lunedì 7 dicembre 2020

Hey Clockface - Elvis Costello (le Pagelle del Fabiet)

 

Son tempi difficili per la nostra testa, bombardata di continuo da informazioni vere o false, da insegnamenti interessati o meno, da consigli di comodo o magari no. Situazione pericolosissima in quanto può arrivare a provocare alienazione, voglia di spegnere e di allontanarsi dalla realtà. Il nostro dovere è, pur nella mancanza di terra sotto i piedi, riuscire comunque a mantenere la quota, volando o meno.

Non ho religione, non ho filosofia
La testa è piena di parole che non mi appartengono
Pare uno scherzo ma non capisco il bavaglio
Non percepisco il futuro ma solo il presente che si trascina
(Elvis Costello "No Flag")


Hey Clockface - Elvis Costello. Il cantautore britannico ha passato la sessantina ma da vero artista non ha perso la sua abitudine a cambiare pelle. In "hey Clockface" troviamo il Costello camaleonte capace di passare dalle atmosfere mediorientali di "Revolution 49" al punk rock sperimentale di "No Flag" infine al jazz urbano di "I do". Il tutto coordinato grazie a bravissimi musicisti (pare che l'album sia stato registrato in tre località diverse e con diverse formazioni) e alle anime di Elvis rock, punk o blues, e chissà cos'altro visto che ci regala un'esperienza radiofonica curiosa e riuscita come "Radio is everything". Non è tutto oro, non tutti i brani luccicano anzi l'album risulta meno attraente nella seconda parte a causa di una forte sensazione di ripetitività. In sostanza quasi tutte le idee vengono lanciate nella prima parte lasciando alla seconda il ruolo di "minestra riscaldata". 
Voto 7: tante sono le facce di "Hey Clockface" e non è un gioco di parole. Stili diversi che convivono senza particolari traumi grazie ad autore e musicisti. Un album che rischia di non farsi ascoltare fino in fondo a causa di una certa ripetitività dei brani finali, soprattutto negli arrangiamenti veramente molto carichi e un po' troppo pesanti. Ma è Elvis Costello.

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