I Beatles. Il gruppo che prima snobbavo, poi ho ascoltato quasi per caso, poi ho amato.
E' uscito l'attesissimo documentario / documento curato da Peter Jackson (quello de "il signore degli anelli") ed è il momento di tirare fuori qualcosa da dentro. Qualcosa che forse è rimasto all'oscuro per molto tempo a causa della mancanza di informazioni certe che non arrivavano proprio dai componenti della band. Il risultato: ogni voce o diceria è diventata parte della storia. Storia che da oggi viene parzialmente riscritta o - comunque - nuovamente interpretata.
E' una storia importante perchè parla del gruppo che ha portato la musica - ed il business sulla musica - a nuovi livelli. Il gruppo che ha ispirato durante e dopo, il gruppo-culla di tutti gli artisti che noi conosciamo dalla fine degli anni '60 in poi. Possiamo negarlo? Certo, così come è possibile negare qualsiasi altra verità.
Peter Jackson: inaspettatamente (non è fra i miei registi preferiti) ci consegna un documento di verità, inappellabile. Un lavoro incredibile sotto il profilo audio video e di scelta del materiale da sottoporre alla nostra visione. Grazie Jackson.
Il documento: consigliato a tutti anche se i non musicisti facilmente si annoieranno. Il gruppo aveva ancora molto da dire, prova ne sono i due album usciti da queste giornate (Abbey Road e Let it be). Per capirlo dobbiamo ascoltare tutte le 9 ore rilasciate (su 60 circa di registrazione).
Yoko Ono: la "causa dello scioglimento" dimostra di non esserlo, per nulla. Sempre di fianco a John silenziosa, accettata senza ipocrisia da tutti gli altri. Può dar fastidio a noi che guardiamo o che vorremmo essere stati li. Ma dopo questi filmati non si può più affermare.
La fine dei Beatles: basta la prima parte per capire molti semplicissimi perchè. Loro stessi ne sono consapevoli (continuano a parlare di "ultimo film, ultimo disco, ultimo concerto"). Una fine già chiara osservando il quadro della situazione: ogni beatle aveva i propri interessi, le proprie canzoni, i propri progetti. Non vivevano più assieme e l'unica persona che riusciva a dare un ordine alla loro vita (Epstein) non c'era più (dal 1967). Il video dimostra la totale disorganizzazione di quelle sessioni, il continuo lasciarsi andare a storpiature, scherzi, discussioni tralasciando l'obiettivo finale (sul quale nessuno si trovava d'accordo). Amici, per sempre, quindi niente "botte" o scenate (salvo l'abbandono di Harrison che torna comunque dopo qualche giorno con il sorriso). Solo un tentativo, quello di Paul di prendere in mano la situazione. Fallito.
Gli altri. Incapaci di reagire, di capire, di guidare. Altra causa sulla fine: tecnici, manager, produttori, tutti attorno al gruppo senza un obiettivo, consci di qualcosa che stava per morire (di morte naturale, dopo 10 anni di successo). Ad essere maliziosi, presenti per "succhiare" le ultime energie, gli ultimi successi, gli ultimi soldi del gruppo. Dal documento si percepisce il menefreghismo (o impotenza?) di tutto l'entourage verso quello che si stava verificando.
Billy Preston: figura incredibile, unico elemento naturale che avrebbe potuto - con l'aiuto "degli altri" garantire qualche altro anno di vita ai fabfour. Fresco, genuino, ispirato, pieno d'amore verso la musica del gruppo e di voglia di farne parte. "Get Back" racconta meglio di lui, lo posiziona accanto ai quattro in modo nuovo e rende giustizia a quel poco che si è raccontato. Musicista chiave o possibile musicista chiave, in balia - purtroppo - di eventi che forse erano già scritti.
La musica: solo un grande gruppo può - durante la cronaca della sua fine - estrarre dal cilindro capolavori come "get back", "let it be" o "don't let me down". Solo un grande gruppo può salire sul tetto nella disorganizzazione totale e fare la storia. Come dice Paul, erano un quadrato in cui ogni angolo era importante e fondamentale.
Il concerto sul tetto: rimedio al "concerto finale" che non accontentava nessuno si dimostra un fallimento di organizzazione, interrotto da due poliziotti (chiamati dalle proteste di residenti per il "rumore" troppo alto). Finale imbarazzante per i Beatles reso ancora più triste e reale dal taglio del regista che ha alternato inquadrature sul live a riprese "candid camera" dalla strada.
"Get Back", documento incredibile che vale la pena di essere studiato più volte. Un trattato di composizione e di "psicologia di gruppo" ma anche uno spaccato di quello che stava avvenendo in quegli anni. Imperdibile.
Nessun commento:
Posta un commento