Donne che fanno da sé, generico. Nel particolar-musicale: polistrumentiste, cantautrici, produttrici. Sono tante, molto apprezzate e garanti di vendite e business. Spesso amano sperimentare, molto più della controparte maschile (non chiedetemi percentuali però, sto andando a sensazioni e ricordi ). La prima a cui penso è anche la mia preferita in assoluto, la voce di Dio: Kate Bush.
Kate è per me come re Mida, trasforma in oro tutto quello che tocca. Probabilmente è lei la capostipite, la prima "quota rosa" in assoluto che si è staccata dal ruolo di "semplice cantante" diventando produttrice di sé stessa creando il proprio marchio di fabbrica e portando la musica a vette altissime. Scegliere la direzione artistica, decidere i musicisti ed i producer adatti. "Ci vogliono le palle" si dice, in questo campo "le palle" sono equamente distribuite.Il contesto di Tori Amos è questo, cantautrice e polistrumentista ora nella sua fase matura. Probabilmente la sua ricerca è finita un po' di tempo fa ma "ocean to ocean" merita attenzione, curiosità ed un - esigente - ascolto.
Ocean to Ocean - Tori Amos. L'album si apre con tre brani molto piacevoli che manifestano in modo limpido ed onesto pregi e limiti di "ocean to ocean": canzoni accattivanti composte con amore prive però di graffi (o spunti) interessanti e decisivi in grado di spingermi all'ascolto selvaggio. Proseguendo salta all'occhio (o all'orecchio) una certa piattezza (la mia versione "buona" potrebbe aver scritto "riservatezza") nella voce di Tori Amos che, seppur seducente, interessante, evocativa, pare portare avanti il compito senza voler regalare emozioni un po' più elevate. Non è nemmeno corretto parlare di "compitino senza lode" perchè il livello compositivo è buono così come la cura negli arrangiamenti e la caratterizzazione della quasi totalità dei brani contenuti nell'album. Lascia a desiderare il lavoro - non - svolto sulle strutture, geometriche e prive di reali sorprese, spesso lasciate a metà con la spiacevole sensazione di farne capire lo sviluppo dopo una manciata di secondi. Non significa che sono preveggente ma è chiaro che il pericolo di un calo d'interesse, con queste premesse, sarà sempre in agguato.Voto 6,5: bello al primo ascolto, noioso ai successivi. Forse una maggior forza e impegno nel canto potevano portarlo un po' più su visto che quasi tutte le canzoni di "ocean to ocean" godono di una scrittura ispirata. Ascoltate, poi passate oltre.
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