domenica 28 novembre 2021

Siamo qui - Vasco Rossi

Faccio chiarezza: sono stato un assiduo ascoltatore di Vasco Rossi. Non un fan, ho sempre tenuto una certa distanza dal suo essere "rocker italiano" ma ho apprezzato e non poco la sua musica fino a "vabenevabenecosì". Poi da "Bollicine" in poi (quindi il grande successo) mi sono allontanato, ascoltando solo quello che veniva passato in radio (o che ero costretto ad ascoltare, ehm). Penso che con il grande successo (primi anni 80) Vasco Rossi sia diventato troppo commerciale - per i miei gusti - e ripetitivo.

Non ho intenzione di dipingere il "vero Vasco" ma se devo ascoltare la sua produzione la mia scelta ricade sempre nei primi album in cui lo percepisco più vero, genuino, spontaneo, originale. Una cosa è certa: il suo linguaggio, i suoi testi, hanno fatto un po' di luce per un breve periodo della mia vita. A volte il non-sense fa più luce della logica.

Siamo qui - Vasco Rossi. Non c'era nessuna aspettativa in questo album in chi, come me, snobba Vasco Rossi da una vita ascoltando solo di sfuggita le sue uscite ripensando a quanto lontane fossero dai vecchi successi. Ma "siamo qui" arriva in un momento particolarissimo della nostra storia in cui c'è bisogno di musica che - per essere ascoltata molte volte - deve essere sincera. E forse pochi artisti come Vasco Rossi sono in grado di essere veri e presentarsi senza trucco. "Siamo qui" è un album senza trucco, senza inganno: martella sui denti per poi sussurrare parole dolci, un'alternanza di emozioni che mancava da tempo. Suonato con energia, cantato e composto con amore. Poche tastiere (nessuna?), rock, chitarre distorte, strumenti veri probabilmente presi in diretta. Verità, un cambio direzione rispetto alla maggior parte delle produzioni attuali, accompagnata da una ritrovata voglia di comunicare e scrivere e forse di opporsi o dare un freno alla tecnologia (anche se comunque della tecnologia si saranno serviti nella produzione dell'album). La voce di Vasco, come in molti ma non scontati casi, acquista in profondità con la vecchiaia e appare immutata in potenza, un marchio di garanzia per tutti i fan che saranno soddisfatti.
Voto 8: un album che si presenta duro nelle prime tracce ma acquista in dolcezza e profondità grazie ad alcuni piccoli capolavori che mancavano da tempo e alla scelta - perfetta - di dare un aspetto di verità e immediatezza ai suoni e agli arrangiamenti. Un ritorno alle origini ma senza nostalgia, sicuramente il più bel Vasco da un po' di tempo a questa parte.

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