Ricordo i documentari con nostalgia. I documentari in cui a video apparivano documenti o filmati oppure lunghe interviste a storici o esperti/scienziati/letterati a seconda del caso.
Oggi se leggo documentario poi vedo una quasi fiction in cui un narratore spesso dalla voce misteriosa e sussurrata crea suspence attorno a mezzi attori che impersonano i personaggi storici di turno. Ogni tanto qualche informazione reale, più spesso una mezza informazione sulla quale si ricamano punti di domanda senza risposta, un po' di fiction di basso livello e - quando (non) si sente l'esigenza di un mini cliffhanger - un po' di sana pubblicità. Ci sono anche i documentari "americani" in cui si fa a gara a chi si stupisce di più (il ponte più lungo, il monte più alto, l'abisso più profondo, l'auto più veloce e via così) e documentari sulla natura in cui al centro dell'attenzione c'è il coraggio di chi incontra l'animale, non l'animale.
Amo i vecchi documentari e son sicuro che da qualche parte ne vengano ancora prodotti.
NOTTURNO
2020
regia GIANFRANCO ROSI
senza attori
Poi ci sono i documentari come questo, capolavori di fotografia e autentici pugni nello stomaco. Documentari in cui la parola è inutile e le domande te le fai te, alcune resteranno senza risposta. La domanda che mi son fatto alla fine di "notturno" è stata: come si può combattere ancora in una terra del nulla (ammesso che la domanda "perchè si combatte" sia ancora più scottante). Immagini magnifiche ma talmente veritiere da raccontarsi senza bisogno di un narratore. Vite che a noi sembrano inutili da riprendere. Non è così, sono importantissime in quanto sopravvissute, e il sopravvissuto è sicuramente un eroe. Vi piacciono le storie di eroi? Beh di solito quelle sono favole qui ci sono gli eroi veri, persone sulla cui pelle è passato un olocausto, persone che vivranno per sempre un olocausto. Non ci sono informazioni se non geografiche. Siria, Iraq, Kurdistan, Libano, una serie di fotografie scure ed inquietanti sulle quali possiamo solo riflettere.
Voto 9: leggendo i vari commenti in rete appare chiaro che da una parte troviamo chi ha apprezzato questo terrificante riassunto di tre anni di riprese, altri si aspettavano un bollettino di guerra - forse - o immagini più forti o "storiche". Io sto con il primo gruppo, ho apprezzato la fotografia fin troppo cruda e i semplici ma fondamentali racconti di bambini innocenti. Da vedere.
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