mercoledì 3 dicembre 2008

Le interviste del blog: FABIO TREVES

Se c'è una persona che rappresenta non solo il blues in Italia ma tutti i bluesman italiani, quella è Fabio Treves. Armonicista e cantante, fra i primi a far conoscere il Blues nel nostro paese con la sua “Treves blues band”, da decenni vive fra il palco, lo studio di registrazione e i microfoni di RADIO LIFEGATE. E' anche redattore dell'ottima rivista “Jam”


The musical blog: Ciao Fabio, una bella scoperta che ho fatto ultimente è che oltre ad essere il “puma di Lambrate”, l'armonicista che da sempre diffonde il buon blues in Italia con la sua voce e la sua armonica, sei un giornalista (scrivi per Jam) e un conduttore radiofonico. La tua trasmissione, “Life in Blues” è ascoltatissima e molto apprezzata. Da quanto sei attivo in questo progetto e come sei approdato in LIFEGATE?

Fabio Treves: La trasmissione nasce per iniziativa del Puma di Lambrate 5 anni fa, la radio è una grande passione avendo anche iniziato la PRIMA trasmissione di Blues su una radio "libera" come Radio Popolare nel lontano 1977 ed un anno prima sull'emittente milanese Canale 96! Ho chiesto a Lifegate se interessava un'ora di BLUES, loro hanno accettato e il cammino insieme va avanti senza intoppi o impedimenti alcuni.

T.M.B.: Suppongo che lavorare in radio sia una cosa piacevole e stimolante. E' una cosa che ti ha arricchito ? Grazie alla radio hai conosciuto persone interessanti che magari non avresti mai incontrato?

In radio certo ho incontrato sempre,nelle mie precedenti ed attuali collaborazioni, persone simpatiche..Soprattutto a Rock FM,(perchè non lo nego in me alberga sempre e comunque anche un cuore che pulsa ROCK..) in 16 anni ho potuto incontrare ottimi colleghi intenditori di buona musica, ma soprattutto ho ospitato un sacco di amici bravi, ma bravi davvero: James Cotton ,Willy De Ville, Huey Lewis, Billy Branch, Chuck Leavell, Little Steven, Robert Palmer, Sugar Blue, Joe Bonamassa, Robben Ford, ZZ Top, Jonny Lang,Jerry Portnoy,John Popper,Jono Manson e chissà quanti altri dei quali in questo momento non ricordo il nome....la radio sta ritornando in auge, grazie anche alla bassezza culturale delle TV, siano quelle di stato o private, se la musica è identificata in programmi come “amici”, “buona domenica” o “scalo 76”..siamo davvero messi male...ARBORE! ARBORE! Dove sei? Ma che programmi erano i suoi (un minuto di raccoglimento per DOC – n.d.r.)? Era avanti un'era...Forse per questo che non lavora più in RAI.....

T.M.B.: Un ritorno di Arbore sarebbe gradito. Ma ancora più gradito sarebbe scoprire chi sono dei nuovi “Arbore”. Ci sono sicuramente ma magari non riescono ad emergere a livello nazionale proprio a causa della bassezza culturale di cui hai parlato. Il blues, a livello di media, ne ha risentito tantissimo. Se prima poteva arrivare a far parlare di se oggi è dura . Ti provoco: ma il blues è morto? C'è ancora, o rivive in altri generi ? In modo particolare in Italia che situazione troviamo?

F.T.: Mi dici per favore da dove hai preso la notizia? E questo "qualcuno" chi sarebbe? A me pare proprio il contrario, chiude il Festivalbar, le discoteche perdono pubblico, la discografia "ufficiale" è in crisi profonda ed invece in Italia, ci sono più rassegne di Blues che in altri paesi, e sono rassegne di grande spessore e livello, basterebbe chiedere alle agenzie degli artisti americani se l'Italia è un paese appetito o no? Milano,capo D'Orlando,Pistoia,Brindisi, Torrita di Siena ,Vascon di Carbonera,Ameno, San Vittore Olona, Castel San Pietro, Narcao, Nureci,Oristano, Varazze,Savona...solo per citare qualche città e paese che ogni anno presenta cartelloni davvero interessanti..E i CD autoprodotti di bands che suonano blues vendono come quelli che hanno firmato contratti"capestro" con le multinazionali discografiche.."

