venerdì 17 giugno 2022

Inside problems, Andrew Bird

La batteria vibra accompagnata da un basso, una voce maschile canta. Basta poco per immaginare di essere altrove. Una magia che alcuni artisti riescono a ricreare in modo spontaneo mentre altri si abbandonano a ben più orchestrali arrangiamenti. Non importa se stai da una parte o dall' altra. É importante aver capito che anche stavolta son stato fortunato andando a pescare, per un ascolto approfondito, l'ultima fatica discografica di Andrew Bird.
Probabilmente non è conosciutissimo qui in Italia, tutto nella norma visto che l'origine naturale degli strumenti che suona (è polistrumentista) non va troppo di moda dalle nostre parti.
A proposito di ascolto e moda, mi sto rendendo conto che non va più di moda ascoltare.

Inside problems - Andrew Bird. Pare di ascoltare un artista english - oriented ma non è così. La musica di Bird è totalmente indipendente da qualsiasi etichetta. Riconosco anche qualcosa di italiano e operistico in alcune melodie ma la regola qui è ascoltare senza interrogarsi sulla collocazione e sul carattere. Nonostante l'uso di strumenti veri (con qualche eccezione ben nascosta) questo "inside problems" è fresco e moderno. Folk quanto basta per non sfociare spudoratamente nel rock, spensieratamente soul con palesi influenze mediorientali ho sospettato, dietro le righe, una ricerca "à la beatles". Ma non interroghiamoci, dicevo. L'indipendenza é la caratteristica principale di questo piccolo gioiello regalatoci da un artista che non ha mai sbagliato un colpo. Imperdibile il primo brano "underlands" arrangiatissimo e nostalgico mentre la mia preferenza va al successivo "lone dion", dal ritmo leggermente ossessivo impreziosito dal solo finale di violino. Poi è un fiorire di idee non prive di citazioni strumentali orientate principalmente, per i suoni scelti, ai primi anni '70.
Voto 9: quando l'ascolto diventa esperienza e l'orecchio viene sapientemente massaggiato da scelte sonore non scontate. Lontani dall'elettronica, canzoni che sono un toccasana per lo spirito. Ennesimo centro di Andrew Bird.

1 commento:

sottile ha detto...

9 meritatissimo!