Mary
"Gli studi di Abbey Road hanno fatto parte della mia vita da quando ne ho memoria. Sono cresciuta tra le sale di Abbey Road, per me è come un posto di famiglia. Nel dirigere questo documentario mi è sembrato naturale esplorare la ricchezza di storie e portare alla luce così tante gemme inedite di cui non ero a conoscenza" queste le parole della figlia di Paul al "Rolling Stone".
Il film è infatti girato con competenza e tanto amore. Come faccio di solito non ho prestato attenzione al regista ma poi ho capito: ecco spiegata l'insistenza di certe inquadrature sugli strumenti, sulle sale (anche vuote), il ripetersi di alcuni ricordi. Chiara la volontà di Mary di condividere non solo la sua conoscenza ma anche la sua esperienza. Proprio per questo "if these walls..." resta impresso e si fa rivedere.
La storia di Abbey Road non è solo Beatles ma è inevitabile parlare di loro e di quel periodo (1962-1970) nonchè di tutti i personaggi che gravitarono attorno. Qui lo troviamo non solo raccontato ma anche spiegato. Cosa succedeva a Londra negli anni '60 (si è vero ormai conosciamo la storia) e perchè quella via e quella villetta si sono ritrovati al centro della storia. La spiegazione è maniacale, ripetitiva a tratti ossessiva ma è chiara la volontà della produzione di non fare solo un omaggio ma creare un monumento di foto video e suoni di uno degli studi più ambiti al mondo. Ci riesce senza strafare, la durata di 1ora e mezza garantisce una visione pulita, asciutta, sintetica e allo stesso tempo soddisfacente. Accanto al pop e al rock'n'roll scopriamo che Abbey Road è stata la casa della musica classica, sinfonica. Scopriamo che ha attraversato momenti di crisi ma ne è uscita rinforzata. Ritroviamo molti nomi conosciuti come Pink Floyd (The dark side of the moon vi dice niente?), Elton John, Oasis, Celeste.
Ricordare o vivere
Lascia un po' di amaro in bocca la differenza, evidente dai racconti e interviste, fra quello che fu un periodo di pionieri della musica, artisti inconsapevoli di quello che stavano creando e le pop star di oggi, legate più al ricordo e al mito dei luoghi tanto di rilasciare delle solite dichiarazioni "ad effetto" sull'importanza del luogo della registrazione, sulle emozioni che si provano, l'atmosfera delle sale. Addirittura (Oasis) si pensa al "come vestirsi", al far festa ascoltando la musica incisa nel passato.
La creazione lascia lo spazio alla semplice evocazione, forse per questo motivo la musica di oggi risulta meno innovativa ed interessante?
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