martedì 23 maggio 2023

i/o - Verona 20 maggio

Ancora Peter Gabriel, artista centrale in questo blog soprattutto nel 2023. Il particolare calendario di uscita dei tanti "singoli" proposti in due mix diversi mi sta dando parecchio lavoro. Qui potete studiare, con me, le versioni che vengono rilasciate ogni mese (luna nuova - luna piena).
L'album i/o è stato annunciato a fine 2022 contemporaneamente alla notizia del ritorno di Gabriel ai concerti. L'apparente routine aveva un sapore di "normalità": annuncio di nuovo Album e seguente Tour. Non si immaginava la piccola ma importante rivoluzione, molto discussa, di presentare una canzone nuova ad ogni luna piena (con mix alternativo con la luna nuova seguente) e di portare in concerto tutto l'album, scartando di fatto molti brani conosciuti. Gabriel, da sempre antagonista (anche di se' stesso) ha sempre lo sguardo al futuro unito ad una certa simpatia per il "farlo diverso".

Foto: Fabio Ranghiero (blocco 4)

Il Tour è partito a Cracovia il 18 maggio per poi approdare fresco in Italia. Munito di costoso biglietto acquistato al day-one eccomi a Verona, dove tutto finisce, dove tutto comincia.
Non mi aspetto, dopo "i/o" nuovi album e nuova musica da Peter, non mi aspetterò altri concerti. Ho affrontato Verona come "l'ultimo" della serie cominciata nel 1993 a Modena (purtroppo prima non sono mai riuscito anche per questioni di età), proseguito a Bologna, Pesaro, Verona (con l'orchestra) e infine Milano. Ho vissuto questo concerto con gioia e con consapevolezza. Cosa ci sarà dopo? Peter è stato per molti versi il mio "lume". Lo sarà ancora (ci sono tutte le future uscite "i/o", i mix e l'eventuale film del concerto da gustare) ma la proiezione del " vado ad ascoltare Peter Gabriel" si chiude qui.

Foto: Fabio Ranghiero (blocco 4)

Il concerto di Verona, quasi tre ore di musica (più della metà inedita o quasi) comincia alle 8 in punto quando il sole illumina ancora la splendida cornice dell'Arena ed i suoi spettatori. Ho detto sole? Errore, quando arrivo alle 8 meno 10 il cielo è nuvoloso e cadono leggere gocce di pioggia. Tutti muniti di varie coperture impermeabili accogliamo Peter con il suo ultimo travestimento, in arancione come gli indispensabili addetti al palco, luci, suoni. Il suo messaggio è "siamo parte del tutto. Si accende magicamente un fuoco e attorno si siedono i musicisti che renderanno unica questa serata. Peter, i fedelissimi David Rhodes (chitarra) Tony Levin (basso) e Manu Katchè (batteria). Un graditissimo "recupero", Richard Evans e i nuovissimi musicisti Ayanna Witter Johnson (violoncello e ottima vocalist in "don't give up"), Marina Moore (violino e coro), Don E. (tastiere) e Josh Shpak (tromba e tastiere). Mentre una gigantesca Luna ruota sopra  le loro teste ascoltiamo ottime versioni di "Washing of the water" e - sorpresa - "Growing up". Una dimensione acustica anche se Manu suona una e-drum e Peter un synth. L'Arena è già calda e pronta, si accendono le luci e parte Panopticom, il primo singolo uscito in gennaio.

Foto: Fabio Ranghiero (blocco 4)

Il gruppo suona veramente bene (e siamo al secondo concerto, soprattutto i brani più nuovi soffrono ancora di qualche incertezza). I brani nuovi già usciti sono veramente piacevoli di ascoltare dal vivo grazie all'organico dei musicisti allargato che impreziosisce e migliora anche quelli più conosciuti. Tutti realizziamo  (e qui riporto le impressioni del pubblico vicino fra un brano e l'altro) di trovarci di fronte ad un concerto importante, ad un momento della nostra vita che ricorderemo per molto tempo così come successo - per chi ha avuto la mia fortuna - di vederne altri. "Digging in the dirt" è il primo brano che arriva dal passato, ora non piove più ed il pubblico si alza in piedi. 
Non si percepisce unicamente la voglia di divertimento, si percepisce l'emozione del pubblico, è una vibrazione leggera ma chiara. Trovo conferma osservando i volti di chi è attorno a me (e a Verona si è tutti vicini), un misto di sorriso, di lacrima pronta a scendere, di cuore che batte, di ammirazione verso quel Peter che ancora una volta ci porta dove vuole.

