giovedì 11 febbraio 2010

Le avventure di un papà e del suo figlioletto - Corso Suzuki

Il titolo vi piacerà, è simpatico, o così credo io. La cosa buffa è che non mi son mai piaciuti i papà che, parlando delle "cose delle mamme" (e in questo corso la presenza della mamma è massiccia) fanno gli spiritosi, come per sollevarsi da responsabilità che non vogliono avere. O solo per un'abitudine chi lo sa.

Bene, voglio essere spiritoso solo nel titolo perchè qui si fa sul serio. Finalmente mi prendo qualche istante per parlarvi del primo periodo di Corso Suzuki con un bimbo di 4 anni appena compiuti. L'età è importante? Penso proprio di si perchè la regola è "più è piccolo più è dura" anche se ad ogni età corrisponde un problema specifico.

Riassunto delle puntate precedenti: sto partecipando al famoso "Corso Suzuki" con il mio bimbo. In Italia si parte (frequenza obbligatoria) con "Ritmica 1", un percorso che porterà, al termine dei 5 o 6 anni, a padroneggiare la lettura musicale. Durante il primo anno il bambino, sicuramente piccolo, viene stimolato con l'uso di strumenti, canzoni e coreografie.

Mi perdonino le mamme, questo post lo dedico ai (pochi?) padri che vorranno tentare questa esperienza. Prima prova da affrontare: il repertorio. Come scrivevo qui sopra, durante la lezione del primo anno si canta, si "balleggia", si recitano filastrocche, si suonano improbabili strumenti in legno, il tutto assieme al proprio bimbo. Probabilmente resterete shockati da questo repertorio di canzoncine "da bambini". Niente di più errato, nelle cose più semplici si nascondono le cose più difficili, e nella difficoltà si arriva a maturare il senso ritmico (se ancora non ce l'avete) e le conoscenze di base nei confronti della musica. Quindi REGOLA N. 1: non prendete sottogamba nessun esercizio. Anche perchè il bambino guarderà voi (in teoria.....), e voi sarete volenti o nolenti i diretti responsabili del suo percorso. Per intenderci, durante la lezione voi dovete imparare per cercare di spiegare A CASA al bambino, molto facilmente il bambino durante la lezione non capisce o non sa che c'è qualcosa da imparare, o magari è disattento.

A fronte di questa regola ecco il primo problema: Suzuki non significa "fare dei compiti specifici per casa". Suzuki significa, almeno finora, un insieme di cose da fare sempre diverse, sempre in evoluzione. Come affrontare gli esercizi a casa senza un canovaccio, cercando fra l'altro l'attenzione del bimbo? Qui sta la prima difficoltà da superare. Non esistono regole e in teoria a casa si dovrà ripetere tutto. E non c'è un libro di testo (si c'è ma è ininfluente). L'unica soluzione è prendere appunti (registratore-quaderno ecc ecc.) durante la lezione (e vi ripeto, ogni lezione è sempre qualcosa di nuovo), prestare la massima attenzione a tutto quello che viene spiegato (si come a scuola, non siamo in un centro ricreativo). Questo rappresenta un continuo stimolo, e teniamo presente che c'è un bimbo da tenere a bada.

Sono stato abbastanza duro? Se non siete ancora stanchi, proseguiamo.

La parte più difficile è frustrante è senza ombra di dubbio il rapporto che si instaurerà fra voi ed il bambino. Penso che ogni "coppia" sia storia a se, io vi parlo ora della mia esperienza.
Dopo le prime, spiazzanti, lezioni (credevo fosse più facile), mi sono munito di minidisk per registrare l'intera lezione. Perchè il minidisk? Primo perchè non ho altro, secondo perchè a casa con il bambino riascoltiamo la lezione cercando di ricordare quanto fatto e naturalmente rifarlo. E questo suppongo sia, teoricamente, un ottimo metodo per "fare tutto". Il problema è far partecipare il bimbo a tutto questo. Per un papà della mia specie i problemi sono:

- mantenere la calma quando il bambino dimostra la sua indifferenza (forzare potrebbe voler dire creare delle "antipatie" verso la musica)
- cercare di creare degli incentivi (anche minimi)
- cercare di rendere interessante l'esercizio (e nel mio caso significa non renderlo uguale alla lezione.... aprirsi di più alle "divagazioni" del bimbo)
- visto l'orario di arrivo dal lavoro (19.30-20.00) i "compiti" si dovrebbero fare dopo la cena quindi con il bambino stanco (non solo lui), molto facile il calo di concentrazione.

