giovedì 2 marzo 2023

The Court - analisi e differenze fra i mix

Luna piena, Luna nuova. Per questo 2023 avrò un occhio di attenzione per le fasi lunari in quanto ad ogni luna piena verrà rilasciato un nuovo brano di Peter Gabriel ( che poi, ripeto POI, farà parte dell'Album In/Out), ad ogni Luna nuova ecco arrivare il mix alternativo. Devo ammettere che da bravo "anziano" sono strettamente legato all'uscita di un Album che comprende un insieme di brani pensati per stare assieme, per essere ascoltati assieme e magari in un certo ordine. Ma i tempi cambiano e Peter Gabriel ha da sempre lo sguardo avanti. Che piaccia o no. Quindi meglio lasciarci cullare da questa sua "visione" anche innovativa se vogliamo, che comprende:

- nuovo brano ad ogni Luna piena (quindi uno al mese, attenzione in agosto ci sono ben due giorni di luna piena)
- nuovo mix alternativo per ogni Luna nuova
- ogni brano viene accompagnato da un video molto esaustivo di spiegazione da parte di Gabriel
- la cover di ogni brano è abbinata ad un artista e ad una sua opera
- ogni testo viene collegato ad una ONG

Veramente una bella pensata se pensiamo che la discografia "classica" è ormai ad un punto di non ritorno, in una situazione di caos o di stallo per cui forse è il momento di pensare a qualcosa di nuovo, ad una "nuova normalità" (per quanto il termine sia orribilmente pauroso). 

Il 5 febbraio è uscito "the court", il testo si concentra sul tema della giustizia ("the court" = "il tribunale") che viene vista come un qualcosa di necessario anche se nasconde una profonda diseguaglianza: chi se la può permettere e chi no. Per questo Peter cita NAMATI, organizzazione che opera a livello internazionale per garantire una giustizia a chi non se la può permettere per provare a riportare equilibrio fra chi può e chi non può. 
Opera collegata a "The court" è "Lifting the course" dell'artista Tim Shaw. Devo dire che questo IN/OUT diventerà un appuntamento costante per questo 2023, non presentando solo contenuti musicali. Ora la domanda è: l'album uscirà veramente alla fine di tutte queste uscite e, ancora più importante: quanti brani ne fanno parte? 10? 15? 20? Presumo una decina ma sarebbe una sorpresa gradita un numero maggiore. Vedremo

QUELLO CHE A NOI INTERESSA

Spero di riuscire ad occuparmi di tutti i mix in uscita, se da una parte il progetto di Gabriel sta prendendo forma e si dimostra solido e interessante dall'altra noi ascoltatori dobbiamo fare la nostra parte. Quando sarà possibile ascoltare due mix differenti di un album? Spesso escono versioni diverse dello stesso brano che però dobbiamo chiamare con il loro nome vero: re-edit. Oppure dopo qualche anno va di moda rivedere il mastering (re-mastering). Ma il mix non tocca la struttura di un brano, è un lavoro delicatissimo che può arrivare a rivoluzionare quanto suonato in studio attraverso la manipolazione di suoni, l'inserimento di effetti, l'aggiunta o sottrazione di tracce. Come per "Panopticom" i due mix di "The court" possono sembrare simili. Sembrano, ma non lo sono. Procediamo con cautela e ascoltiamo. Come per la precedente Panopticom coloro diversamente i due mix per facilitare la comprensione d'insieme. Vi chiedo di non tenervi le critiche in quanto è un lavoro difficile, piacevole che può ovviamente dar luogo ad errori non voluti.

DUE ECCELLENZE

Prima di cominciare ricordo i due affermati tecnici del suono scelti da Gabriel: Tchad Blake per il DarkMix, Mark "Spike" Stent per il BrightMix. Chi sono? La cosa migliore è sfogliare velocemente il loro curriculum , il primo ha mixato per The arcs, Sheryl Crow, The Black Keys, Elvis Costello, Tom Waits (lista completa qui).  Spike ha invece lavorato per Paul McCartney, Ed Sheeran, Gorillaz, Coldplay, Sade e tanti altri (che potete trovare qui). Mica male. 

Anche The Court presenta una struttura inusuale ma non è nulla di difficile, non preoccupatevi. L'intro è impercettibile, qualche suono, percussioni e parte un cantato a falsetto inedito per Gabriel. Strofa - ritornello si succedono (se così le vogliamo chiamare) molto veloci, nella parte centrale si sviluppa una "B" che chiamerei "special" caratterizzata dall'uso di un'orchestra con parti scritte e arrangiate dal bravo John Metcalfe (con Peter Gabriel), si torna nuovamente ad un velocissimo strofa ritornello che sfocia in un "pedale" finale, un arpeggio grave di pianoforte. Direi quindi che la struttura potrebbe essere un buon AAA B A A C
Con questo brano provo a dare un ordine all'ascolto scrivendo l'intervallo di tempo che sto analizzando, forse mi e vi rendo la vita più semplice.

