpee. Spesso si lavora all'osso, non ci sono superguadagni o ricarichi esagerati, ma alla fine il lavoro serio e la professionalità pagano eccome..Come vedi io non ho fatto alcun nome di musicisti italiani, ma prima o poi, spero presto, sono sicuro che tutti noi vedremo riconosciuto il nostro ruolo, con la stessa dignità, alla pari dei nomi stranieri...

T.M.B.: Facciamo un passo indietro (o avanti) e torniamo alla radio. E' ancora un media valido per far ascoltare il blues? E come deve essere proposto, in modo classico o “studiando” nuovi programmi? Deve diventare più commerciale e spettacolare o non deve compromettersi?

Ma mi spieghi da dove ti arrivano queste idee? Il BLUES è la musica per chi non vuole omologarsi, per chi vuole raggiungere la meta facendo fatica, per quelli che non amano prendere pasticche per stare insieme e bene con i loro amici, il Blues è la risposta intelligente e non inquinante alla musica spaccatimpani, e nessuno nel BLUES vuole porsi come obiettivo quello di andare ospite da Costanzo o da sua moglie, e/o di vendere dischi, c'è già Zucchero che lo ha fatto, e saranno anche fatti suoi. Ognuno nel BLUES cerca di parlare con il cuore e la passione, non con l'orecchiabile. Quando suoni o ascolti il BLUES ti deve venire voglia di alzarti in piedi, di urlare, di ballare, di pensare, di amare. E poi lo spettacolo credo che B.B. King, Santana, Clapton o la Treves Blues Band (scusa la modestia...) già lo facciano ed anche bene. Prova a chiederlo all'uscita di un loro concerto.....

E vogliamo parlare dei messaggi del BLUES? Credo che nessun appartenenti a baby gang o ragazzotto amante di "bullismo" ascolti o abbia mai ascoltato o sappia cosìè il BLUES... Il BLUES è un genere musicale ma anche uno stile ed una filosofia di vita, incentrato su valori sani e mai andati "fuori moda" come la solidarietà, l'impegno civile e l'amicizia. Vi ricordate BLUES BROTHERS? Al di là dei singoli personaggi c'era una morale molto bella, siamo in missione per conto di DIO o del BLUES, le cause buone sono al primo posto, far conoscere il Blues ed i suoi maestri è per me, ormai da quasi 35 anni un imperativo morale e categorico.

T.M.B.: E' molto bello quello che hai scritto, ma è anche vero che l'appartente ad una baby gang difficilmente avrà la possibilità di ascoltare questa musica e magari di dare un nuovo corso alla sua vita, proprio grazie a questo incontro. E a me piacerebbe che ci fosse questa possibilità. Premesso che è, forse, un sogno, a me piacerebbe che qualsiasi persona, a qualsiasi ora del giorno, accendendo la radio (anche ascoltando via internet chiaramente) avesse anche una minima possibiltà di ascoltare "the cat" come apertura di un programma dedicato alla musica che ci piace tanto. O magari, andando oltre, avere più possibilità di ascoltare qualcuno che la suona bene dal vivo. Secondo te resterà un sogno (con le eccezioni che conosciamo) ? Nei miei pochi e brevi viaggi all'estero amo accendere la radio e capire cosa viene trasmesso. Un programma di blues l'ho sempre trovato e non in orari....proibitivi. Trasmissioni come la nostra vecchia "doc" all'estero sono frequenti. Insomma, qui da noi va bene così, ci dobbiamo adattare o ....si può fare qualcosa. Anzi, dato per scontato che noi facciamo qualcosa (e tu fai molto)...può succedere qualcosa???

F.T.: Non sono molto ottimista sugli altri, lo sono per quello che faccio io, da anni..sono stato "tacciato"qualche volta di dare TROPPO spazio su JAM, la rivista per la quale collaboro da..una vita..ai gruppi alla loro prima esperienza discografica, spesso mi mandano Cd autoprodotti ed io preferisco parlare di loro che non del solito Cd dei soliti noti (stranieri). Proprio perchè il BLUES si diffonde tra i giovani, di vari ceti sociali , anche attraverso il lavoro di giovani band. Io ho suonato dovunque (carceri, scuole, ospedali, centri di recupero, oratori e centri sociali autogestiti) e credo che non esista una musica così immediata e ricca di fascino e suggestione come il BLUES. Anch'io credo che un bullo non nasca bullo, ma sono convinto che i media e genitori disattenti e frenetici e/o stressati possano fare danni seri sullo sviluppo psico/fisico/culturale/apprendimentale dei figli. Ed è per questo che ho coniato il motto BLUES alle masse, le MASSE al Blues...AI MUSICISTI che leggeranno queste parole, andate a suonare DOVUNQUE, anteponete la musica, il divertimento, la missione per la diffusione della buona musica, agli euro, al finto "successo"...Io ho fatto così, non pretendo che altri facciano la mia stessa strada, ma da"vecchio" del "Blues made in Italy", vi posso dire che alla fine "The sun is gonna shine on your backdoor someday"...purtroppo quest'ultima toccante frase non è mia....