T.M.B.: E' vero, ci sono molti festival in Italia, e questo significa possibilità di ascoltare il blues dove questo da il massimo, nel concerto live. In molti casi hanno un bel successo anche e...durano nel tempo. Bene, ma ora senza polemica guardiamo qualche dato. La maggior parte dei festival ha in cartellone artisti stranieri. Io considero (da sempre) il musicista italiano uno in gamba, con molte cose da dire, addirittura nei casi migliori all'altezza delle proposte straniere. Qualcosa non quadra? Se abbiamo musicisti eccelsi (e io ne sono più convinto) perchè non si ritrovano facilmente a suonare nei festival italiani (se non accompagnando questo o quell'artista)? Problemi di qualità o problemi "commerciali" ? O magari va bene così?

F.T.: "ESTEROFILIA, ecco il problema,organizzatori, critici (e in cascata il pubblico) si è convinto che un nome straniero sia COMUNQUE più degno di nota o di essere pagato le cifre di un ITALIANO... Certo se paragoniamo B.B. KING all'ultima band nata ieri in un qualsiasi paese di casa nostra non serve a niente l'accostamento, ma a parità di cachet e/o di richiamo di pubblico, ci sono gruppi italiani che superano eccome il nome straniero.. e per non fare torto a nessuno non faccio alcun nome..ma vallo a far capire all'organizzatore del Blues Festival! E poi ci sono certe agenzie che "spacciano" per nuovo talento del Blues chiunque arrivi dagli States! Per fortuna che poi è il pubblico a determinare il successo di un Festival su di un altro.. Il problema vero che a me interessa sottolineare è che certe agenzie specializzate dovrebbero RINGRAZIARE pubblicamente chi, giorno dopo giorno, porta in giro in Italia il Blues, siano i gruppi affermati o gli emergenti che fanno sempre più fatica a farsi conoscere (per i motivi sopracitati..)e chi ne parla, e chi ne scrive, e chi va nelle scuole od organizza seminari. Ed invece alcune agenzie credono di essere loro i responsabili del successo del BLUES nel nostro paese. A costo di sembrare antipatico a qualcuno , io dico a voce alta che il Signor Giancarlo Trenti della Slang Music, cittadino onorario di NEW ORLEANS, dovrebbe essere insignito del titolo di CAVALIERE DEL LAVORO, per la sua trentennale missione a favore del BLUES...e che dire di Gianni Ruggero della GROOVE COMPANY? Milano, Borgosesia, Lodi, Alessandria città che hanno organizzato insieme alla Groove rassegne internazionali di Blues che non hanno niente, ma proprio niente da invidiare a molte rassegne eurpee. Spesso si lavora all'osso, non ci sono superguadagni o ricarichi esagerati, ma alla fine il lavoro serio e la professionalità pagano eccome..Come vedi io non ho fatto alcun nome di musicisti italiani, ma prima o poi, spero presto, sono sicuro che tutti noi vedremo riconosciuto il nostro ruolo, con la stessa dignità, alla pari dei nomi stranieri...

T.M.B.: Facciamo un passo indietro (o avanti) e torniamo alla radio. E' ancora un media valido per far ascoltare il blues? E come deve essere proposto, in modo classico o “studiando” nuovi programmi? Deve diventare più commerciale e spettacolare o non deve compromettersi?

Ma mi spieghi da dove ti arrivano queste idee? Il BLUES è la musica per chi non vuole omologarsi, per chi vuole raggiungere la meta facendo fatica, per quelli che non amano prendere pasticche per stare insieme e bene con i loro amici, il Blues è la risposta intelligente e non inquinante alla musica spaccatimpani, e nessuno nel BLUES vuole porsi come obiettivo quello di andare ospite da Costanzo o da sua moglie, e/o di vendere dischi, c'è già Zucchero che lo ha fatto, e saranno anche fatti suoi. Ognuno nel BLUES cerca di parlare con il cuore e la passione, non con l'orecchiabile. Quando suoni o ascolti il BLUES ti deve venire voglia di alzarti in piedi, di urlare, di ballare, di pensare, di amare. E poi lo spettacolo credo che B.B. King, Santana, Clapton o la Treves Blues Band (scusa la modestia...) già lo facciano ed anche bene. Prova a chiederlo all'uscita di un loro concerto.....