Di tutti i problemi (ognuno enorme) l'ultimo è sicuramente il più involontario ma anche quello più condizionante. Arrivare dal lavoro o comunque da una giornata di contatti con altre persone (ognuna con il suo problema o lamentela ecc ecc) non è il massimo, se poi bisogna cercare l'interesse del bambino verso una cosa specifica diventa un piccolo inferno. Lo stesso dicasi per il bimbo che vede arrivare il papà dopo una giornata di duro divertimento. E, almeno col bambino piccolo, non ha una soluzione.
Sul resto dei problemi esposti invece posso dare un'opinione più precisa, avendo ormai capito come può andare il primo anno. Ogni lezione è un'incognita e soprattutto si va avanti spediti. A casa bisognerebbe rifare tutto ma è difficile. Ammetto di essere riuscito poche volte, in questi 4 mesi, ad attirare l'attenzione del bimbo. Di queste poche volte alcune sono state fallimentari (scarso interesse fin dall'inizio), altre normali (5-10 minuti di compiti svolti bene), in pochi casi è stato un successo. Il successo è stato possibile grazie ad alcuni esercizi che comunque il bambino dimostrava di apprezzare (nascondere l'anello dopo averlo dondolato fra le dita gli piace, ad esempio, o le canzoncine con coreografia). Il caso della FILASTROCCA, una nuova da imparare di volta in volta, è particolare (serve per sviluppare la memoria), fin dalla prima volta il bimbo ha imparato a memoria dopo alcune letture e finora a lezione non ha mai sfigurato (la filastrocca è l'unica "lezione per casa" esplicita).

Da qualche settimana ho però intuito un percorso per ottenere la sua attenzione (magari vi può servire). Visto che, per il momento, non apprezza moltissimo gli "strumenti della valigetta" ho provato a lasciargli usare i suoi oggetti (bacchette della batteria di plastica, barattoli ecc ecc), ho modificato un po' gli esercizi cercando di non perdere l'obiettivo.

Esempio:
"mi preparo per un tuffo" è una coreografia che prepara all'intonazione, al ritmo e al nominare le diverse scale cantando le note. Il bimbo non ha mai voluto eseguirla dimostrando non solo disattenzione ma facendo i versi all'esercizio (gli ho fatto ascoltare troppi Pink Floyd...). Quindi ho mantenuto la canzone (intonazione e numero delle note) e gli ho messo in mano le bacchette della batteria che servono per suonare la canzone a ritmo e "salire" quando si pronunciano le note sempre battendo fra di loro le bacchette (come fanno i batteristi per introdurre il ritmo di una canzone). Quando si arriva in alto (la nota massima - un do per esempio, sulla scala di do) facciamo un'improvvisazione ovvero battiamo più volte le bacchette fino ad un mio cenno, poi si scende e si fa la stessa cosa alla fine. Lo stesso con "il coniglio salterino" che serve per l'accordo maggiore. In questo modo andiamo avanti per diversi minuti e il bambino è contento. Ad oggi è l'unico metodo VALIDO che pian pianino gli serve per controllare il corpo (battere a ritmo le bacchette), l'intonazione e ricordare il nome delle note (in relazione alla scala o all'accordo). E penso di aver mantenuto saldo il principio di Suzuki visto che il punto di riferimento resto io.

E' un esempio, a seconda dell'esercizio poi vedo se applicarlo o meno. Per le canzoni che ama di più non serve questo "trucco", per quelle nuove cerco di capire come fare.

Visto il problemone (lezioni dopo cena) spiegato sopra non mi pongo una regolarità degli esercizi, cerco durante la settimana di dedicare almeno tre sere (martedi giovedi e sabato, ad esempio) ai compiti, senza insistere se il bambino non ha voglia. Ogni genitore secondo me deve pensare bene alla regolarità da dare agli esercizi a casa. Tutto dipende dal carattere, dalle aspettative e da altri impegni che può avere il bambino.
Inizialmente pensavo "mezzora al giorno leva il medico di torno". Ok, può essere vero ma non è giusto obbligare un bambino a fare questi esercizi per quanto bene gli possa fare. La musica in se si può imparare in ogni momento della nostra vita e soprattutto .... se son rose fioriranno.
Nel mio caso posso confidarvi di prendere me stesso come esempio. Da piccolino mio padre aveva fatto di tutto per farmi giocare a calcio (scarpette da calcio appena nato, allo stadio a vedere le partite ecc ecc). A sei anni dopo una stagione (il più brutto della mia vita) di calcio ho appeso le scarpe al chiodo e oggi il calcio non lo reggo più. Quindi di riflesso ho paura ad "insistere" troppo. Non ho intenzione di obbligare il bambino a fare gli esercizi, solamente sto cercando di "girare la frittata" per invogliarlo perchè comunque penso sia una cosa utile. Specifico che a casa fra tastiere pianoforti e batterie elettriche il bimbo ha sempre la possibilità di apprendere qualcosa (certo manca il rigore di una scuola che comunque a livello di crescita serve moltissimo).

