giovedì 12 luglio 2018

Ringo Starr & His All-Starr Band a Marostica


Qualche riga sul concerto di Ringo Starr a cui ho avuto il piacere di assistere qualche giorno fa, il 9 luglio per la precisione. 

Antefatto: la mia passione per i Beatles attraversa 3 fasi ben distinte. La prima molto snob, legata a qualche brano come "Yesterday" "Hey Jude" "Ticket To Ride". Altri? Forse no. La seconda fase di "approfondimento" violentemente provocata da una persona. Proprio durante l'approfondimento (avvenuto quando già masticavo molto bene un po' tutta la musica e amavo tutto il rock classico degli anni '70 e diramazioni varie, il blues e tutta la musica in generale) ebbi modo di capire la bellezza dei loro brani, l'incredibile evoluzione del loro modo di arrangiare di cantare, del modo di affacciarsi alle mode di assorbirle di reinterpretarle. Insomma tutte cose che ritroviamo sui libri. Terza fase, amore. Non basta capire quanto grandi siano stati i Beatles per amarli, così come l'innamoramento non sdogana automaticamente l'amore. Amarli significa farsi accompagnare dalla loro musica per tutta la vita, sentirne la mancanza e tornare ancora ad ascoltarli anche per questo. 

Con la fase 3 è stato automatico il desiderio di conoscere la vita e il "cosa successe dopo" di John, Ringo, Paul e George (in ordine casuale). Libri, film, ascolto e apprezzamento delle loro opere musicali successive allo scioglimento. Tutto quello che ruota attorno al nome "Beatles", da non moltissimo tempo, mi attira come una calamita. 

E torniamo al concerto di Ringo. 78 anni e non si vedono, ritengo (e questo è dovuto alla fase n. 3) che sia "il batterista che tutti vorrebbero". Lineare, preciso, composto. E' un batterista. 
Se i Beatles lo preferirono a Pete Best ( che era uno dei batteristi più accreditati a Liverpool - fonte "Living in the Material World" di Scorsese) qualche motivo ci sarà. 

Andare ad un concerto di Ringo Starr è semplicemente andare a vedere/ascoltare "uno dei Beatles".
Il più importante o il meno importante? Chi ama i Beatles, pur avendo qualche preferenza, sa che non ci sono differenze. Vero è che la coppia Lennon/McCartney scrisse la maggior parte dei brani. Ma sappiamo benissimo come i Beatles han funzionato finchè erano una cosa sola (senza dimenticare il quinto Beatle George Martin). Senza la simpatia di Ringo, la sua precisione, il suo timing e la sua irrinunciabile interpretazione dei brani (provate a pensare a "Ticket to Ride" senza di lui, ed è un esempio fra molti) molti brani che noi conosciamo sarebbero ben diversi e magari...irriconoscibili.
E il concerto, solo per la sua presenza, diventa indimenticabile. Lui è uguale ai filmati in bianco e nero che passano spesso in TV, è uguale al concerto di addio (sul tetto). E questo non fa che ingrandire la sensazione di trovarsi di fronte ad un mito. Sensazione sempre minata dalla sua umiltà e simpatia, a differenza di un McCartney che, a conti fatti (canzoni scritte, richiamo di fans e altre cosette) è un vero leader. 
Ringo no, non è un leader, è "uno dei Beatles" e lo sa. Quindi fin dagli anni '70 ha capito il suo ruolo di batterista, non cantante, non leader. Non ha sfornato hit (ma alcune belle canzoni si) ma si è creato un "entourage" di musicisti incredibili anche grazie alle sue vere qualità, quelle artistiche.
E si è divertito.

Dovevo scrivere del concerto, e l'ho fatto: Ringo Starr si presenta con una band eccezionale, la Ringo Starr All Star Band, nomi altisonanti che riassumo qui:

Colin Hay (Men at Work - chitarra e voce)
Graham Gouldman (10cc - basso e voce)
Greg Bissonette (David Lee Roth - batterista)
Gregg Rolie (Santana - organo piano e voce)
Steve Lukather (Toto - chitarra e voce)
Warren Ham (Kansas -percussioni sax flauto voce)

Il concerto è un mix di brani dei Beatles (quelli in cui Ringo cantava come Yellow Submarine o With a Little Help from my Friends) di Ringo ( Photograph ad esempio) e dei gruppi di cui i musicisti / star facevano parte. Una super Cover - Band potremmo dire.
Suonano a memoria con un sound ormai collaudatissimo e potente. Cover Band dicevo, si con la differenza che questi "sono gli originali" e si sente.

La piazza di Marostica è incredibile anche per questi eventi ma sollevo 3 questioni (e non sono al primo concerto a Marostica, anche nelle altre occasioni qualcosa non mi è piaciuto).

1 - Il pubblico: sotto anestetico. Ho visto poche teste muoversi, forse la sedia ha fatto troppo il suo dovere (sia chiaro, se pago per gustarmi un concerto seduto è giusto mantenermi in questa posizione). Una causa però potrebbe essere nel punto
2 - Suono troppo compresso: la mia sensazione è di un suono fatto in cuffia dal tecnico, troppo compresso (o comunque poco dinamico) e con strumenti spesso tutti al centro. Conferma mi arriva da un altro tecnico (non faccio nomi) che mi confida quanto segue: la maggior parte dei service fa i suoni con monitor al mixer (quindi non tenendo conto del luogo in cui ci si trova) per passare poi il missaggio ad un secondo tecnico che adatta il risultato al luogo (una specie di mastering). Certo molto economico ma, se il risultato è questo diciamo che ho grossi dubbi.
3 - Piazza stupenda (ricordo Marostica famosa per essere la piazza "degli Scacchi") ma, non bella (anche se necessaria va detto) la chiusura all'esterno con i soliti pannelli. In questo caso poco si può fare, io insisterei su qualcosa di esteticamente più sopportabile (e qui mi fermo, non sono competente lancio solo la lamentela ahimè).

Con John e George che ci guardano da lassù ora aspetto Paul (e spero), con un ritardo ingiustificabile perchè è stato in Italia molte volte, per chiudere (in parte) in modo completo il mio amore per i Beatles. Ed ecco il set-list del 9 luglio:

Matchbox (Carl Perkins)
It Don’t Come Easy
Dreadlock Holiday (10cc)
Evil Ways (Willie Bobo/Santana)
Rosanna (Toto)
Down Under (Men at Work)
Boys (The Shirelles)
Don’t Pass Me By (Beatles)
Yellow Submarine (Beatles)
I’m Not in Love (10cc)
Black Magic Woman/Gypsy Queen (Santana)
You’re Sixteen (Johnny Burnette)
Who Can It Be Now (Men at work)
The Things We Do for Love (10cc)
Oye como va (Tito Puente)
I Wanna Be Your Man (The Beatles)
Hold the Line (Toto)
Photograph
Act Naturally (Buck Owens)
With a Little Help From My Friends
Give peace a chance (Plastic Ono Band)

Grazie Ringo !


ps: la foto non è mia, arriva dal sito Music Attitude in cui troverete una recensione migliore. 
Foto di Giuseppe Craca.


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