-Da 0 a 20 secondi- (intro)

I due mix ci presentano i due suoni (synth) in modo diverso: Darkmix lancia il tappeto sonoro  (synth che fa l'accordo) bene in evidenza, aperto e bello lasciando il suono/tema un po' nascosto. Brightmix invece fa l'esatto contrario, il "tappeto" è molto indietro e scarno. Detto questo non ci sono molte differenze nell'equalizzazione delle percussioni che sono pressochè simili. Noto un effetto panning evidente in una percussione nel darkmix.  Quest'ultimo inoltre presenta un rumore (lo chiamo "accensione") che parte a 0.14 non riesco a capire cos'è, ovviamente è un campionamento ma con Gabriel mai essere sicuri di nulla. L'accensione è nascosta nel brightmix, noto la coda ma non capisco a cosa serve qui, si poteva tralasciare. Resta la curiosità: cos:è?

-Da 20 a 44 secondi- (A)

Arriva Peter in un'inedita e piacevole versione a falsetto. Sdoppiato nel caso del darkmix dove una voce sta leggermente a destra l'altra leggermente a sinistra in impercettibile fuori-sincrono fra loro, nel brightmix le voci sono sovrapposte, a queste se ne aggiunge una terza sempre di Gabriel 1 ottava sotto. Avete presente i synth iniziali? Ci sono anche qui, molto in ombra nel darkmix, in evidenza nel bright (soprattutto quella specie di "fischio"). La nota in battere basso+pianoforte è più morbida nel brightmix, più secca e cattiva nel dark (fra l'altro c'è un leggero strascico metallico). "In the court", resta solo una specie  di "click" a segnare il tempo, curioso come il nel darkmix compare la voce di Gabriel sotto di un'ottava mentre nel brightmix non c'è, resta una specie di vuoto sotto (perlomeno quando dice "the court will rise"), l'esatto contrario di quanto fatto prima.  Ad accompagnare Gabriel un synth nel dark mix, un piano elettrico (rhodes?) nel bright mix. Non si tratta di piccole differenze! Ascoltate il basso dal secondo 37 come viene interpretato diversamente dai due tecnici. Il Darkmix ci regala una "corda" che mi fa impazzire con tanto del suono delle dita che scorrono (ricordo questo suono magnifico nel doppio live del 1983), nel bright è più cupo (per forza toglie gran parte delle frequenze alte). 

-Da 45 secondi a 1m10sec- (A)

La seconda "A" è in pratica, musicalmente parlando, una ripetizione della prima. Le differenze sono veramente nulle se non una maggiore presenza di Tony Levin (bass). Ma a livello di mix direi di passare direttamente alla terza "A" che vede l'entrata della batteria. Curiosi?

-Da 1m10sec a 1m30sec- (A)
Arriva Manu Katchè e devo dire che le differenze non sono così eclatanti fra i due mix (tanto che rinuncerò all'uso dei due colori). Mi concentro sul suono di rullante e grancassa, il darkmix insiste nella centralità e sulla purezza della ripresa (meno effetti), il brightmix si allarga un po' aprendo ai bassi per quel che riguarda la grancassa e sugli alti per il rullante. Decisamente come in "panopticom" Blake cerca un'interpretazione rock mentre Stent preferisce decisamente l'ambiente pop (e pop-funk), il curriculum parla chiaro. Comincio a preferire, contrariamente al primo brano uscito, la versione "bright". Chissà...
In questa terza "A" la voce di Gabriel viene rinforzata. Non riesco bene a capire come, si è aggiunta una traccia vocale? Nel brightmix la voce risulta schiacciata nei medi, in questa terza "A" viene tolta la traccia cantata un'ottava sotto.

Si sente la mancanza di una sorpresa che arriva puntuale, al minuto 1'36'' . 

Da 1min 36 sec. (B)

Entra in scena una vera orchestra con arrangiamenti del bravo John Metcalfe, già scritto sopra? Nei crediti, per l'arrangiamento orchestrale, troviamo lo stesso Gabriel.
Il darkmix osa un pochino e bistratta l'orchestra che appare piccolina, quasi campionata (non lo è), quasi soffocata dal groove di batteria/basso (che viene doppiato da un secco piano a coda). Orchestra più dinamica e - secondo il sottoscritto - più dignitosa nel brightmix, si nota anche l'assenza del piano (a doppiare il basso) che rende meno "acerbo" il suono globale, gli strumenti si riconoscono più facilmente (soprattutto gli ottoni). A favore del darkmix l'attacco al minuto 2, viene aggiunto un synth bello grosso che va a soffocare il resto. Il brightmix, più rispettoso, ci regala un'immagine più naturale e veritiera che per qualche istante ci fa godere. Certo il caro Blake potrebbe risultare un po' oltraggioso in quanto pare aver ridotto un po' la delicata pomposità orchestrale ad un sottofondo quasi anonimo (si ora esagero io). 

