giovedì 22 ottobre 2020

Le Pagelle del Fabiet - Album n.8 (Katie Melua)

 


Sulla durata.
Chi mi legge sa quanto tengo in considerazione la lunghezza di un album. Probabilmente fiumi di parole si son spesi e magari qualcuno non si è limitato solo a quelle (parole o fiumi fate voi). Non c'è una regola e nessuno potrà mai affermare di avere la verità assoluta. 
Un tempo ragionevole è per me da sempre quello che era la durata massima di un 33 giri: circa 50 minuti. Va da se' che se un artista si accinge a portare la propria musica su Album dovrebbe avere - fra i vari obiettivi - il raggiungimento di un minutaggio pari o superiore ai 40 minuti. Questo per spiegare che al di sotto di questa soglia (già molto bassa per il sottoscritto) si dovrebbe seriamente cominciare a pensare di aver portato poche idee al proprio mulino.

Ma come scritto non c'è nessuna punizione o controindicazione se non quella di lasciare l'ascoltatore - forse - leggermente "a bocca asciutta". Se quelli sono i brani cosa possiamo farci noi ascoltatori o peggio ancora noi autori? Nulla se non - come fa il sottoscritto - togliere un punticino all'eventuale valutazione. Così, tanto per dare un piccolo schiaffetto per poi tornare amici.


Album n. 8 - Katie Melua. Appunto, 37 minuti per questo ottavo album della brava e bella cantante georgiana naturalizzata inglese. Ci aggiungo il titolo dell'Album che annuncia scarsa fantasia o poca voglia di lavorare quelle poche ore di più per raggiungere la sufficienza. Invece Katie porta su disco - o in digitale - 10 brani veramente ben fatti. Un album in cui domina la sua voce narrante appoggiata spesso su arrangiamenti caldi e ben costruiti, mai scontati nonostante la presenza centrale di archi e chitarre varie. Non mancano brani "fuori dal coro" come "English manner" e "Voices in the night" che regalano qualche sorpresa sonora portandoci per qualche minuto in un pianeta diverso da quello cantautorale che pare essere la dimensione ricercata e voluta per questo ottavo album di Melua. Non aspettatevi grandi sviluppi strutturali nei brani o parti strumentali anche marginali, ruota tutto attorno a cantato e testo. Nulla di grave nel momento in cui tutti i brani risultano piacevoli da ascoltare anche più volte.
Voto 7: tolgo il classico punto per la durata globale, l'album è buono e non noioso, molto intimo e dolce. Ottimo il lavoro degli arrangiatori grazie ai quali ogni brano esce vincente nonostante tutto ruoti attorno alla cantautrice. Se cercate l'alternativa a James Taylor o Norah Jones questo potrebbe essere il momento giusto.

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