lunedì 30 novembre 2020

L'ultima casa accogliente - Zen Circus (Le Pagelle del Fabiet)


Il Rock, in Italia. C'è, non c'è, com'è? Premetto che non ritengo indispensabile stabilirlo ma se ne può parlare no? Il Rock italiano non esiste. Esiste il Rock che è arrivato in Italia ed è stato "preso" a prestito (più o meno) da gruppi e artisti. Esiste, in Italia, il gemellaggio del Rock che ha trovato una felice fusione con il folk, il cantautorato ed una piccola dose sbruffona di Punk & movimenti allegati. 

Siamo accendini senza sigarette
Siamo fame e sete
Siamo dei gradini
Fra le salite e le discese
Di un milione di miliardi di destini
Appesi alla luna
Sopra Lisbona

Zen Circus - Appesi alla Luna


L'ultima casa accogliente - Zen Circus. Il gruppo viaggia ormai da più di 20 anni ed è arrivato all'undicesimo album. Non male soprattutto perché nel tempo è riuscito a crearsi un sound riconoscibile passando dal "centro sociale" al "nazional non popolare" tenendosi stretta una bella fetta di protesta e facendola confluire nel sano cantautorato. In pratica la scelta migliore che si possa fare in Italia. Il risultato è proiettato anche in quest'ultima fatica - 38 minuti densi di chitarra basso batteria e voce - che di certo non tocca vette incredibili ma si fa apprezzare per sincerità e chiarezza (nei testi). Graffiano i testi grazie all'interpretazione (che spesso ricorda Rino Gaetano) di Andrea Appino, esperienze personali si mescolano a riflessioni contemporanee mentre la base ritmica, nella maggior parte dei casi, brilla non per originalità ma per precisione e dinamica.
Voto 7: non siamo di fronte ad un capolavoro ma ad un lavoro di squadra in cui emergono i testi e il groove preciso ed impegnato della base ritmica. Può essere ascoltato da tutti grandi e piccini grazie alla capacità del gruppo - maturata nel tempo - di filtrare con intelligenza temi e suoni.


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