Le opinioni rappresentano gli autori, e pur nella libertà concessa a chiunque di leggere e riprendere i contenuti, nessuna modifica può essere giustificata se non quando autorizzata dal firmatario.

martedì 2 dicembre 2008

Le mie piccole, simpatiche spese di novembre

E' difficile starci dietro, manca sempre il tempo. Ma eccomi qui a raccontare di come ho speso qualche euro in musica anche questo mese. Partiamo con ben 2 CD :

- Jason Hann - YAMAMA (ritmi dall'Africa dell'EST, per cambiare totalmente direzione, acquistatelo o ascoltatelo qui - imperdibile)
- Charlotte Martin - REPRODUCTIONS - (una brava cantante americana per tutti quelli che amano Kate Bush , il suo sito per conoscerla e il solito url cdbaby per acquistare il cd)

Passiamo invece ora agli scaricamenti (ehehe), ai downloads. Agli mp4 acquistati su iTunes:

- Katie Webster - THE SWAMP BOOGIE QUEEN (una grande pianista blues purtroppo scomparsa)
- L'Aura - DEMIAN & INEDITI (vi raccomando questa brava cantante e pianista - compositrice italiana, a breve voglio parlarvene perchè non è la solita artista legata ai classici canali di marketing)
- Eddy Louiss - NARDIS & CONFERENCE DE PRESSE (con Michel Petrucciani, live) (un grande dell'Hammond in due imperdibili album)

Come potete vedere ho acquistato due CD autoprodotti molto buoni di artisti sicuramente sconosciuti. Per quel che riguarda il download, questo mese mi sono concentrato nel recuperare alcune registrazioni che avevo perduto, si tratta di nomi molto importanti ma comunque, nel loro piccolo, sconosciuti alle masse. Sempre di codice eretico si parla!

Buon ascolto!

lunedì 1 dicembre 2008

Ancora qualche foto


Sul sito del Top Audio 2008 sono comparse alcune foto del concerto di presentazione del CD (parlo sempre dei Four Fried Fish). Ne pubblico due, quelle che han risentito meno della compressione. Le altre qui.

venerdì 28 novembre 2008

Bolo's Band a Marghera - Fucina Controvento (miniconcerto + jam finale)

Se volete suonare con il sottoscritto non mancate all'appuntamento di domenica 30 novembre a partire dalle 22.00 . Un miniconcerto iniziale della Bolo's Band introdurrà una notte dedicata alle jam session a base di blues. Un applauso al locale organizzatore, la "Fucina Controvento". Di seguito tutte le indicazioni per arrivare.


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Come arrivare

giovedì 27 novembre 2008

La canzone della settimana - 15

Potete crederci o no, John Young è uno dei primi artisti di cui vi volevo parlare ed è rimasto "nel cassetto" chissà per quale motivo. Su we7 trovate gran parte della sua produzione, se non tutta. Questo brano fa parte di un CD uscito nel 2002 e che probabilmente acquisterò su CdBaby perchè merita veramente. Voi logicamente potete ascoltare e soprattutto effettuare il download dei brani. L'artista ne guadagnerà sempre qualcosa!




Tutto su John Young

Acquista su CdBaby

mercoledì 26 novembre 2008

Le interviste del blog: MICHELE LOTTA

Michele Lotta è attivissimo da sempre nel campo del blues. Come scrittore ha collaborato con “il blues” “musica jazz” e “blues time”. Come fotografo è stato pubblicato nelle maggiori riviste italiane. Come musicista ha collaborato con moltissimi bluesman come Nine Below Zero, John Primer, John Hammond. Da qualche anno cura lo spazio per il blues “KBLF” (2000) e il movimento culturale “Spaghetti & Blues” (2003).


Ciao Michele! Posso dire che sei “dentro” il blues come poche persone.... Musicista, fotografo, scrittore. Oggi voglio cominciare a chiederti qualcosa di “Spaghetti & Blues” che rappresenta forse il tuo progetto più ambizioso e culturale: dare spazio e voce al Blues italiano nel web.