I brani scorrono uno dietro l'altro. Proporre 12 brani nuovi è coraggioso e il pubblico fatica a trovare la concentrazione giusta, il contropiede è servito. Faccio fatica pure io nonostante l'ottima acustica. Ma ci piace, apprezziamo e personalmente non vedo l'ora di riascoltare tutto, più avanti. "Sledgehammer" fa saltare tutti in piedi così come, nel finale, "Big Time", Solsbury Hill", "In your Eyes" e "Biko". 
Respiro la solita cura nella scaletta dei brani che si trasforma in storia che coinvolge suoni, canti, colori. Un concerto perfetto e - probabilmente - la migliore conclusione di una carriera da "anti-star". Tutti torniamo a casa con il cuore caldo, consci di essere stati ripagati da una bella spesa ( il prezzo del biglietto non si può di certo dire "popolare"). 


In auto torno a ragionare, penso ai brani che devono ancora uscire e a quell'album, "i/o" che tutti si chiedono "quando uscirà". La risposta la sappiamo: uscirà quando tutto sarà finito e probabilmente conterrà i due mix per ogni brano e - ne son certo - una terza versione, quella live . 

Consiglio a CHIUNQUE di non perdersi questo concerto, occhio ai possibili bis di fine anno.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissima recensione/racconto. Hai colto l'emozione di chi ha assistito al concerto. È vero, io mi sono sentita cosi: emozionata ed ammirata. Ho visto anche Milano e sono due giorni che sono pervasa da una malinconia infinita.

Anonimo ha detto...

Io ero a Verona, una magia totale. Anch'io ho molta voglia di vederlo una seconda volta.....penso che organizzerò una minivacanza a Londra apposta,se riesco. Mai successo prima di desiderate due volte di vedere lo stesso concerto in due date diverse....

Fabio Ranghiero ha detto...

Anonimo 1 e 2 grazie per il feedback!
La voglia di rivederlo una seconda volta c'è, c'è sempre stata anche in passato, speriamo!

Anonimo ha detto...

Quest’anno sto esagerando con i concerti, ma amo vivere l’atmosfera che si respira insieme a tanti altri. Fino al giorno prima ero indeciso tra Bruce Springsteen a Ferrara e Peter Gabriel nella mia città. Alla fine ho deciso di fare una sorpresa dell’ultima ora a mia figlia e ho acquistato i biglietti per Peter in Arena. Martina l’ho cresciuta facendole amare la buona musica, qualche amico dice che l’ho plagiata. Ebbene, uno dei primi artisti che le ho fatto conoscere è stato proprio Peter Gabriel.
Dopo quasi tre ore di un viaggio in un’altra fantastica dimensione, ci siamo guardati negli occhi ed eravamo visibilmente commossi. In un mese ho visto due dei semidei della Musica: Roger Waters e Peter Gabriel. Entrambi mi hanno letteralmente conquistato. Un concerto indimenticabile.

Fabio

Anonimo ha detto...

Concordo Fabio. Luca

Anonimo ha detto...

Bel rapporto per un bellissima serata..con piacevole (finalmente) saluto alla sera...Ok..qualche base qua e là...le parti alte aiutate perfettamente da chi ha l'età giusta per farlo..ma la magia c'era tutta...Vero che probabilmente questa sera chiude "qualcosa" anche nella vita di molti di noi...ma è stata una magnifica chiusura..Grazie "Zio" Peter
Gianni

Anonimo ha detto...

Questa tua dote nel scrivere e descrivere coinvolge anche chi come me conosce Gabriel relativamente. Bravo!

Fabio Frigo ha detto...

Innanzitutto, complimenti Fabio.
Le tue recensioni sono sempre precise e dettagliate, sia che si tratti di live, che di nuove uscite discografiche.
Sono perfettamente d'accordo con te sul concerto, ho avuto la fortuna di esserci anche i/o e posso solamente aggiungere, che la serata è stata veramente memorabile.
Mi viene il magone, al solo pensiero, che potrebbe trattarsi di un suo ultimo progetto discografico.
Mi auguro che anche su questa (nostra!) ipotesi, lui sappia sorprenderci come sempre ha fatto....