domenica 17 febbraio 2019

Le Pagelle del Fabiet - 7

Pubblicato sul sito www.radionoventa.it il 7 gennaio 2019

Siamo finalmente nell'anno nuovo, il 2019. Questo 2019 vedrà Pagelle piovere ovunque, dopo due "puntate" particolari (la prima dedicata agli album natalizi la seconda agli album a Km.0) torniamo regolari. Non disperatevi, il Km.Zero rientra fra le mie promesse per quest'anno, ma la lista di pagelle da completare è lunga ed impervia e oggi si sottopongono alle mie attenzioni tre veterani della musica: Eros Ramazzotti (quando Sanremo mantiene le promesse), Mimmo Locasciulli (la vecchia e sana scuola dei cantautori) e Jean Michel Jarre (può un musicista amare alla follia i suoni sintetici ?). Vi ricordo che le mie pagelle sono frutto di ascolti integrali (tutto l'album quindi, no un'assaggio e via) e ripetuti (minimo 2 ascolti - non posso andare oltre nel caso di prodotti scarsi). L'impianto è pronto, i padiglioni auricolari belli lucidi, spariamo bello alto il volume del nostro impianto e comiciamo a scrivere (io comincio a scrivere, voi a leggere naturalmente).


Eros Ramazzotti - Vita ce n'è. Ramazzotti nel 1985 cantava "una terra promessa, un mondo diverso". Poi arrivò un bel successo, meritato e alcune belle canzoni. Va detto fin da subito che questo "Vita ce n'è" andrebbe cambiato in "Vita non c'è", tanta è la desolazione musicale e artistica. Nulla di nuovo, l'album pare fatto apposta per giustificare la nuova tournèe europea (di sicuro successo). Nessuna idea nemmeno sui testi (a parte forse il brano d'apertura), non esiste un brano decente e le due canzoni che profumano (intensamente) di Reggaeton (Per le Strade e Vita Nuova) sanno di bandiera bianca che sventola sul ponte: uno dei pochi artisti di successo italiani che aveva il dovere/diritto di sperimentare, di provare a cambiare sfruttando il successo preferisce riposare sugli allori e accodarsi alle mode del momento. A chi giova tutto questo? Ad Eros di sicuro, i fans vanno ai concerti per altro (le vecchie canzoni, i vecchi successi) e non faticheranno a rimettere nel cassetto un album che si tiene in piedi praticamente sulla voce inconfondibile di Eros.
Voto 5: una serie di canzoni con testi uguali, arrangiamenti stanchi ed il maldestro tentativo di aggrapparsi alle mode del momento forse per raggiungere qualche nuovo cliente. Inutile

Mimmo Locasciulli - Cenere. C'erano una volta i cantautori di cui Mimmo è uno degli ultimi. La sua musica non arriva ai virtuosismi di Dalla, la sua poetica è lontana da De Gregori. Ma il sig. Locasciulli ha un passato di tutto rispetto, collaborazioni con i più, album e successo, di sicuro appartiene al club dei sottovalutati. "Cenere" è essenzialmente l'album di un Cantautore, in cui il testo è parte essenziale e la narrazione conta più dell'intonazione: non è malinconico o nostalgico, semplicemente possiede tutte le caratteristiche per meritare qualche ascolto. Onesto, a volte più che piacevole, lontanissimo dallo scimmiottare i generi del momento (vedi recensione di Ramazzotti qui sopra), a tratti anche ricercato nei suoni e negli arrangiamenti ( "Le regole del Jazz" forse il brano che preferisco). "Cenere" è il classico album che si fa amare dopo qualche ascolto e - mi rivolgo ai più giovani - potrebbe essere il punto di partenza per riscoprire un mondo che forse i produttori di oggi (generico) non vogliono fare ascoltare.
Voto 7,5: il voto è cresciuto ad ogni ascolto, l'Album va ascoltato soli, la sera, con un bel volume alto possibilmente senza disturbi. Forse è un insieme di "cose già ascoltate" per molti ma si tratta di un lavoro onesto ed appassionato.


