C'è qualcosa, forse qualcosa di chimico, che ci lega alle nostre prime esperienze. Esperienze di cui abbiamo un vago ricordo ma che continuano, da sempre e per sempre, a circolare dentro di noi. Sono nel sangue, negli impulsi nervosi, nei nostri muscoli e nelle nostre ossa.
Le prime canzoni ascoltate, le prime esperienze amorose, tutta la matassa del "primo" o della "prima volta", seppellite dalla vita che scorre ma sempre sotto quella "coperta" che le nasconde alla nostra vista e alla vista degli altri. Il tempo ne cancella la cronologia e tende a mischiare un po' tutto, quello che è certo è che ad un certo punto vogliamo rievocare, tornare. Come se il nostro tentativo di riprendere quello che pare dimenticato potesse ringiovanirci o redimere altre azioni compiute più o meno recentemente.
Daniel Lanois si riavvicina al gospel, la prima musica che ha ascoltato (dichiara). Lo fa da persona più che matura dopo aver suonato altro e aver prodotto per i più grandi artisti (U2, Dylan, Gabriel ecc ecc). Lo fa con "il ricordo-sangue" della prima esperienza condito da tutto quel che è stato dopo.
Un finto ritorno insomma.
Per me ancora non è arrivato il momento
Heavy Sun - Daniel Lanois. Ho già parlato di artisti che trasformano in oro quel che toccano. E' il caso di Daniel Lanois che ricordiamo tutti per l'intelligente produzione di grandi Album e di grandi artisti. E' anche un artista di quelli che "stanno sul palco" ed "Heavy Sun" è il gruppo presente in questo album composto da Rocco DeLuca (chitarra e voce), Johnny Sheperd (organo e voce) e Jim Wilson (basso e voce). Ben tre vocalist per una riuscita ambizione: portare la voce e le voci in primo piano. Tutti i brani ruotano attorno al gospel e presentano arrangiamenti classici accanto ad altri più sofisticati e ben prodotti (d'altronde è la peculiarità di Mr.David). Voce e voci, scrivevo, che si muovono sempre in equilibrio controbilanciate spesso da una strumentazione minimale ma ben presente, più elettrica ed elaborata in altri. Non potrebbe essere Gospel senza un buon organo e se lo vogliamo veramente buono dobbiamo puntare sull'Hammond: presente in quasi tutti i brani assicura un continuo cambiamento di colore grazie alle infinite possibilità dei suoi registri e del suo Leslie.
Voto 8,5: oltre 40 minuti di musica viva che punta tutto sul calore delle voci alternando momenti dal sapore classico accanto a cose più..."Lanois". Il gospel è solo un punto di partenza, seppur centrale, da cui parte un discorso musicale ben più ampio e tutto da scoprire. Un Album relativamente tranquillo che raggiunge l'incredibile obiettivo di scaldare l'anima ad ogni ascolto. Perde qualche "mezzo punto" per la mancanza di qualche brano "che buca" e per una leggera sensazione "new age" che non mi ancora non mi abbandona nonostante ripetuti ascolti. Ma cercate di farlo vostro prima possibile.
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