Spaghetti & Blues è nato come “movimento culturale autogestito”. La definizione, che a qualcuno potrebbe apparire ridondante, definisce in realtà sia lo spirito che le finalità del progetto.
L’intenzione è occupare uno spazio vacante nel web con un sito che affronti il tema del Blues (prevalentemente di quello italiano) dal punto di vista storico, recuperando momenti e personaggi che i più giovani rischierebbero di perdere per sempre. Riteniamo infatti che sia assolutamente necessario fornire quelle informazioni che diano un senso a ciò che tanti fanno nel loro approccio con la musica del diavolo.
Sono gli stessi musicisti che hanno aderito ad occuparsi del sito offrendo un contributo preziosissimo nel mettere a disposizione di tutti le numerose esperienze maturate negli anni.
Tra le nostre iniziative c’è il “Crossroad Blues”, un seminario sviluppato dagli artisti di S&B in assoluta autonomia. Nel corso di queste occasioni il Blues viene presentato sia dal punto di vista semantico che da quello strettamente musicale con jam session molto apprezzate.
E’ anche in cantiere la realizzazione di compilations che avranno lo scopo di fotografare il fenomeno Blues nel nostro paese. Siamo tuttora in cerca di una produzione e - mi consentirai - approfitto dell’opportunità per lanciare un invito a chi ne fosse interessato.
Abbiamo dedicato ampie retrospettive a personaggi come Guido Toffoletti e Cooper Terry, veri antesignani dello spaghetti blues, entrambi scomparsi da diversi anni in situazioni davvero tragiche, con le preziose testimonianze dei diversi amici musicisti che li hanno conosciuti personalmente condividendone tante avventure. Racconti spesso intrisi di grande passione e sincero romanticismo.
Con noi partecipano personaggi come: Max Pieri (musicista e giornalista), Lou Leonardi (musicista e costruttore del sito), Renato Petrelli (musicista e responsabile della segreteria di S&B), Edoardo Fassio (autore del libro “Blues”), Dario Lombardo (musicista e grande intenditore), Martino Palmisano (musicista e giornalista), Gianni Franchi (musicista), Luigi Tempera (musicista), Luigi Monge (autore del libro “Robert Johnson - I Got The Blues, Testi Commentati”), Fabrizio Poggi (musicista ed autore del libro “Il Soffio Dell'anima: Armoniche e Armonicisti Blues”), e tanti altri che ho certamente dimenticato ma che svolgono un ruolo altrettanto importante.
Una menzione assolutamente speciale è dovuta all’armonicista pugliese Amedeo Zittano, il vero motore di S&B. La sua enorme passione ed il vulcanico dinamismo, uniti alla mia modesta esperienza, hanno fatto si che l’idea nata in un club di Napoli nel 2003 diventasse una bella realtà, a giudicare dalle visite e dagli attestati di stima che ci vengono rivolti da più parti.

La tua descrizione conferma quello che avevo notato da utente, Spaghetti & Blues è una fucina di iniziative. Io mi permetto di segnalare il “primo piano” in cui tutti sono invitati a dire il proprio parere su un determinato argomento. Recentemente si è parlato di un tema “scottante” per noi musicisti: la difficoltà che troviamo nel fare concerti. A questo proposito vorrei sapere l'idea che ti sei fatto, anche attraverso il sito, della situazione musicale in Italia, in particolar modo dell'atteggiamento nei confronti del blues del pubblico, della discografia, della produzione in generale.

Beh, per rispondere a questa domanda ritengo necessario fare un rapido excursus partendo dall’inizio.
Il Blues arrivò in Italia agli inizi degli anni settanta sulla scia del british blues (primo approdo europeo della musica afroamericana). I Rolling Stones, John Mayall, Alexis Corner, trovarono in Treves, Toffoletti, Ciotti, gli epigoni che avrebbero dato il via alla diffusione di questa cultura anche nel nostro paese. Gli anni ottanta si aprirono con la celeberrima pellicola di John Landis “The Blues Brothers” che (forse al di là delle intenzioni degli stessi protagonisti) ebbe un effetto deflagrante su tanti musicisti rimasti letteralmente folgorati dal fascino delle “dodici battute”. Proprio nel 1980 a Pistoia si realizzò il primo festival di genere con la partecipazione di artisti quali: Muddy Waters, B.B. King e Fats Domino. La scintilla era quindi scoccata e da quel momento nacquero blues band in ogni parte d’Italia.
Il fenomeno è cresciuto per tutto il decennio ed anche in quello successivo. I festival si sono moltiplicati a dismisura e nei club si è suonato prevalentemente il Blues.
Il terzo millennio è iniziato con una flessione in negativo, forse dovuta all’eccesso di “offerta” nel frattempo generatasi. Ho la sensazione che negli ultimi anni, gradualmente ma inesorabilmente, la blues renaissence degli ottanta si stia sgonfiando. Tutti i musicisti, me compreso, vivono sulla propria pelle questa situazione. I locali sono sempre meno interessati e comunque non in grado di pagare dei compensi dignitosi, preferendo sovente al Blues generi più commerciali.
Personalmente credo che il Blues stia tornando verso la dimensione di musica cult che l’aveva caratterizzata prima dei fasti degli ultimi decenni. Ma – com’è noto - la vita è fatta di corsi e ricorsi e spero vivamente (da musicista ed appassionato) che ciò valga anche per il Blues.

Lo spero pure io ! Recentemente, proprio su questi temi, ho imparato che è importante anche fare autocritica. Secondo te è una buona cosa da fare? Se si.... su cosa dobbiamo concentrarci noi come musicisti? Siamo poco preparati tecnicamente? Fatichiamo a curare bene un nostro progetto per dedicarci a più offerte che alla fine ci tolgono un po' di personalità? Per quel che riguarda i concerti dal vivo sempre difficili da concordare... in cosa si sbaglia nel rapporto con il club?