Jean Micheal Jarre - Equinoxe Infinity. Questa puntata delle "pagelle" presenta tre artisti che arrivano dal passato. Jean Micheal Jarre rappresenta la parte più visionaria e rivoluzionaria, 12 milioni di dischi venduti con il primo Album, Oxygéne, nel 1977. Sinth analogici e registrazione multitraccia, ritmo e melodia e suoni che arrivavano, allora, da un futuro lontano. Oggi quel futuro che Jean aveva immaginato è arrivato, è possibile realizzare cose incredibili con un minimo di programmi su un pc portatile, è diventato semplice quello che allora era sicuramente complesso. Equinoxe Infinity riprende in parte il titolo dal secondo album ma non ne ripete l'intensità. L'eleganza e la bravura di Jean Michel Jarre però non vengono messe in discussione, gli 8 movimenti di "Infinity" scorrono veloci e leggeri, non aspettatevi però la stessa capacità seduttiva delle suites che lo resero famoso in tutto il mondo.
Voto 6: Jarre fece il botto negli anni 70 e nonostante il tentativo di stupire è rimasto fermo e fisso alle sue prime composizioni. Cambia qualche melodia ma i suoni, nonostante la pulizia, sembrano sempre quelli.


giovedì 7 febbraio 2019

Le Pagelle del Fabiet - 6

Articolo pubblicato su www.radionoventa.it il 31 dicembre 2018


Non trovo le parole per descrivere questo 2018: nevrotico, pieno di imprevisti, avaro di momenti sereni e colmo di novità e notizie. Una bella novità, fra le altre, è questa rubrica - web in cui mi riscopro criticone e ascoltatore. Serve a me per tornare ad ascoltare tanta musica diversa in modo concentrato (quindi no ascolti fuggevoli). Serve a voi - spero - per riscoprire il gusto dell'ascolto vero. E se non è questo il momento, lo sarà. Finisce il 2018 e preparo la promessa per il 2019: dare di più e comincio da subito: oggi le cattivissime pagelle sono dedicate ad "artisti a km zero". Perchè? Si tratta di artisti bravissimi che abitano "da queste parti", non hanno ancora raggiunto l'apice del successo (e glielo auguro) e sono soprattutto coraggiosi perchè portano su CD la loro musica. Solo per questo meritano un "8" di base ma....non è il voto quel che conta ma la passione che hanno messo e mettono quotidianamente sulla musica. Avanti 2019, loro sono pronti, anche noi!



Iarin Munari - I'm. "I'm" come "Io Sono" ma anche come "Iarin Munari", su questa equazione troviamo il suo primo album solista, una "quasi mezza" vita sul palco come batterista per tanti artisti, è arrivato il momento di dare importanza massima ai suoi progetti musicali (anche se ne sono già usciti altri, ma non a suo nome). Un concept album che ruota attorno a 3 brani: Sunrise, Twilight e Sunset. Passato il minuto di "risveglio" iniziale (attenzione, alla chitarra è sempre Iarin) ecco la sua inconfondibile batteria ed il suo incredibile groove di "settimo". L'album è una continua riscoperta di suoni e colori curatissimi in ogni particolare, brani pieni di soul (appunto "settimo" ) si alternano a momenti più rilassati ("Camilla") piazzandosi nei vari momenti del giorno (appunto dall'alba al tramonto).Voto 9: ecco un altro bel disco da ascoltare più volte alla ricerca di tutti i particolari che Iarin (e i musicisti che suonano in questo lavoro discografico) ha deciso di regalarci. Disponibile solo in edizione fisica ai concerti o sul sito.



The Twisters With Alice Violato - Arise. Ecco un gruppo - sempre a km.0 - che già conosciamo a Radio Noventa, ospite in un paio di occasioni. Li avevo "lasciati" all'ottimo "Music Odyssey" ed ecco che mi stupisco per l'ulteriore crescita di questo "Arise". Non ci sono dubbi fin dal primo ascolto, Alice, Paolo & C. riescono nella non facile impresa di doppiare lo spirito creativo e "pioneristico" del precedente album e forse a migliorarsi. Questo Arise è più duro, meno "cool" del precedente ma presenta un gruppo felicemente fiero delle origini blues (ascoltare i primi 2 cd per verificare) e allo stesso tempo voglioso di esplorare nuovi territori. Alla musica che stavolta si avvicina più decisa al Soul si aggiungono i testi spesso autobiografici ("Piticon" su tutti), così com'era stato per "Odyssey". Come succede per questi gruppi molto legati alle esibizioni live il modo migliore per ascoltarli è andarli a trovare proprio nei locali o nelle piazze in cui suonano e tornare a casa con il "souvenir". Infatti non lo troverete in digitale ma - appunto - "sul posto" o sul sito ufficiale.