Da 2min 6sec  a 2min 52sec ( A)

Si torna al tema principale di "in the court". Da questo punto i due mix si allontanano moltissimo, nel brightmix troviamo ancora l'arrangiamento orchestrale che alza l'asticella del brano, lo impreziosisce e lo caratterizza senza rinunciare alle percussioni (presenti fin dall'inizio) e alla potenza di basso/grancassa. Il darkmix bypassa invece l'orchestra tanto da far sembrare la "B" uno spiacevole episodio. Questa seconda parte appare quindi uguale alla prima (ho riascoltato più volte, nessuna traccia di orchestre nemmeno in lontananza!). Sorpresa, al minuto 2' 26'' una voce intona un "auuu" (che mi ricorda vagamente l'intro dell'album "Ovo") . E' un coro di bassi probabilmente (sarà forse Levin? Non lo vedo nei crediti, magari un campionamento?). 
In entrambi i mix riconosco ora dei suoni percussivi (campionati) simili a nacchere (no sono suoni sintetici). Molto in evidenza nel brightmix che fa un bel gioco con il panpot, lontane e percepibili a tratti nel dark mix.

Si, il dark mix ha "tagliato" moltissimo rendendo "the court" molto aspro, forse più a tema con il testo ma meno godibile per il nostro orecchio.

Da 2min 53sec a - fine - (C)

Incredibile la differenza di questa parte finale di brano (ma non poteva durare di più?). Eclatante la presenza della figlia di Gabriel, Melanie, nel darkmix. Assente nel brighmix ...puff...scomparsa...(ma non gli piaceva proprio?) dove trova il suo spazio la bella e calda voce del chitarrista, David Rhodes. I motivi della scelta non possiamo saperli, possiamo solo giocarci. Non è finita: se nel darkmix Rhodes c'è, piccolo piccolo, nel brightmix Mel è stata definitivamente cancellata. Misteri (si sarà arrabbiata?) e piaceri del doppio mix. 
A conferma di quanto fatto finora, indoviniamo: il dark mix ci regala un finale arricchito da suoni sintetici (ed un piano elettrico con tremolo ed effetti vari), il brightmix conferma la bella presenza orchestrale, d'altronde perchè rinunciare ad un Metcalfe quando ce l'hai a portata di mano?
Veramente coraggiosa la scelta di Tchad Blake (darkmix) di snobbare (si il termine è quello) l'orchestra. Il racconto è il seguente: chiamo in sala di registrazione 60 elementi, li registro (per 3 giorni ad esempio) poi non li voglio più. Ma questo mondo, a ben vedere, è così. 

Esercizio per casa: cosa ne sarebbe stato del vostro "brano della vita" mixato diversamente? Vi sarebbe piaciuto ugualmente ? Sicuri?

.... a presto, fra qualche giorno uscirà il terzo brano. La Luna piena è vicina.


– CREDITS –
Words and Music Peter Gabriel
Engineering by Oli Jacobs and Katie May
Assistant engineering by Faye Dolle, Dom Shaw
Orchestral engineering by Lewis Jones
Orchestral assistant engineering by Tom Coath, Luie Stylianou
Pre-production engineering by Richard Chappell
Produced by Peter Gabriel
Dark-Side Mixed by Tchad Blake
Bright-Side Mixed by Mark ‘Spike’ Stent
In-Side Mix: 3D Audio sound treatments and Dolby Atmos mix by Hans-Martin Buff in the Red Room at Real World Studios & Aural Majority Pad, Boofland.
Mastered by Matt Colton at Metropolis
Recorded at Real World Studios, Bath,  The Beehive, London and British Grove, London.
Cover photo: The Burning of Lifting the Curse, 2022, by Tim Shaw. Photography by Steve Tanner.

Drums: Manu Katché
Rhythm Programming: Peter Gabriel, Richard Chappell
Percussion: Brian Eno, Katie May
Bass: Tony Levin
Guitar: David Rhodes
Piano: Peter Gabriel
Synths: Peter Gabriel, Brian Eno
BVs: Melanie Gabriel, David Rhodes, Peter Gabriel
LVs: Peter Gabriel

Orchestral Arrangement: John Metcalfe with Peter Gabriel
Violins: Everton Nelson, Ian Humphries, Louisa Fuller, Charles Mutter, Cathy Thompson, Natalia Bonner, Richard George, Marianne Haynes, Martin Burgess, Clare Hayes, Debbie Widdup, Odile Ollagnon
Violas: Bruce White, Fiona Bonds, Peter Lale, Rachel Roberts
Cellos: Ian Burdge, Chris Worsey, Caroline Dale, William Schofield, Tony Woollard, Chris Allan
Double Basses: Chris Laurence, Stacey Watton, Lucy Shaw
Trumpet: Andrew Crowley
Tenor Trombone/Euphonium: Andy Wood
Tenor Trombone: Tracy Holloway
Bass Trombone: Richard Henry
Tuba: David Powell
Flute: Eliza Marshall
Orchestra Conductor: John Metcalfe
Orchestra Leader: Everton Nelson
Sheet Music Supervisor: Dave Foster
Orchestra Contractor: Lucy Whalley and Susie Gillis for Isobel Griffiths Ltd

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