L’autocritica è l’atteggiamento fondamentale che chiunque dovrebbe assumere per crescere in ogni contesto della vita. Chi crede di essere arrivato in realtà è già alla fine. Nel caso specifico, comunicare attraverso la musica significa trasmettere agli altri delle emozioni. Chi ha la capacità di farlo riesce meglio di altri ad avvicinarsi al pubblico. Il Blues, in particolare, è un linguaggio diretto, scevro da orpelli superflui, un messaggio che parte dall’anima prima ancora che dallo strumento. La qualità tecnica riesce sempre a stupire e coinvolgere purchè non rimanga tale e fine a se stessa. Se guardiamo a maestri come John Lee Hooker, Muddy Waters, B.B. King, le doti strumentali sono da considerarsi assolutamente personali e non certo assolute. Se cerchiamo l’eccellenza nella chitarra dobbiamo rivolgerci altrove (parola di B.B.).
Il Blues è un’alchimia che mischia il feeling con la tecnica e la personalità. Quel progetto preciso al quale fai riferimento è assolutamente necessario per destare l’interesse del pubblico. Purtroppo tanti intendono il blues come una sorta di pedissequa riproposta; mi riferisco alla tante, troppe, cover band che riducono il Blues ad un livello che abbiamo definito da piano bar in una discussione aperta di recente sulle pagine di Spaghetti & Blues. Secondo me, bisogna avere il coraggio di creare un linguaggio proprio per costruirsi un’identità, senza adagiarsi sui facili consensi.
Nel riferimento che fai circa il rapporto con i locali, francamente non capisco che autocritica debba fare il musicista. Tra i gestori di locale e gli artisti c’è un evidente rapporto di sudditanza di questi ultimi. Chi organizza decide chi ingaggiare e quanto pagarlo. Questo prescinde quasi sempre dal valore dei musicisti ma dipende dal pacchetto di amici che gli stessi detengono. Un atteggiamento strettamente commerciale che non lascia spazio ad altre valutazioni; motivo questo che sta, pian piano, allontanando i migliori, i più esperti, i più bravi, dai club.

E' la fatidica domanda “avete seguito?”..... Ricordiamo a tutti i locali che siamo musicisti e non P.R.! Ma a questo proposito oggi abbiamo un mezzo che non esisteva anni fa: Internet. Un gruppo può avere il suo spazio, far ascoltare qualcosa o pubblicare un video. Se il club sottocasa non vuole saperne di noi è probabile che qualcuno dall'altra parte del mondo, ci stia apprezzando . Andare a suonare dall'altra parte del mondo è a livello organizzativo molto difficile (anche se potrebbe essere molto appagante), ma quanto può essere importante internet per la diffusione del blues? E' una "bufala" o qualcosa di veramente utile?

Se non avessi creduto nelle potenzialità del web non avrei certamente intrapreso questa strada. Oggi è semplice per tutti accedere a quelle informazioni che un tempo richiedevano la ricerca di testi (in maggioranza in lingua inglese) che approfondissero l’argomento. Oggi con un semplice click è possibile andare in profondità consultando le tante fonti che internet offre. Ciò vale per il Blues come per qualunque altra cosa. Sinceramente non vedo alcuna controindicazione ed il termine “bufala” mi sembra improprio visto che non si tratta di uno scherzo ma di pura realtà.

Premettendo che il blues da il meglio di se nei live. Un concerto blues è irripetibile ed in questo qualsiasi media non riesce a restituire le stesse emozioni. Ma i musicisti italiani, di blues in particolare, dovrebbero puntare di più sulla presenza in internet con siti dignitosi con foto, filmati e brani da ascoltare? Questo con l'ottica della diffusione della propria musica. O va bene così?

I gruppi che non posseggono un sito credo siano ormai merce rara. Non v’è dubbio che lo strumento più economico, diretto e multimediale, per farsi conoscere sia proprio internet. Hai idea del costo della pubblicità su una rivista di settore? Solo coloro che hanno il supporto dei discografici riescono a guadagnarsi il “quarto di pagina"...
E poi, il fenomeno My Space ha contagiato praticamente tutti. Un blog che ti da gratuitamente la possibilità di inserire brani, foto, filmati, biografia, ecc., senza che vengano richieste le cognizioni tecniche per allestire un sito, è una grande possibilità per chiunque, non solo per i musicisti italiani di blues. La strada è ormai segnata e non credo possa ipotizzarsi per il futuro un’inversione di tendenza.


Le opinioni rappresentano gli autori, e pur nella libertà concessa a chiunque di leggere e riprendere i contenuti, nessuna modifica può essere giustificata se non quando autorizzata dal firmatario.

martedì 25 novembre 2008

Il nuovo ciclo di interviste DA DOMANI !

