domenica 6 febbraio 2022

Le pagelle sanremesi

È già ora di Sanremo, stancamente mi rimetto all'ascolto di una vagonata di canzoni che nascono con un duplice obiettivo. Il primo creare una vetrina per l'artista che - solitamente - si nutre di successi sanremesi oppure ha bisogno di un ritorno d'immagine. Raramente si affaccia l'artista che ha una bella proposta o che ha voglia di cantare. Il secondo obiettivo è vendere il prodotto e fare possibilmente soldi.

Raramente arrivano cose buone da questo palco. Palco che oggi è più Festivalbar che Sanremo. É più lottizzazione che leggera competizione artistica fra artisti. E, volendo essere più cattivelli (ed in questo periodo lo sono, di mia volontà) è sfilata mista di ipocrisia e politicamente corretto che allontana chiunque ha una discreta voglia di realtà e originalità ( e di musica senza chiacchiere). Quelli come me insomma.

Per questo motivo da alcuni anni non lo guardo, lo ascolto e basta. Il che, visto che di canzoni si tratta, non è nemmeno sbagliato.

Le pagelle 2022. Dopo il secondo giro di ascolto posso affermare di non essere soddisfatto. Canzoni fatte con lo stesso stampo, mancanza di interpretazione, povertà di idee. Questo generalizzando. Parto con il terzo "giro" di ascolti ed entro nel dettaglio.

Massimo Ranieri è immenso da sempre, "lettera di là dal mare" piace e voglio partire dal brano più convincente e adatto ad un Festival della Canzone italiana (ha vinto lui vero?). Si merita un 7,5 : è una canzone vera e riascoltabile anche se Massimo non è al massimo. Ci mancherebbe, ma lui è avanti. Sangiovanni con "farfalle" riapre la danza di ascolti per me uguali. Un brano adatto al jukebox di un tempo o alla playlist (mattutina) di una piaggia del nord. Un 4 meritatissimo come ne vedrete altri in questa pagina. La Rettore con Ditonellapiaga (ma un nome e cognome non se la sente proprio di dichiararlo). "Chimica" ha una marcia in più e si distanzia dalla produzione annoiata del festival, un 6 con gloria, il graffio della Rettore si fa sentire. "Dove si balla" di Dargen D'Amico é fra i peggiori brani del Festival anche in questo caso scommetto che i villeggianti estivi sparsi nella penisola potranno, facendosene una ragione, ballarla nei vari raduni di balli di gruppo. Ma il mio 3 è li perentorio, siete stati avvisati.

Elisa presenta un brano discreto ben interpretato ma non raccontiamoci bugie, sa fare molto di più e troviamo di meglio anche nei suoi momenti meno ispirati. Ma in "o forse sei tu" la troviamo brava e coinvolgente, un 7 non lo si nega. La rappresentante di lista probabilmente si trova nel posto sbagliato, presenta un brano che strizza l'occhio alla disco music, ballabile (nel modo che a me piace) che ha il buon gusto di non proporci i soliti suoni finti. Anzi no ci presenta suoni finti ma quelli buoni e innocui. "Ciao ciao" si merita un 6,5. "Duecentomila ore" di Ana Mena per fortuna dura meno, dopo 3 minuti l'agonia finisce. I ben più esperti gruppi di liscio avrebbero fatto meglio, con il suo 3 la troviamo in ottima compagnia. Gianni Morandi fa la sua figura, prevista, di vecchia volpe presentando un brano in linea con la sua produzione di una vita. Merita un 7,5 per un brano "apri tutte le porte" finalmente felice con un arrangiamento vero e vivo che apprezzo moltissimo. Mi piace, questo è il suo rock'n'roll. "Ti amo non lo so dire"  é una terribile miscela di nuovo e vecchio, la voce di Noemi purtroppo non mi dice nulla, insensibile o sterile in linea con quello che non riesce a dire. Iva Zanicchi ha una voce incredibile ma ha preferito il ruolo di presentatrice a quello di interprete. "Voglio amarti" é il brano d' altri tempi che ti aspetti che si fa apprezzare per la sua interpretazione, la chitarra elettrica proprio non si può sentire. Grande Iva, la tua voce merita 8 ma questa canzone non arriva al 7.

"Domenica" di Achille Lauro è la copia esatta degli altri suoi brani. Ma non è colpa sua, sa cantare solo così. Certo ci prova ad esplodere, forse l'altezza del personaggio c'è ma manca lo spessore. 4. Tananai la mette sul "sesso occasionale" proponendo la struttura "stampino" della maggior parte delle canzoni del Festival. E il mio 4 a stampino mi trova prontissimo. Non ci sono idee, mi dispiace (dispiace per me, l'ascolto meriterebbe di più). Giovanni Truppi è una boccata d'aria non fresca, un incrocio povero fra De Andrè, Guccini e Vecchioni. Funziona soprattutto perchè nel deserto un fiore si nota. Lo apprezzo, gli auguro il meglio con il cuore, un 7 tondo e pieno. Non mi dispiace nemmeno Yuman con "ora e qui" ,anche lui emula qualcuno, forse Umberto Tozzi? Non è una nota negativa, anzi è un bene che cantautori e cantanti di un tempo vengano ripresi e appresi. Ma un tocco in più serve per convincere. 7 pieno per un brano che finalmente presenta suoni veri e strumenti suonati. Torniamo nella mediocrità con Highsnob e Hu. "Abbi cura di te" ha un andamento anche interessante ma perchè usare ancora questi terribili effetti sulla voce? Non immagino la risposta, non più. 5,5 e a lavorare! 