E vogliamo parlare dei messaggi del BLUES? Credo che nessun appartenenti a baby gang o ragazzotto amante di "bullismo" ascolti o abbia mai ascoltato o sappia cosìè il BLUES... Il BLUES è un genere musicale ma anche uno stile ed una filosofia di vita, incentrato su valori sani e mai andati "fuori moda" come la solidarietà, l'impegno civile e l'amicizia. Vi ricordate BLUES BROTHERS? Al di là dei singoli personaggi c'era una morale molto bella, siamo in missione per conto di DIO o del BLUES, le cause buone sono al primo posto, far conoscere il Blues ed i suoi maestri è per me, ormai da quasi 35 anni un imperativo morale e categorico.

T.M.B.: E' molto bello quello che hai scritto, ma è anche vero che l'appartente ad una baby gang difficilmente avrà la possibilità di ascoltare questa musica e magari di dare un nuovo corso alla sua vita, proprio grazie a questo incontro. E a me piacerebbe che ci fosse questa possibilità. Premesso che è, forse, un sogno, a me piacerebbe che qualsiasi persona, a qualsiasi ora del giorno, accendendo la radio (anche ascoltando via internet chiaramente) avesse anche una minima possibiltà di ascoltare "the cat" come apertura di un programma dedicato alla musica che ci piace tanto. O magari, andando oltre, avere più possibilità di ascoltare qualcuno che la suona bene dal vivo. Secondo te resterà un sogno (con le eccezioni che conosciamo) ? Nei miei pochi e brevi viaggi all'estero amo accendere la radio e capire cosa viene trasmesso. Un programma di blues l'ho sempre trovato e non in orari....proibitivi. Trasmissioni come la nostra vecchia "doc" all'estero sono frequenti. Insomma, qui da noi va bene così, ci dobbiamo adattare o ....si può fare qualcosa. Anzi, dato per scontato che noi facciamo qualcosa (e tu fai molto)...può succedere qualcosa???

F.T.: Non sono molto ottimista sugli altri, lo sono per quello che faccio io, da anni..sono stato "tacciato"qualche volta di dare TROPPO spazio su JAM, la rivista per la quale collaboro da..una vita..ai gruppi alla loro prima esperienza discografica, spesso mi mandano Cd autoprodotti ed io preferisco parlare di loro che non del solito Cd dei soliti noti (stranieri). Proprio perchè il BLUES si diffonde tra i giovani, di vari ceti sociali , anche attraverso il lavoro di giovani band. Io ho suonato dovunque (carceri, scuole, ospedali, centri di recupero, oratori e centri sociali autogestiti) e credo che non esista una musica così immediata e ricca di fascino e suggestione come il BLUES. Anch'io credo che un bullo non nasca bullo, ma sono convinto che i media e genitori disattenti e frenetici e/o stressati possano fare danni seri sullo sviluppo psico/fisico/culturale/apprendimentale dei figli. Ed è per questo che ho coniato il motto BLUES alle masse, le MASSE al Blues...AI MUSICISTI che leggeranno queste parole, andate a suonare DOVUNQUE, anteponete la musica, il divertimento, la missione per la diffusione della buona musica, agli euro, al finto "successo"...Io ho fatto così, non pretendo che altri facciano la mia stessa strada, ma da"vecchio" del "Blues made in Italy", vi posso dire che alla fine "The sun is gonna shine on your backdoor someday"...purtroppo quest'ultima toccante frase non è mia....


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3 commenti:

Isi Serrati ha detto...

Tutto quello che dice e scrive il Puma è PURO VANGELO!
Isidoro Serrati
TBB Official Fan Club

Fabio Ranghiero ha detto...

Ebbene si non si può non essere d'accordo. Ciao e in bocca al lupo per il tuo nuovo blog!

Anonimo ha detto...

"voglia di urlare, di ballare, di pensare, di amare"...
grazie, fabio & fabio, di quest'autentica lezione di vita.
blues alle masse!
keep on rockin' in the free world!