Dopo la positiva esperienza dell'anno scorso ho pensato di fare il bis. Da domani comincerò a pubblicare una serie di interviste (3 forse 4) fatte a persone che ho conosciuto quest'anno e che meritano, a mio avviso, più spazio possibile. Io offro il mio, è tutto quel che ho al momento, e con molto piacere. Il tema dell'anno scorso era incentrato sui diritti d'autore e sul web. Quest'anno ci concentriamo sempre sul web per ricadere sul blues ovvero il genere che più mi ha occupato quest'anno grazie all'uscita del CD "Catfish for breakfast" dei Four Fried Fish. Ho conosciuto queste persone anche grazie a questo CD e alla loro grande disponibilità.

Da domani, qui sul blog, preparatevi a leggerne delle belle!

lunedì 24 novembre 2008

Nintendo Korg DS-10, come ... ?



Descrivere il software è veramente un'impresa, cercherò di farlo nel corso di questi "sugar-post" aiutandomi con i video che si trovano in rete. Guardate subito il video che ho appena postato. E' veramente difficile capire quello che succede anche dopo più visioni. Infatti non è un ottimo video per capire ma è buono per una visione di base.

Il software DS10 gira su Nintendo DS e viene pilotato interamente dal pennino che vedete nel video. I parametri da controllare sono tantissimi e vengono riassunti nello schermo superiore della prima immagine (quello che poi viene dirottato sullo schermo inferiore). La schermata principale presenta le seguenti opzioni:

- 2 tracce di sinth (monofonico) perfettamente uguali che presentano a loro volta un sequencer, un editor del suono, un kaoss pad (editabile) e un secondo editor del suono
- 1 traccia drum che in realtà contiene, a sua volta, altre 4 tracce apparentemente predefinite. Dico apparentemente perchè volendo possiamo "slegarle" dal suono di batteria e utilizzarle come tracce normale (pur con qualche limite che vedremo).

Quindi un totale di 2 tracce + 1 traccia di batteria (sempre ottenuta usando il sinth) dalla quale però se ne possono ricavare altre 4.

Troviamo poi:

- un mixer per regolare il volume delle varie tracce (e qui abbiamo 6 slider a riprova della mia osservazione)
- un mini banco di effetti che possiamo assegnare a tutte le tracce o ad alcune di esse.

LA PATTERN

A cosa serve tutta sta roba? Semplicemente a far suonare un "pattern" . E in questo ci viene in aiuto il video. Come potete notare quando la musica comincia il musicista (non sono io) agisce sullo schermo e "suona" con il pennino - a caso - delle note. Notate che la cosa si ripete in un loop infinito? Ebbene, le prime note suonate si ripetono, così come la batteria (solo grancassa in questo caso) . Si ripetono all'infinito, finchè non si è soddisfatti del risultato e schiacciamo il pulsante "stop" (le note possono essere cambiate mentre suonano - poi vedremo come). A quel punto possiamo creare altre pattern, fino a 16, e verranno tutte salvate. Successivamente tutte queste "parti" potranno essere suonate nell'ordine che noi decideremo.

L'importante è capire l'importante della PATTERN che è la base per la creazione di musica in questo Korg DS10. La pattern diventa la cellula, un tassello di suoni. Più pattern diverse possono essere combinate fra di loro con il nostro gusto anche più di una volta. Per fare questo dovremo entrare nel menù "song" nel quale indicheremo con quale successione dovranno essere suonate le pattern . Il menù "song" è un semplice grafico che parte da 0 e arriva a 100 dove "0" è l'inizio della canzone e "100" la fine (può finire anche prima se vogliamo) In ogni casella dobbiamo indicare il numero della pattern che deve essere suonata, schiacciando il tasto play, finalmente, potremo ascoltare questa successione.

Se avete ora capito di cosa sto parlando potrete capire che comporre una canzone "con un senso" (ovvero con una certa melodia o una certa armonia) non è semplicissimo dovendo ragionare a "tasselli" . Ogni tassello infatti è di 4/4 (contate fino a 4 e avrete un'idea precisa della lunghezza di ogni tassello). Quindi se la mia melodia si sviluppa su 16/4 (ovvero 4 misure) dovrò programmare 4 pattern, essendo impossibile da suonare interamente. Questo per un musicista è un po' una tortura....si deve avere tutto in testa (anche nel caso di una melodia semplice). E questo la dice lunga sul fine di questo software, che non è di certo quello di creare canzonette. Korg DS10 si presta alla creazione di grooves e di loop, naturalmente sfruttando la portatilità.

Apprezzerete quindi questo mio breve brano che cerca di non essere groove ma una mini-song con tanto di melodia e - per quanto scarna - armonia (l'arpeggio).

Titolo: Melody 10 Piattaforma: Nintendo Korg DS10 Autore: Fabio Ranghiero


Per il momento mi fermo qui perchè spero che avrete la voglia di capire a fondo cos'è la pattern anche servendomi di questa mia canzoncina. Solo comprendendo a fondo questo concetto riuscirò a farmi capire nei prossimi appuntamenti in cui descriverò il cuore del sequencer e del sinth di questo stupendo DS10.

venerdì 21 novembre 2008

Lilith oggi in edicola!


