Il nuovo appuntamento del sito di Radio Noventa, partito lunedi scorso, arriva alla seconda puntata. Si tratta di recensioni mordi e fuggi ma - e qui dovete fidarvi - l'ascolto non è certo così. Ogni album recensito viene ascoltato come minimo 2 volte per intero senza "salti".
Poi passo alla scrittura: non esiste per ora un iter predefinito, cerco di trasmettere le emozioni che mi ha regalato l'ascolto e quantificare in breve l'aspetto tecnico/tecnologico/artistico. L'obiettivo è far capire se il prodotto ascoltato fa per voi. L'idea è tornare ad ascoltare la musica in modo continuo-non-fuggevole. Magari grazie alla radio....
Voto 7,5: non il migliore di McCartney (ho apprezzato di più il precedente "New") ma da ascoltare più volte e...una lezione su come si fa un disco.
Voto 9: un album che premia l'ascolto nel tempo continuando a stupirci con una ricerca artistica non comune in questi tempi, un regalo che potete farvi tenendo presente che le soddisfazioni non arriveranno dopo il primo ascolto.
Ecco un altro gruppo che torna ad un lavoro discografico dopo un po' (3 anni da "Drones).I Muse si sono ricamati uno spazio particolare, sono riconoscibili grazie ad un prezioso miscuglio di chitarre elettriche, sintetizzatori e atmosfere spesso apocalittiche (musicalmente parlando). Difficile trovare intimità nei loro brani che, quasi sempre, sfociano in ritmi pesanti, arrangiamenti pomposi e cantati maestosi. Non fa eccezione questo album che - va detto - non contiene picchi compositivi. La voce di Bellamy risulta sempre in primo piano bella, potente e importante. Largo uso di sintetizzatori, da sempre caratteristica del gruppo (e sicuramente nota positiva per il sottoscritto), in questo caso vengono utilizzati suoni analogici che richiamano ai primi synth di fine anni '70. L'alchimia con dei brani molto duri (chitarre elettriche e basso che pompa sempre presenti) funziona ma alla lunga - secondo il sottoscritto - stanca. Stanca perchè alla fine nonostante spunti interessanti pare di ascoltare sempre il solito brano. Qualche variante non ci stava male e l'esempio lampante è proprio il primo brano "Algorithm" che risulta più interessante e indovinato nella sua versione alternativa (presente nell'edizione Deluxe dell'album stesso). Non il lavoro più importante dei Muse, sicuramente contribuirà ad affermare ancora di più la band (e pare che questa musica piaccia), non c'è insufficienza e la band ha comunque lavorato bene. sicuramente il tour che seguirà darà molte soddisfazioni.
Voto 7: i Muse riescono ad essere riconoscibili grazie alle loro alchimie sonore e alla voce di Bellamy ma l'album scorre veloce senza picchi e la perla finale "The Void" non è sufficiente a farci riascoltare tutti i brani. Acquisto obbligato per i fans.
Voto 7: i Muse riescono ad essere riconoscibili grazie alle loro alchimie sonore e alla voce di Bellamy ma l'album scorre veloce senza picchi e la perla finale "The Void" non è sufficiente a farci riascoltare tutti i brani. Acquisto obbligato per i fans.
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