Carissimo Renato,
mi decido a scriverti ora, dopo moltissimi anni passati unicamente ad ascoltarti. Sono un sorcino o meglio un tuo sorcino "acquisito" come sono stato definito tanto tempo fa da una vera sorcina. Non sono stato ai tuoi concerti e non ho mai esternato la mia condizione di tuo fan, non sono mai stato a Zerolandia e non ho mai avuto il motorino. Semplicemente perchè ero troppo piccolo per farlo, a 12 anni acquistai con le paghette "Artide Antartide" e lo ascoltai per moltissimo tempo rapito da temi adulti e dal tuo modo di raccontare e di comporre. Ma ti amavo già prima ovviamente dai tempi di "triangolo" (avevo 7 anni) o di "amico", di "più su". Fino al tuo capolavoro "Artide Antartide", l'unica occasione che avevo per ascoltarti era la radio quindi quotidianamente chiamavo gli speaker per ascoltare "il carrozzone" "il cielo" e i brani che conoscevo. Mi hai tenuto compagnia e mi hai fatto crescere un po' diverso. Sono cresciuto e son diventato "zero" pure io.
Colgo l'occasione per ringraziarti in modo molto semplice, e cosa potrei fare? Il tuo bel regalo è essere uno Zero ancora oggi, continui a comporre e cantare nonostante l'assenza di perle all'altezza del passato. Ma è logico, e questi tre album in uscita nei prossimi mesi testimoniano quanto la musica sia importante e costante nella nostra vita. Non ti sei mai ritirato e facendo musica ti sei sempre messo in discussione. Son pronto ad ascoltare e a pagellarti. Ma non ti deve distrarre la mia critica: siamo uno zero e la cosa più importante è restarlo fino alla fine. Tre due uno.
Carissimo Renato, grazie.
Nessun commento:
Posta un commento