Voto 9: coniugare emozionanti atmosfere live a composizioni più raffinate da studio, in questo The Twister & Alice Violato stanno diventando maestri. Andate ad un loro concerto e tornate col sorriso ed il cd in tasca.


Enrico Santacatterina - Mendicante. Stupenda la copertina che ritrare Enrico a "mendicare" qualche monetina dopo l'esibizione in strada. Questo è un album uscito da pochissimo e mi ha sorpreso da subito per la direzione: si tratta di vero rock italiano fatto da musicisti incredibili quindi qualcosa di esplosivo. Rock che - provo ad indovinare - è sicuramente la passione di Enrico (e si sente) e - provo a rischiare ulteriormente - pare provenire dagli anni '70 o perlomeno prende molto di quel modo di suonare e lo attualizza (appunto grazie a suoni corposi e a testi perfetti per il genere). La chitarra di Enrico fa da padrona sia nei soli che negli accompagnamenti. Il resto lo fa la sua voce  - perfetta in ogni brano e gli ottimi cori. Piccolo appunto "audio": batteria e voce appaiono in alcuni momenti "piccoline" e dietro a tutto il "wall of sound" (effetto voluto?). Stupenda ed emozionante "Menta Sale Vino e Fango" perfetto esempio di blues italiano (suonato da chi sa cos'è il blues fra l'altro - e si sente).
Voto 9: altro che mendicante, se volete ascoltare il vero rock italiano dovete passare di qui e sentirvi un po' più arricchiti.

Note della Pagella: tre pagelle, tre "9". Caso? Fatalità? Voluto? Lo so io, voi dovete solo sapere che si tratta di tre Album molto al di sopra della "media nazionale" (tanto per non uscire dai nostri confini).

sabato 2 febbraio 2019

Le Pagelle del Fabiet - 5

Articolo pubblicato su www.radionoventa.it il 24 dicembre 2018

Non potevo certamente lasciarvi nell'incertezza la vigilia di Natale. Dimenticate tutte le mie pagelle, oggi e domani dovranno essere giorni speciali all'insegna di musica decisamente natalizia. E se è vero che è necessario aggiungere a questi giorni un pizzico di bontà sappiate che il sottoscritto sarà imparziale e severissimo, come sempre. In questa puntata delle "Pagelle" solo canti natalizi...o quasi. Cos'è il Natale senza l'atmosfera natalizia? E cos'è l'atmosfera natalizia senza l'apposita playlist che odora di pino addobbato e luccicante? Come se non bastasse ogni anno ne esce una nuova, ecco quindi che il Fabiet, nell'augurare a tutti un Buon Natale, vi indica con la solita imparzialità cosa è giusto ascoltare e cosa meno. Signori mi faccio in 4 anzi in 5 per dare il voto a tutti i lavori discografici natalizi targati 2018, si comincia!


Michael Bublé - Love. Non è Natale senza la musica di Bublé, i maligni dicono "è Natale, scongelate Bublé". Ma qui siamo di fronte ad un "non" album natalizio, non c'è traccia di "Christmas" nei testi. Ma sarà qualcosa nella sua voce o nel periodo d'uscita, non so....è perfetto per queste festività. Michael è un bravo cantante e ha quella voce ruffiana capace di emozionare davanti ad un caminetto (o sotto un albero ben addobato), brani swing arrangiati in modo classico: contrabbasso batteria spazzole piano, fiati e archi quando serve, tutto è scolasticamente suonato in modo ineccepibile e seducente. Peccato che brani come "Love You Anymore" siano in schiacciante minoranza perchè è proprio in queste canzoni che Michael cambia registro e ci regala qualcosa di diverso, nuovo e più vivo.
Voto 7: il "solito" Michael Bublè (a parte un brano o due), musiche perfette per accogliere i vostri ospiti al cenone della Vigilia e mettervi al sicuro da qualsiasi critica.


