Dopo un'attesa infinita, lunga, stressante Peter Gabriel è uscito allo scoperto annunciando un nuovo Album e relativo Tour (Verona e Milano già a maggio). Negli ultimi anni (a partire da "Scratch my back", più o meno) i fan si sono spazientiti tanto da leggere - nella solita rete - pensieri sfiduciati e accuse più o meno eleganti. Il sottoscritto, fedele alla linea, non si è scomposto ed ha aspettato, pago di quanto già fatto da Peter e avendo già accettato da un po' di tempo che la vena creativa non si è esaurita ma di certo ha rallentato e non di poco il suo corso.
Non penso ci siano premi per questa fedeltà ma in questi anni ho "toccato con mano" uno scontento si giustificato che purtroppo è sfociato in uno sgradito desiderio di "fan service".
Pace, con l'avvento dei cosidetti "social" si è liberato l'animale che è in noi, l'analisi la controanalisi la critica, la pacata e utile discussione sono scomparse a favore di ben più appaganti e incolori scontri verbali che hanno ridotto tutte le sfumature in un triste bianco o un nero, in si/no, bello/brutto e, in una buona parte di discussioni, in "merda o capolavoro".
Non a caso il nuovo Album di Gabriel si intitola IN/OUT.
Ho scritto Album? Certo, In/Out è annunciato ma quando uscirà? Non siamo più negli anni '70 o negli anni '90. Il mondo discografico si è evoluto, è cambiato, si sta trasformando. Forse non ce ne siamo accorti, non vogliamo ammettere il cambiamento ma Peter Gabriel da vero GURU ha mantenuto il "self control" (contrariamente alla sua canzone), il D.I.Y. (idem) e proporrà il suo lavoro in linea con una possibile "nuova era discografica". Ogni brano uscirà ad ogni pieno di Luna. Non solo, ogni brano verrà accompagnato da due missaggi, il missaggio IN ed il missaggio OUT.
Spiazzante? Forse. E l'album? Pensiamoci un attimo, chi ascolta ancora l'Album? Oggi un canale Youtube vive grazie agli aggiornamenti costanti e continui, le serie TV stanno sostituendosi ai Film, "influencer", "blogger" "youtuber" "podcaster" hanno bisogno di una continua condivisione di contenuti. Gabriel studia e prova questa nuova via. Non sarà il primo ma il progetto IN/OUT rischia di essere la sua ulteriore visione/previsione. Ogni brano in due versioni (quindi due sound engineer) affiancato da un'opera artistica. Spiazzante? Certo ci manca tanto il nostro Album ma, nonostante l'età, dobbiamo guardare avanti. Se l'ha fatto lui...
PANOPTICOM
Panopticom è il primo - per ora unico - brano uscito con le sue due versioni Bright e Dark e la sua opera d'arte digitale "Red Gravity" di David Spriggs. Qui trovate ampia descrizione sull'interessante "Gravity series" dell'artista. Nel testo Gabriel individua un pensiero comune, un insieme di persone che pensano allo stesso modo e sono strettamente connesse fra loro. Il panopticom è la loro immagine, una creatura "a più occhi". Il testo vuole stimolare questa unione di cervelli pensanti con lo scopo di comprendere meglio quello che sta accadendo. La struttura del brano è un A-B-C-D, interessante che si ripete due volte. A è l'introduzione strumentale chitarra - voce che precede la strofa B ed il ritornello C ("panopticom") con l'inedita chitarra acustica, c'è lo spazio per un curioso D con un trascinante raddoppio della batteria. Molti di voi potrebbero criticare questa suddivisione semplificandola ad un AB AB (AB è intro e strofa semplificate in A, CD il ritornello che diventa B). Certo forse è più corretto ma le parti sono così distinte fra loro anche nei colori che ho deciso per una maggiore caratterizzazione. Non cambia nulla ovviamente, il brano è sempre quello.
MIX BRIGHT, MIX DARK
Veniamo ora alla parte più interessante e gustosa. Gabriel ha deciso, per questo suo attesissimo album, di consegnarci due mix. Il missaggio di un brano rappresenta la sua visione, un'aggiuntiva interpretazione che arriva grazie alla possibilità di combinare più tracce registrate in modo diverso fra di loro. Da una parte c'è il suonato, le note gli accordi ed i suoni originali che non si possono più cambiare. Restano incisi e legati in modo univoco al musicista. Tutte queste tracce però possono essere elaborate, piazzate in uno scenario uguale o diverso da quello originario, aggiunte ad effetti, rumori, filtri. Non solo, una volta scelta la "dimensione" della traccia registrata andrà scelta quella dell'insieme (mix e mastering)
Chi decide tutto questo? Molte persone, a volte una sola persona. Nel caso di IN OUT Gabriel ha scelto non uno ma due tecnici: Mark "Spike" Stente Tchad Blake.
