sabato 31 dicembre 2022

Ascolti di fine anno

C'è il tempo per gli ultimi ascolti? Certo, ne approfitto per mettere "nero su bianco" e scrivere qualche impressione su quello che sto ascoltando in questi ultimi giorni del 2022. Sto navigando fra nuove scoperte, voci dalla Real World - aspettando con ansia l'imminente uscita del nuovo album di Peter Gabriel - e collaudi dal mondo del talent. 
Oramai nel mondo discografico la ricerca di musicisti è quasi nulla, tutto si concentra sui cosidetti "talent show" nei quali emerge la voglia di avere successo, meno quella di fare musica. E' così, ce ne facciamo una ragione ben sapendo però che sotto sotto lo scenario continua a muoversi e prima o poi arriveranno risvolti interessanti (ma LORO non lo sanno).

Weezer - Winter. Il gruppo californiano non è nuovo ad esperimenti. Questo sulle stagioni non è proprio un esperimento anzi, la loro produzione 2022 si è divisa in ben quattro album fatti uscire in Primavera, Estate, Autunno ed Inverno. Quest'ultimo "winter" è quello che ho ascoltato - e non poco - mentre mi sto approcciando con curiosità agli altri. Non posso che riternermi soddisfatto, le direzioni sono diverse e c'è pure un sottile richiamo al "prog" (continua a non piacermi il termine ma è per farmi capire). Interessanti le costruzioni di tutti i brani in cui si alternano strutture non scontate, momenti dolci e quelli più duri con tanto di dominio chitarra basso batteria. Esiste però un gusto, una bellezza ed un equilibrio rari di questi tempi. Bene.

Loney Dear - Atlantis. Sesto (mi pare) album per il polistrumentista svedese Emil Svanangen. Intimo e delicato, Atlantis presenta 10 brani dal sapore classico in cui la dedizione ai suoni ed ai colori è quasi maniacale. Si tratta di una riedizione di brani che - secondo l'autore - non hanno avuto sufficiente attenzione negli album precedenti. Un live di fronte ad un pubblico di 8 persone, un live in studio intimo e particolare. In questi casi il primo ascolto è ingannevole, quasi in bianco e nero. Poi appena si riparte emerge tutto il lavoro di produzione dell'artista, non c'è solo il pianoforte, non sono solo canzoni. Sono quadri diversi e per ognuno di questi Emil ha scelto uno stile esclusivo. Siamo su un altro pianeta se si è appena ascoltato "winter" (vedi sopra), d'altronde a noi piace veramente di tutto soprattutto quando c'è del buono. Resta la mia critica sulla durata (siamo sulla mezzoretta), un tempo questi artisti volevano mettercene di più.

Marry me - Olly Murs. Non ci sono dubbi, è l'album più leggero in questo post di fine anno ma in definitiva è ascoltabile e visto che siamo in periodo di festeggiamenti è il più adatto. Olly Murs arriva dal mondo dei "talent" e si sente. Non riesce a rinunciare all'attrattiva dell' "autotune" seppur usato in modo leggero, questo rende impossibile (se vogliamo essere pignoli) valutarne le capacità vocali, tanto per dirne una. Torna alla composizione dopo 5 anni passati come "giudice", torna grazie all'incontro con la sua attuale compagna. Ecco l'ispirazione! Marry me comunque non annoia, si fa ascoltare ed apprezzare seppur - va detto - si mantiene nella media attuale degli album di artisti "di talent". 


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