Mese ghiotto per gli amanti del fumetto questo novembre. Dopo Murphy è il turno di Lilith . Avendo apprezzato (e molto) GEA, non posso non segnalare (e non comprare) questa nuova miniserie il cui primo numero è in edicola oggi. Correte e comprate e se non avete la passione dei fumetti fatevela venire! A differenza di Murphy (miniserie a 4 numeri mensili) Lilith ci seguirà per 18 numeri e...udite udite.... non saranno mensili. Tanto per darvi un'idea il n. 2 sarà in edicola in giugno 2009 (2 uscite l'anno insomma). Chi ha seguito GEA ormai questa cosa la sa bene...... le lunghe attese...... Questo perchè in Lilith soggetto, sceneggiatura e disegni sono di Luca Enoch che lavora quindi "in solitaria". Ecco una breve presentazione del fumetto...correte in edicola!

C’è un triste futuro per la razza umana, un futuro di sterminio. Questo scenario apocalittico può essere cambiato, agendo nel passato. A un solo cronoagente, una giovane donna generata e cresciuta per questo scopo, viene affidata la missione di salvare l’umanità dal destino che l’attende.

giovedì 20 novembre 2008

La canzone della settimana - 14

Riassunto della puntata precedente: ho scritto una mail a WE7 lamentandomi del fatto che non posso fare ricerche sugli "artisti sconosciuti". Risposta: è vero, non è possibile in alcune zone (leggi Italia) perchè servono degli accordi (penso discografici). Al di là delle ricerche però gli artisti ci sono e sono ascoltabilissimi anche in questa povera Italia...basta cercarli con nome (difficile) o affidarsi alle classifiche (facile).
Meglio di niente.... speriamo nella riattivazione del SEARCH altrimenti diventa tutto più anormale.

Oggi vi propongo un gruppo che ho appena finito di ascoltare. Si chiamano "improbable people" e su We7 son presenti con due brani di stampo folk. Vi presento il primo dei due "In the early hours" una ballad abbastanza lunga. Buon ascolto.



La pagina we7 (leggete la loro biografia!!)

martedì 18 novembre 2008

Un video (finalmente) della Bolo's blues band

Finalmente ci sono riuscito! Munito di telecamera ho ripreso quel "fantasma" (fino a ieri) che era la Bolo's blues band, la band di Marco Bolognini. E finalmente mi vedete all'opera con un organo (emulatore Hammond), nel delicato intreccio di bassi e accompagnamento-solo. Purtroppo l'audio è compromesso dalla sala (Fucina Controvento, un bel locale ma pieno di reverberi) e dall'esecuzione discreta ma non ottima. Comunque un buon punto d'inizio per apprezzare e conoscere la band.

MARCO BOLOGNINI - guitar
FABIO RANGHIERO - organ
DANILO SCAGGIANTE - sax
MARCO CAMPIGOTTO - drums

Il brano che ascolterete si intitola "a new shift"


E non finisce mica qui......

lunedì 17 novembre 2008

Senza volume

Non sapevo che titolo dare a questo post di scuse. Scuse ogni tanto se ne devono dare, qualcosina può sempre succedere anche se in questo caso quel che è successo non ha molto senso. Durante il concerto di venerdi sei uomini in divisa entravano nel locale e intimavano la fine del concerto. Poteva anche andar bene se non che avevamo iniziato da circa 30 minuti.... Fra una cosa e l'altra poi siamo riusciti a suonare fino alle 11.45, quindi facendo un miniconcerto di un'oretta e un quarto. Probabilmente poco visto che stava andando tutto bene e qualcuno arrivando tardi avrà avuto una spiacevole sorpresa. Il gruppo non ha colpe ma mi sembra doveroso scusarmi con chi era presente e magari ora mi legge, cercherò di sdebitarmi di sicuro ma resta questa specie di "umiliazione" avuta fra l'altro nel mio paese durante la presentazione di un mio CD. Durante la mia umile "carriera" mi son successe tante cose ma mai un concerto è stato interrotto da sei carabinieri o sei poliziotti. Al massimo arrivava un vigile, al massimo due.

Meditiamo.

venerdì 14 novembre 2008

La legge di Murphy in fumetto

In questi giorni in edicola potete trovare il primo numero di questo bel fumettone. E' una storia in quattro parti (l'albo è mensile) che promette veramente tanti colpi di scena, non posso raccontarvi nulla perchè ogni particolare svelato rischia di rovinare la storia. Se il buongiorno si vede dal mattino...speriamo che questo personaggio non venga relegato ad una miniserie!!! La serie si presenta in un lussuoso formato bonelliano interamente scritta da ROBERTO RECCHIONI, disegnata da MATTEO CREMONA, le copertine sono di GABRIELE DELL'OTTO.