DIFFERENZE
Ho ascoltato ormai decine di volte Panopticom nelle due versioni. E' il momento di scoprire il lavoro fatto dai tecnici audio. Leggo nei "soliti social" che non ci sono differenze. NON E' VERO. Differenze ce ne sono e non sono poche. Con questa operazione Gabriel ci invita ad ASCOLTARE, a soffermarci sui particolari (e la musica è fatta di particolari). Cercherò quindi di elencare tutto quello che ho ascoltato, in nero Dark Mix in rosso Bright Mix.
Ricordo che mentre i due lavorano Gabriel è sempre - sicuramente - stato vigile e presente.
Correggetemi se sbaglio.
Durante i primi 30 secondi (A) emergono già le due differenti visioni. Nel DarkMix la chitarra (elettrica?) è più centrale ed è trattata da un effetto (chorus ma anche un leggerissimo flanger) mentre nel Bright il suono è più naturale (potrebbe essere un'acustica), più chiuso nell'equalizzazione e spostata leggermente a sinistra. Nel bright si distinguono 2 chitarre (una elettrica ed una acustica?), sicuramente ci sono anche nel darkmix ma sono entrambe molto centrali, si fa fatica a distinguerle. I colpi di kick ed il basso sono presenti nella bright mentre nella dark sono stati tolti. Nella versione dark il basso è molto "dietro" e svuotato dei bassi tanto da sembrare la prima corda di una chitarra elettrica (e magari è così). Il bel cantato del basso di Levin arriva nella seconda parte dell'intro, piccolino e compresso mentre nel brightmix è più corposo. Il tema viene eseguito anche da una voce (campionata) che doppia la chitarra (Gabriel parla di "Bouzouki quindi altro strumento a corda), in entrambi i mix è "dietro" con la differenza che nel bright subisce un trattamento massiccio di effetti/reverbero tanto da sembrare un banalissimo feedback o un sinth. L'e-drum nel dark mix è più in evidenza.
Sono solo i primi secondi, andiamo avanti.
Parte il groove (B): batteria molto più aperta nel darkmix (wow!), il bright si mantiene più moderato lasciando la traccia ritmica nel mix. Il synth che fa l'accordo ripetuto è nascosto nel darkmix e resta sulla parte destra. Ad 1 minuto circa nel dark mix c'è una specie di "suono sveglia" o campanello basso potrebbe essere un sinth o un campionamento (beh, mi pare ovvio), nel bright non si sente proprio . Attenzione Gabriel comincia a cantare, nel dark mix la sua voce è più asciutta, vicina, naturale e secondo me più bella da ascoltare. Nel bright è spinta bene nei due canali con un effetto (enhancer?). Riascolto, c'è un po' di effetto anche nel darkmix (voce) ma piccolo piccolo forse è un delay molto corto comunque centrale e meno evidente della sua controparte bright, mi piace troppo. Rullante bello ed in evidenza nel darkmix. La chitarra elettrica è molto cattiva nel dark mix (quando entra con la batteria) ma pare un'acustica con un bel carico di effetti. Più naturale e ben equilibrata con il basso nel bright.
Il mix bright si sta rivelando più "rotondo" ed equilibrato nell'equalizzazione, il darkmix usa meno effetti, è più realistico e vicino alla filosofia di "up". Quest'ultimo ha tagliato molti suoni o messi molto "dietro" nello scenario mentre il bright sta cercando di farci ascoltare tutto il suonato.
Panopticom (C): anche qui la voce di Gabriel è troppo rumorosa nel bright mix, troppi effetti e - mi permetto - disturba un po' l'ascolto di tutto quello che sta sotto, si tratta forse di un "effetto valvolare" non so. Nel darkmix c'è più moderazione e ci permette di ascoltare un Gabriel più naturale. La chitarra acustica (novità per Gabriel se escludiamo Solsbury Hill) anzi LE, sono due sicuramente, ben distanti nel brightmix più vicine nel dark, entrambi i mix mettono in evidenza lo strumming nel canale destro. Differente equalizzazione, il dark mix spinge sugli alti (infatti in generale è più povero di bassi).
Rettifico: si le chitarre acustiche sono 2, distribuite nel canale sx/dx in entrambi i mix. Punto in comune se togliamo l'eq in cui il dark insiste più sugli alti.
Sto cominciando a notare maggiore compressione nel brightmix (nel mastering?). Mi da un po' fastidio. La versione dark è più acida, dinamica quindi coraggiosa (meno ascoltabile per l'utente "giovane" questo voglio dire).
