martedì 16 marzo 2021

Road to the Sun - Pat Metheny (Le Pagelle del Fabiet)


L'altruismo. Esiste l'altruismo nell'arte? Si crea arte solo per sé stessi o per dare qualcosa a qualcuno (emozioni, tanto per semplificare, o attivare quei meccanismi che migliorano la nostra attività cerebrale in vista di notevoli miglioramenti in campo umano e professionale)? Altruismo - dice il dizionario - è un'attitudine a voler risolvere (desiderare di) i problemi altrui.

Siamo certi che una bella composizione possa creare una reazione positiva in uno o più esseri umani tale da semplificare o addirittura portare alla risoluzione di uno o più problemi. Ma è nell'intenzione del compositore? Il compositore vuole trovare pace personale, appagamento e fuga da un problema nel momento in cui mette mano al proprio strumento e ricerca determinate note o date combinazioni delle stesse. Poi si, magari guadagnarci qualcosa perchè a qualcuno piace quello che fa quindi perchè no.
Altruismo? Finora non ci siamo. O forse è successivo, arriva dopo: prima arriva l'ambizione, poi, visto che "piace", perchè no, facciamolo anche per qualcun altro.


Road to the Sun - Pat Metheny. Una piacevole sorpresa la scelta di scrivere dei brani e farli suonare ad altri (Jason Vieaux, Los Angeles guitar quartet). Non piangano però i fan di Pat: la sua musica, la sua ricerca e le sue abitudini sono ben presenti in quest'ultimo lavoro. Pat Metheny, così come ad esempio Steve Hackett (pagellato pochissime settimane fa) è uno stakanovista, sono coetanei ed hanno prodotto musica notevole caratterizzata da una continua ricerca in cui la chitarra è comunque sempre rimasta al centro dell'attenzione. "Road to the Sun" si avvicina all'opera classica tanto da essere divisa principalmente in due tronconi: "four paths of light" composta da quattro movimenti ed il brano che dà  il titolo all'album che ne conta quattro. La mancata esecuzione del compositore si rivela scelta azzeccata vista l'assoluta qualità dei musicisti scelti (va detto che l'ultimo brano, "fuori programma", è invece da lui suonato) e la particolarità dei brani che esigono - per una buona parte - di un quartetto di chitarristi. Inutile sottolineare la bellezza di quanto ho ascoltato, Pat Metheny è un musicista fuori da ogni produzione commerciale che ormai "fa quel che gli pare" proponendoci solo Arte.
Voto 10: non si sente la mancanza del chitarrista, nemmeno della band perchè si tratta di musica che vola molto in alto dimenticando nomi, stili, mercati e supporti fonografici. Se vi va di volare, la porta è aperta.

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