Se non vi piacciono i fumetti è l'ennesima occasione per cambiare gusti!

ps: vi aspetto stasera a Noventa per il concerto!

giovedì 13 novembre 2008

La canzone della settimana - 13

Quando arrivo a questo appuntamento al giovedi (inizialmente doveva essere il lunedi) sono tranquillo perchè sento che è "il giorno giusto".
Oggi mi lamento un po' di WE7 perchè cercare artisti sconosciuti, nel nuovo sito, è un'impresa ai limiti dell'impossibile. Non sto qui a spiegarvi perchè, chi conosce la versione beta forse ha capito cosa intendo. Comunque ho fatto quel che faccio sempre in questi casi, senza vergogna ma con dignità: ho rotto le balle. Ho scritto una bella mail educata e vediamo che mi rispondono (magari sbaglio qualcosa io? spero di no....) . Capisco che "rompere le balle" sia un termine che non mi si addice ma in questo caso devo dire che non è vero, io sono un gran rompiballe quando voglio e la mia storica lettera di quattro pagine di lamentele alla Sony (sede centrale) per il cattivo funzionamento del mio MINIDISK valse una chiamata immediata da parte del responsabile generale..... il resto della storia alla prossima puntata.

Oggi vi propongo un gruppetto che mi ha fatto tornare indietro di qualche anno (non so quanti ....). Un pop "intelligente", lo chiamo così in questi casi. John Zealey è un "avvocato del free web", e vi lascio leggere la corta ma bellissima descrizione che fa di se stesso.





Ascolta tutto l'album "Preparations" su we7

martedì 11 novembre 2008

FOUR FRIED FISH a Noventa Vicentina - 14 novembre

Venerdi 14 alle 22.00 la carovana dei FOUR FRIED FISH & Flyin' Horns si sposta a Noventa Vicentina, al Garage. Riuscirà il vostro eroe a piazzare il microfono in una buona posizione per farvi ascoltare qualcosina in del concerto? Si ma voi pensate a venire, come al solito vi metto pure la cartina per arrivare, cosa volete di più???



Visualizzazione ingrandita della mappa

lunedì 10 novembre 2008

Nintendo Korg DS10 - qualche foto

Ieri anzi stanotte ve ne ho parlato qui ma... se non vi metto qualche foto come fate a capire di cosa sto parlando? Eccovi quindi qualche foto. Non è il mio DS (il mio è bianco) , più avanti però pubblicherò qualche video di mia proprietà!

ps: venerdi sera alle 22.00 i Four Fried Fish sono di scena al GARAGE di Noventa Vicentina. Domani ve ne parlerò nel dettagli, chi visita il mio FACEBOOK invece ha già sottomano tutti i particolari dell'evento!

Foto:





domenica 9 novembre 2008

Nintendo KORG DS 10

Foto di F J Degenaar

Chi lo avrebbe mai immaginato. Lo vedete questo sinth della Korg, modello MS10? L'ho posseduto per un annetto circa, era in "allegato" al noleggio dell'impianto che usavamo durante le prove del gruppo. Questo...circa 23 anni fa. Esatto avevo 15 anni. Dove sta la cosa incredibile? Beh, me lo ritrovo "fra le manine" in versione MAXI, nel vero senso della parola. E' da qualche settimana uscito un "gioco" per NINTENDO DS, la consolina portatile a doppio schermo (di cui uno "touch"). Questo gioco non è proprio un gioco... è l'emulazione di questo sinth della Korg molto famoso (e usato) alla fine degli anni '70. La grafica, nel suo rigoroso bianco e nero, mi ha fatto fare un tuffo nel passato, quando passavo i pomeriggi a cercare qualche suono dall'unico oscillatore (VCO) e dalla combinazione delle entrate jack, allora mistero universale. L'esaltazione non è solo dovuta alla nostalgia bensì alla presenza di cosidetti "add on" che fanno gridare al miracolo. La consolina si trasforma in un sequencer tascabile, seppur con le limitazioni che vedremo. Insomma..... ho un'ispirazione finchè sono in viaggio? Accendo il DS e comincio a "comporre" il mio groove, o il mio tema. L'armonia no, è chiedere troppo!

Ma andiamo con ordine perchè da questo giochetto voglio creare una nuova etichetta e postare nel tempo i progressi che farò, piccoli consigli e valutazioni nonchè tutti i trucchi che riuscirò a ricavare da questo sinth monofonico.

Come prima cosa, come sigla di questa nuova avventura, voglio farvi ascoltare il miracolo. Non quello che mi ritrovo fra le mani ma quello a cui tutti assistevano mettendo mano ai sinth di allora. Il primo suono che si cercava di emulare, quello che provocava l'invidia "di chi non ce l'aveva". E tutti in silenzio, attorno a questo sinth, si ascoltava il prodigio umano, la natura che finalmente veniva riprodotta dall'uomo. Ed ecco che non esisteva nessuna canzone che non partiva da questo "rumore" da questo "noise" così familiare.

Signori....IL VENTO!





Provate ad immaginare... un pomeriggio passato dal sottoscritto per capire il fuzionamento, a girare manopole a spostare spinotti di qua e di la. E alla fine "la chiamata" magari al mattino o verso sera... no il cellulare non esisteva. Si prendeva il telefono e si faceva girare la rotella dei numeri "ci sono riuscito, vieni subito ad ascoltare !!" E tutti ad ascoltare il vento. Sperando di non aver spostato qualche potenziometro nel frattempo.