Comincia la parte più movimentata (e inaspettata, rende più interessante il brano), il darkmix ci regala una batteria bella brillante, molto davanti rispetto agli altri strumenti in evidenza anche i tamburi (a 1.44, nel bright quasi non si sentono). Mi pare di sentire un po' di distorsione nella voce nel bright , forse a conferma del "valvolare" che non mi piace per niente. E confermo pure che nel dark c'è meno trattamento (sempre nella voce), in generale questa D suona molto più rock quasi a voler ricordare "digging in the dirt" (beh si sente il riff uguale della chitarra al minuto 2.20). Nel bright mix chitarre acustiche molto dietro mentre nel dark sono presenti, eccome, lo schitarramento ci fa ballare! Il bright mix continua a non piacermi (ed ora capisco perchè il brano non mi convinceva il 6 gennaio scorso, a singolo uscito), in questa D c'è "un po' di tutto" ma niente alla fine, se non il sinth che troviamo in apertura di B che qui non ha nemmeno senso (ma è un mio parere). Invece nel dark è tutto alla luce del sole e, come già scritto, si sente più "rock'n'roll". Nella coda che precede il secondo tema, a 2.14, il bright mix ci fa ascoltare un bel sinth ( pare un vecchio Oberheim Matrix, ovviamente potrebbe essere tutto), bello, che viene snobbato dal darkmix, trova spazio per qualche attimo poi scompare.
C'è "more than this", ad ogni ascolto noto piccole ma evidenti differenze. Il brano riparte dal tema (A ), siamo a circa 2.26 nel dark mix cambia tutto, ora la voce è molto più in evidenza e viene doppiata da un altro strumento a corda (mandolino?) . Nessun mandolino (o quello che è) nel bright mix che non cambia le carte in tavola rispetto alla prima A. Mi piace questa diversa interpretazione audio del tema. Il seguito ovviamente mantiene per entrambi la filosofia della prima parte del brano. Da un lato il bright pieno di colori dall'altro un dark più secco, meno ricco e salta fuori ancora quella "sveglia" la potete sentire al minuto 3.03 sulla sinistra (prima era a destra e meno acuta). Forse è un'impressione ma il "rim" sul secondo Panapticom lavora diversamente nei due mix. Segnalo un fill veramente brutto a 4.12 in entrambi i mix. Pare anche fuori tempo (pare, forse lo è e sicuramente è voluto ma è brutto, non mi piace).
C'è lo spazio per l'ultima piacevole differenza: il mix dell'ultima nota di batteria, il dark mix lascia la coda del rullante, si sentono il legno e la pelle che suonano ancora mentre nel bright mix viene tagliato. Pare un particolare inutile ma è la conferma che il tecnico del dark mix ha voluto mantenere - dove possibile - una certa naturalità nei suoni (voce compresa). Il bright invece ha - secondo me - esagerato un po' troppo creando una versione di plastica.
CONCLUSIONI?
Bright mix suona più elaborato, moderno. Forse è più vicino alle esigenze dell'ascoltatore più giovane. L'equalizzazione è morbida con dei bei bassi rotondi e in generale i suoni sono ben trattati. Solo la voce di Peter non mi piace, troppo ruvida, acerba, graffiante si contrappone troppo al resto. Il dark mix è molto vicino a quanto già realizzato in "up", i suoni sono più naturali, emergono batteria e voce (bellissima) in generale è più "rock'n'roll" e vicina ad un ascolto più maturo .
Nota: andate a leggervi chi ha mixato UP (Peter Gabriel, 2001)
In definitiva, se vuoi ascoltare tutto il suonato c'è il Bright mix (che è stato pubblicato per primo) mentre se vuoi una selezione dei suoni più ragionata ecco pronto il Dark mix.
La vera conclusione è che E' BELLO poter ascoltare due missaggi dello stesso brano.
Mi fermo qui, per il momento. A questo punto voglio ripetere l'esperimento per tutti i brani successivi. E' divertente ed è meglio cogliere l'occasione data dal caro Peter.
Le foto sono ricavate dalla pagina Facebook ufficiale di Peter Gabriel. Manu Katchè, Peter Gabriel, Tony Levin, David Rhodes al lavoro nei Real World Studios
– CREDITS –
Words and Music Peter Gabriel
Produced by Peter Gabriel
Published by Real World Music Ltd. / Sony Music Publishing
Engineered by Oli Jacobs and Katie May.
Pre-production engineering by Richard Chappell
Assistant engineering by Faye Dolle
Dark-Side Mixed by Tchad Blake
Bright-Side Mixed by Mark ‘Spike’ Stent
In-Side Mix: 3D Audio sound treatments and Dolby Atmos mix by Hans-Martin Buff in the Red Room at Real World Studios & Aural Majority Pad, Boofland. Additional recording assistance from Dom Shaw
Mastered by Matt Colton at Metropolis
Recorded at Real World Studios, Bath and The Beehive, London
Cover Image: Red Gravity by David Spriggs
Drums: Manu Katché
Rhythm Programming: Peter Gabriel, Oli Jacobs, Richard Chappell
Bass: Tony Levin
Electric Guitar: David Rhodes
Acoustic Guitar: Katie May
Additional Electric and Acoustic Guitar on the In-Side Mix only: Stuart McCallum
Synths: Peter Gabriel
Additional Synths: Oli Jacobs
Bells and Haunting Synths: Brian Eno
Backing Vocals: Peter Gabriel, David Rhodes, Ríoghnach Connolly
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