Purtroppo la voce di Giusy Ferreri non ricorda per niente il "miele". Non posso scrivere quello che mi ricorda, me lo tengo ma probabilmente avete capito. Ci provano a darle un brano accettabile ma senza sudore lei distrugge tutto. Inascoltabile ed un 4 alla pazienza dei (suoi) musicisti. "Tantissimo" delle vibrazioni é, mi pare, l'unico in gara per un gruppo. Si sente il gruppo, il resto però non si può sentire. 5 è la giusta media fra qualitá del gruppo e qualità del brano. Torna a Sanremo Mahmood con Blanco, propongono un lento interessante ma l'impressione è comunque negativa, come per Giusy Ferreri l'arrangiamento leggermente coraggioso affoga nell' interpretazione vuota ed effettata ( affettata, è lo stesso). 4 é il voto, nonostante tutto é in media per questo 2022. Non cambiano sensazioni (alle emozioni rinuncio) anche con Rkomi che mi accarezza l'udito con "insuperabile", siamo un po' sopra la media perchè il chitarrino non mi dispiace ma anche con il 5 non arriviamo alla sufficenza. Idee buttate, veramente.

Grazie ad Emma, che non mi piace, torniamo sopra al 6. Non la digerisco proprio la sua voce ma il brano è ricercatino, quasi non scontato. e lei riesce a non rovinarlo. 6,5 meritato, mi piacciono i synth scelti.
Sulla stessa linea Michele Bravi, anche in questo caso siamo vicini ad interpretazionezero ma l'arrangiamento, il testo ed una certa verità nella voce garantiscono un 6. Torniamo in spiaggia con Aka7 anche se una sezione ritmica più grossa della media mi fanno apprezzare l'ascolto. Voce senza effetti (no ci sono ma son usati con parsimonia) e qualche segnale di voglia di fare musica ma siamo sempre lontani dal piacere, 5. Siamo alla fine, tengo le canzoni più sfacciatamente sanremesi. Irama non mi dispiace ma "ovunque sarai" é troppo banale per risollevare le sorti di questo pomeriggio grigio. 5,5 sperando in qualcosa di più (forse ho scritto lo stesso due anni fa). Fotocopia (questo é il festival delle fotocopie) anche Fabrizio Moro "sei tu" a cui spetta un 5,5 telefonatissimo. Purtroppo non è possibile trovare originalità nelle linee melodiche, nelle strutture, nei suoni di queste canzoni scritte con il dizionario in una mano e un manuale nell'altra. Non aiuta la (mancata) bravura dei nuovi cantanti. È "virale", miglio brano per questo tris finale. Un 6 per Matteo Romano che ha il buonsenso di ammettere la contagiositá, anche se il testo parla d'altro.

Siamo in chiusura. Mi faccio i complimenti anche quest'anno anche se la mia speranza di scoprire qualcosa di nuovo c'è e ci sarà, sempre, anche per questo Festival perennemente malato.

Compiti per casa: riascoltate gli ultimi 15 secondi di tutti i brani. Tanto per scolpire il significato di "fotocopia". Non esiste nemmeno la decenza di personalizzare qualche finale.

3 commenti:

Diego ha detto...

Sanremo purtroppo ( o per fortuna) non può essere un evento d’élite perché deve(forse per scelta o per opportunità) un evento popolare.
Con la definizione popolare abbiamo completato il percorso.
È complicato trovare qualità se non dentro l’interpretazione dei singoli ed ecco che Ranieri trasforma un brano scontato in una bella emozione. Ecco che Mahmood canta e vince ma con un taglio a mio avviso assurdo ma che evidentemente piace.
Hunan invece può fare, perché ha tecnica e secondo me un taglio meno nostrano.
L’arrangiamento della sua canzone non è poi così male.
Il tormentone di Dargen? Canzonetta… ma la gente la vuole(è Sanremo…).
A me Noemi dice qualcosa di più m forse è lei che non vuole di più….
Scelgo Aka7ven e ti faccio i complimenti per la critica.
Non dimentichiamo che è Sanremo….la gente lo vuole…66% di share il sabato

Diego ha detto...

Sanremo purtroppo ( o per fortuna) non può essere un evento d’élite perché deve(forse per scelta o per opportunità) un evento popolare.
Con la definizione popolare abbiamo completato il percorso.
È complicato trovare qualità se non dentro l’interpretazione dei singoli ed ecco che Ranieri trasforma un brano scontato in una bella emozione. Ecco che Mahmood canta e vince ma con un taglio a mio avviso assurdo ma che evidentemente piace.
Hunan invece può fare, perché ha tecnica e secondo me un taglio meno nostrano.
L’arrangiamento della sua canzone non è poi così male.
Il tormentone di Dargen? Canzonetta… ma la gente la vuole(è Sanremo…).
A me Noemi dice qualcosa di più m forse è lei che non vuole di più….
Scelgo Aka7ven e ti faccio i complimenti per la critica.
Non dimentichiamo che è Sanremo….la gente lo vuole…66% di share il sabato

Fabio Ranghiero ha detto...

Ciao grazie per il tuo commento. Capisco il tuo punto di vista e nessuno nega l'esistenza e gli interessi di Sanremo. Proprio per questo motivo non voglio giudicare la manifestazione ma solo le canzoni: in generale e nel particolare. Ovviamente in modo molto sintetico, nello "stile" del mio blog.
Grazie ancora, ciao.