Poi vennero altri suoni. Ma il vento era il primo. C'era l'elicottero, c'era il cuore... ma IL VENTO, grazie all'azione sul manopolone del CUT OFF, era INFINITO.

In questo brevissimo file mp3 uso proprio il NINTENDO DS, ho ricreato il suono del vento ed ora, grazie al kaoss pad (di cui vi parlerò), lo posso simulare tramite il touch screen . Ma di tutto questo vi parlerò nei prossimi post.

UNA DESCRIZIONE MONOFONICA...

Come scrivevo sopra, la grafica sfoggia un nostalgico bianco e nero. Tutto è fatto per somigliare all'interfaccia del vecchio MS10. Troviamo la tastiera (che si può suonare veramente con il pennino), il pannello con i potenziometri tutti azionabili dal touch screen quindi in modo molto intuitivo. Tutto uguale, una foto del vecchio KORG MS10.
Ma la grafica, si sa, non significa nulla senza la sostanza. E qui ce n'è tanta. Il sinth è il cuore di tutto il software. Possiamo dire che questo DS10 è una via di mezzo fra l'MS10 e l'MS20 (fratello grande). Infatti è possibile agire su due oscillatori (VCO) come sull'MS20 e poi bilanciarne l'uscita a piacere. Come già detto è presente una tastiera vera e propria che si sviluppa in sei ottave, possiamo suonarla direttamente con il pennino e divertirci a creare melodie elettroniche. Attenzione, ora arriva l'extra. Il plus di questo software della Korg è rappresentato da un piccolo sequencer a sei tracce. Due tracce sono riservate all'entrata di due sinth, quindi potremo programmare due suoni e farli suonare nella stessa "song". Le altre quattro tracce sono riservate alla "drum". Una grancassa (sempre suonata dal DS10), un rullante (idem), l'hi-hat e un quarto "effetto" non identificato. Tutti i suoni percussivi potranno essere trasportati in su e in giu sulla tastiera, con un notevole cambio di sound globale. Il funzionamento del SEQUENCER verrà spiegato più avanti con un apposito post, vi basti sapere (se state valutando l'acquisto) che tutta la song viene suonata organizzaro fra loro delle PATTERN che possono essere al massimo 16 (e qui i musicisti troveranno il primo limite....ovvero la mancanza di un edit su tutta la song e ...solo 16 pattern..sigh) . Non vi spaventi il numero esiguo di PATTERN.... si possono fare molte cose, o meglio quel tanto che si può fare è sufficiente per sfogare la vostra creatività.
Per finire ecco un elenco di tutto quel che troviamo per rendere presentabile una song:

- drum pad per suonare in presa diretta (e registrare)
- kaoss pad per agire in diretta su una coppia di potenziometri a colpi di pennino
- mixer per controllare i volumi e il panpot (bilanciamento a destra e sinistra degli autoparlanti)
- banco di effetti (non poteva mancare il chorus, il flanger e il delay, assegnabili ad uno o più canali
- swing, una funzione per rendere più jazzy il brano (funzione che funziona egregiamente)
- metronomo per controllare il tempo di una song
- banco di suoni già presenti (bassi, pad e qualche effetto strano) più slot per salvare i vostri


Non è poco. I più scaltri riusciranno a capirne il funzionamento in una mezzora (poi divertimento infinito, naturalmente). Chi non è "navigato" dovrà portare molta pazienza e ...seguire i miei prossimi post!

Domande urgenti? Scrivete qualcosa fra i commenti o scrivetemi. Nel frattempo eccovi la mia prima composizione. Potevo stupirvi con l'elettronica applicata invece eccovi un brano molto..."Bachiano". Il titolo è "Bachology" e sfrutta i suoni di batteria già presenti, un suono molto "guitar" che ho editato personalmente ed un basso molto "sinth" che andava molto in voga tempo fa, sempre editato dal sottoscritto. Buon ascolto e... alle prossime puntate di questa nuova rubrica del Blog !

Titolo: Bachology Piattaforma: Nintendo Korg DS10 Autore: Fabio Ranghiero

giovedì 6 novembre 2008

La canzone della settimana - 12

Arrivo di corsa oggi sul blog per ristabilire l'ordine. La settimana scorsa ho perso il treno di questo appuntamento per darvi altre notizie e non potevo mancare in questa. Ma oggi è successo qualcosa di spiacevole al PC in ufficio, ho inseguito per quattro ore un worm o uno spyware ancora non ho ben capito... Ho quasi vinto ma ho gli occhi fuori dalle orbite (si dice così penso). Quindi ecco la canzone della settimana. Oggi propongo qualcosa agli amici elettronici. Nacho Tomàs, in arte Likuid "cerca di creare della musica rilassante". Ci riesce? Devo provare anzi ne approfitto subito!


Pagina we7 di Likuid, ascolta tutto il cd "Rezo y disparo" ed eventualmente acquistalo.