mercoledì 21 dicembre 2022

Appena visto: The Patient

Li chiamavamo telefilm. Di solito andavano "in onda" alle sette di sera, ora danno stupidi quiz e - cosa ben peggiore - forse l'antica leggerezza degli orari serali è andata persa.
Oggi il telefilm ha sostituito, nell'importanza e nella profondità (e nelle energie spese un po' qui un po la) il fratello maggiore, il FILM, lo show della durata di un'ora e mezza / due capace in tempi stringenti di regalare emozioni importanti.
Il Film oggi è la SERIE TV in cui una semplice idea viene dilatata, allungata, diluita in diverse stagioni. Oggi un singolo episodio arriva a durare spesso la metà di un FILM. Quindi, se la matematica non è una semplice opinione, guardare due episodi equivale a guardare un FILM. Almeno nel tempo perso (....) perchè in due episodi di una serie TV potrebbe anche non accadere nulla.

Perchè scrivo questo? Senza nasconderci tanto possiamo affermare che la qualità degli ultimi FILM usciti è calata notevolmente a favore di una maggior attenzione e lavoro mentale dedicati alla controparte per TV. E' doveroso ammettere che sono uscite serie veramente ben fatte sotto il profilo tecnico, dotate di idee e sceneggiatura anche complesse ma che hanno il grosso difetto di durare troppo, per motivi che non so spiegarmi visto che per far durare tanto una stagione la regola è ormai questa: allunga la minestra e cerca di far succedere tutto nell'episodio di fine serie. Non ne siete convinti? Quando si risolve la maggior parte degli enigmi (e se ne creano altri) di una serie tv? Nel corso dell'ultimo episodio che di solito - guarda caso - dura anche un po' di più. Ultimo episodio spesso annunciato, desiderato, voluto, sperato da tutto il pubblico quasi a denigrare tutto quello che viene prima. D'altronde di cosa mi lamento? Anche nel caro vecchio film il finale era spesso risolutivo, chiarificatore, armageddon.

QUINDI "THE PATIENT" ?...

Chi ha già visto la serie TV avrà già capito il significato di questo post che non è una vera e propria recensione (non ne sarei in grado). L'amore che provo per The Patient è dovuto a questi due punti:

- A - ogni episodio dura la bellezza di 20 minuti 
- B - la serie TV è autoconclusiva, 10 puntate e tutti a casa (non proprio ma evitiamo spoiler)

Caso quasi unico (altro esempio stupendo e forse migliore è "the end of the fucking world" che consiglio vivamente a tutti) e rappresentativo di quello che le serie dovranno diventare. Un ridimensionamento dovuto prima del crollo definitivo (di ascolti e di contenuti almeno sufficienti) che prevedo prossimo. Il crollo qualitativo è già cominciato purtroppo ma teniamo pur conto che esistono anche i cicli (e i ricicli).

La trama si basa su un fatto molto semplice: tu sei il mio terapeuta ma il mio problema è così grave che sono costretto a rapirti, incatenarti ad un letto e tenerti in vita precaria per provare a risolvere i miei traumi senza dare nell'occhio. Ogni puntata è priva di allungamenti inutili e tutti i dialoghi (c'è spazio anche per l'azione) sono funzionali alla trama e ad un sano e sintetico approfondimento psicologico. I venti minuti a puntata hanno costretto gli sceneggiatori a creare una sintesi che - nonostante tutto - garantisce il ritmo ed evita ogni tipo di assopimento. Penso che il restringere la durata può essere uno stimolo positivo per dare il massimo nei pochi minuti a disposizione e a dover effettuare delle scelte sulle scene girate da utilizzare o meno.

NON LUCCICA TUTTO

Ho guardato dall'inizio alla fine tutti gli episodi convinto ovviamente dalla storia e dalla certezza che non ci sarebbero stati momenti noiosi o approfondimenti gratuiti e non dovuti.
Così è stato, "The patient" è una serie asciutta, immediata, sintetica ma non priva di profondità. Ottima la recitazione e convincenti i due personaggi principali. Capolavoro quindi?

Se guardo alla boccata d'aria data da una serie autoconclusiva si. Ma alla fine, nonostante il finale realistico e poetico, resta la convinzione che si poteva fare qualcosina di più:
- non fidatevi delle recensioni troppo positive che si leggono in rete, certo l'approfondimento psicologico è importante ma non si scava abbastanza nei personaggi, i loro problemi (si da entrambe le parti ci sono problemi) vengono si enunciati ma non spiegati completamente. La maggior parte degli episodi insiste su situazioni, piccoli tentativi di fuga, inquadrature su espressioni/oggetti/particolari che sono utilissimi per creare tensione ma tolgono importanza al parlato. Resta, per quel che riguarda i personaggi principali, una sensazione di superficialità (o di banalità dell'indagine).

- coinvolgimento: anche qui le recensioni esagerano. Ho guardato tutta la serie principalmente perchè ho ammirato le scelte di tempo dei produttori, ho pensato che meritassero una visione completa. La curiosità del finale c'è ma nonostante la sintesi in alcuni momenti ho sentito ancora la sensazione di "brodo allungato". Non sono riuscito ad immedesimarmi in nessun personaggio e la storia che sta dietro non mi è sembrata abbastanza coinvolgente.

Un voto? 7,5 mi pare adeguato e abbastanza alto. Un'ottima serie che ha un difetto: parla di psicologia, indagine psicologica, terapia senza farci toccare con mano quello che è veramente, se serve realmente oppure come può risolvere parzialmente i problemi. La soluzione è altrove. Anzi, forse il finale svela che a poco serve, forse a nulla (e magari ci volevano dire questo?). Una trama che - nel poco tempo che ha a disposizione - vuole raccontarci le storie dei personaggi, raccontare una terapia senza ovviamente staccare la spina alla storia principale e garantire un minimo di azione per non scoraggiare i clienti del mordi e fuggi. Un equilibrio che comunque c'è ma che forse, a conti fatti, non accontenterà nessuno.

Io avrei privilegiato tutto il reparto psicologico, cosa che succede purtroppo solo in parte.

Da vedere? Certo, da vedere e da goderne soprattutto pensando alla possibile e spero probabile nuova ondata di serie TV con episodi dalla durata umana e dalle stagioni autoconclusive.

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