Tralascio ora queste riflessioni (ma ci tornerò a fine corso) per dare le ultime impressioni e gli ultimi consigli:

- gli esercizi al violino sono i più stressanti perchè richiedono la correttezza della presa dello strumento e dell'archetto, il bambino quando è "difficile" si blocca e spesso e volentieri fa il contrario di quel che deve fare, anche in questo caso bisogna lavorare "in simpatia" e arrivare al dunque facendo un giro largo. In questo caso sono molto indietro con i lavori ma ho notato che quando arrivano gli amici e il bimbo esibisce la sua valigetta è molto più attento a come "usa" gli oggetti e arriva inspiegabilmente a tenere il violino correttamente..... misteri della vita.
- se abitate lontano dal luogo dei corsi non prendete sotto gamba il viaggio di andata - ritorno. Un bambino di 3-4 anni si stanca molto, all'andata scende teso e la lezione va come va (nel mio caso è veramente dura tenerlo tranquillo durante la lezione). Sicuramente con il passare dei mesi la cosa migliora perchè proprio verso i 4 anni il bimbo tende a "resistere " di più. Ma non è tutto. Il papà si prende un pomeriggio per accompagnarlo. Non tutti i papà possono e comunque anche nel mio caso è dura perchè posso lavorare meno sia in ufficio sia ... a casa (musica) con tutte le conseguenze del caso (maggior carico gli altri giorni, più stress). Cari papà...pensateci due volte. Se poi penso ai prossimi anni (se rinnoverò l'iscrizione....) quando le lezioni sono due (strumento+ritmica) tutto diventa più nebuloso.
- durante i corsi gli esercizi che il bambino apprezza di più sono quelli che ha svolto a casa, penso infatti sia una cosa normale, per loro, interessarsi di più alle cose che conoscono già e che quindi sanno fare meglio. Di contro le cose nuove rappresentano un ostacolo quindi per loro è facile volerlo evitare...tanto ci siamo noi. E qui viene un insegnamento importante del corso Suzuki che può far maturare noi come genitori nonchè il rapporto con il bimbo: cercare di fargli capire che con l'applicazione può risolvere ogni problema. Un insegnamento non da poco......

Per oggi è tutto, magari due mesetti, salvo novità, farò ancora il punto della situazione prima della conclusione. Vi faccio i complimenti se siete arrivati a leggere (e capire) tutto fino in fondo!

3 commenti:

Elena ha detto...

Ciao,
grazie della visita nel mio blog, e complimenti per questo nuovo mega e sincero post da papà suzuki. Invidio un po' i vecchi tempi della ritmica 2, e ne ricordo anche gli ostacoli! Complimenti anche per la fantasia per trovare le tue "strategie" per gli esercizi a casa. Un mio avvertimento sugli appunti durante la lezione: prendere i propri appunti piuttosto che farsi passare quelli di un altra mamma, o papà, è utile, perchè si è più consapevoli e partecipi. Oltretutto alla fine ci si ritrova un bagaglio di ricordi niente male da rileggere con il proprio piccolo musicista quando sarà più grande! Anche la registrazione è valida, se video ancora meglio!! Ciao e continuate così, Elena

Elena ha detto...

scusa, avevo scritto ritmica 2 ma intendevo 1, ciao ancora elena

Fabio Ranghiero ha detto...

Sicuramente trovare "il sostituto" per prendere appunti rende meno partecipi alla lezione. E aggiungo anche i bambini sono svegli e vedono tutto, prima o poi chiederanno "perchè quella mamma scrive " o "perchè quella mamma registra". Si rischia, nel tempo, per dare un cattivo esempio al bimbo.

Ciao