Mary Poppins Returns - Original Soundtrack. Non un vero e proprio Album di Natale ma il Film sicuramente farà tornare bambino molti di noi. Non so bene la trama di questo "ritorno" ma spero che il film sia all'altezza dell'orginale o quasi. Comunque il periodo è perfetto per guardarselo in famiglia e si, sicuramente la colonna sonora è parte portante anche perchè trattasi fondamentalmente di un musical. Tutte le canzoni sono gradevolissime, riascoltabili. Il carattere "musical classico" con orchestra, cantanti che spesso lasciano le melodie per un breve recitativo, inserti dal lungometraggio e tempi in 2/4 fanno entrare nel film senza pagare il biglietto. Gradevole ma manca l'attualizzazione dell'indimenticabile supercalifragilistichespiralidoso.
Voto 7,5: torna Mary Poppins ed è allarme dolcezza, anche se la pillola va giù. Per un Pranzo di Natale aggiornato alle ultimissime novità (il film è da poco nelle sale), perfetto se non volete rischiare la fuga dei vostri ospiti al primo "Jingle Bells".


Gwen Stefani - You Make It Feel Like Christmas. L'Album è dell'anno scorso ma non so cosa mi ha portato ad ascoltarlo. La stilista statunitense forse a corto di idee ci prova con le canzoni di Natale tentando la via del "facciamole diverse" peccato che la festa vada avanti solo i primi 3 brani. Poi la noia totale con arrangiamenti scontatissimi ed una qualità sonora imbarazzante. E la sua voce - ma non si sappia in giro - diventa antipatica canzone dopo canzone. Facciamo così, dite pure che avevo ancora spazio per qualche pagella ed ho pescato a caso. Ma come stilista ci sa fare? E dicono che sia pure attrice!
Voto 4,5: nonostate i primi tre brani promettenti devo stroncare un album prodotto molto male. Da proporre durante il Pranzo di Natale solamente se avete ricette culinarie a prova di bomba che sapranno proiettare i commensali in una grande abbuffata.
Raffaella Carrà - Ogni volta che è Natale. Raffaella Carrà manca. Manca il suo ottimismo, il suo spirito attivo, la sua carica, la sua professionalità. Ed un suo ritorno, seppur sotto forma di files digitali natalizi, non può che far piacere. Purtroppo tutto l'Album risulta slegato e se la speranza è di ascoltare la Raffa padrona della situazione alla fine penso si tratti di un minestrone di brani sicuramente ben suonati ma slegatissimi. Troppi generi, troppi interventi "fuori luogo" ed una Raffaella messa in secondo piano. La sua è la voce di una soubrette, di una grande professionista e a quelli come me che l'adorano resteranno delusi da questo Album che - ovviamente - esce sotto le feste di Natale cantando brani natalizi, già questo basta per far calare un po' di aspettative. Alto rispetto per la sua carriera, disco suonato molto bene ma che non riesce a trovare un'anima ed un filo conduttore. Nota negativa per la pronuncia inglese della nostra.
Voto 6: c'è la Raffa ma il suo entusiasmo non "buca" l'ascolto.  Canzoni perfette come sottofondo durante l'apertura dei regali o se volete un post cenone malinconico.


Eric Clapton - Happy Xmas. Una stupenda sorpresa questo Eric Clapton natalizio. Quando lessi la notizia di questa uscita apparvero svariati punti di domanda addobbati e luccicanti sulla mia testa. Mi sbagliavo, tutte le canzoni sono ben suonate, vissute, ben cantate, piacevoli e coraggiose quanto basta. Incredibile tutto l'Album che sposa il blues con i canti di Natale. Non mancano piccoli diamanti come "For Love on Christmas Day" o "It's Christmas", passando per il punto più basso e incomprensibile "Jingle Bells". Tutti i brani (a parte l'ultimo citato) sono rispettosi degli originali ma anche del genere (il blues) suonato, non ci sono stonature, sarcasmo, ironia. Sono veramente brani natalizi in formato Blues. Un bellissimo regalo da parte di un Eric Clapton, il "quinto Beatle" che riesce a graffiare e a stupire ancora una volta.
Voto 8: inaspettato piccolo gioiello di Natale, un regalo a tutti i fans e non solo. Perfetto per Pranzo di Natale o Cenone della Vigilia, con questa musica va bene anche un menù povero anzi... non si mangia e aprite subito i regali!